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Twin Peaks 2×02 – Coma – ComaTEMPO DI LETTURA 3 min

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20 Marzo 1991

Il secondo episodio di questa stagione di Twin Peaks non fa altro che confermare l’idea di cinema di David Lynch, dopo la première nuovamente dietro la macchina da presa con “Coma”. La sua visione gioca con simbologie, immagini misteriose e avvenimenti che inizialmente accadono senza una logica apparente; la potenza visiva ed evocativa di ciò che accade è abbastanza forte da risultare chiara a chi guarda e soprattutto nulla è meramente un caso poiché a tempo debito avrà una sua spiegazione, tutto sta nel riuscire ad osservare il quadro generale della narrazione.
La scena in cui vediamo Dana che sostituisce Laura nella distribuzione dei pasti a domicilio, rappresenta proprio questo: la cosa passa in sordina, se non fosse per l’inquietante nipote della signora Tremond, Pierre, ma si intuisce che il bizzarro e misterioso incontro potrebbe avere un significato più profondo proprio alla luce di ciò che si diceva prima, ovvero che niente è lasciato al caso.
Punto di forza della serie è anche riuscire a caratterizzare come sempre l’ambiente circostante, così come accade ad inizio di “Coma” quando gli agenti Cooper e Rosenfield si trovano a fare colazione in albergo.
Si nota un quartetto canterino alle loro spalle, questo per sottolineare come il Northern Hotel sia da sempre luogo di incontro di gruppi particolari, che può quindi essere definito “sopra le righe” per la clientela che lo frequenta.
Proseguendo nella visione della puntata si assiste al risveglio dal coma di Ronette e il pubblico sente che grazie alla sua rivelazione la verità è sempre più vicina. Lynch gioca con le aspettative dello spettatore e quando Cooper mostra alla ragazza le fotografie dei sospettati dell’omicidio di Laura, Ronette indica Bob tra i colpevoli.
Come la serie ci ha abituati, il ritmo utilizzato prevede l’alternarsi di momenti cupi ad altri più leggeri, come ad esempio i litigi tra Lucy ed Andy, oggettivamente la parte meno interessante della puntata.
La nuova vittima prescelta di Bob sembrerebbe essere Maddy, la quale pare non abbia scampo: il potere di Bob sta nel riuscire a trasmettere alla sua preda un senso di impotenza fortissimo e la genialità del regista rappresenta al meglio questa sensazione grazie all’utilizzo di un’inquadratura fissa dello sguardo del demone che non si stacca dalla macchina da presa. Tutto questo passa attraverso l’obiettivo e arriva direttamente al pubblico che vorrebbe distogliere la vista ma non può farlo, poiché così come Maddy, è inevitabilmente terrorizzato ma attratto da questo personaggio.
Non si può che continuare ad osannare il lavoro degli attori, i quali riescono a mostrare l’ambiguità dei propri personaggi risultando tutt’altro che bidimensionali.
Ad inizio recensione si parlava di simboli e in “Coma” torna l’espressione: “The owls are not what they seem” / “I gufi non sono quello che sembrano”, una delle profezie del Gigante.
Il tutto è ancora lontano dall’essere svelato e il mistero si infittisce quando il colonnello Briggs dice a Cooper di aver ricevuto anch’egli lo stesso messaggio.
Se non sono ciò che sembrano, allora cosa sono? Espressione del bene? Del male? Messaggeri tra mondi?
Tempo e pazienza e forse anche questo enigma verrà svelato.

 

LATI POSITIVI:
  • La qualità della regia
  • Il risveglio di Ronette
  • Le inquietanti apparizioni di Bob
  • Il ritorno della profezia sui gufi
LATI NEGATIVI:
  • I litigi tra Lucy ed Andy
  • Il ritmo, sempre un po’ lento, in alcuni punti della narrazione

 

L’inizio di questa stagione sembra riservare continue sorprese: i misteri della piccola cittadina continuano ad aumentare e le rivelazioni vengono centellinate per solleticare la curiosità del pubblico. Non possiamo fare altro che continuare a seguire le indagini dell’agente Dale Cooper sperando in un livello qualitativo sempre più alto.

 

VOTO 4/5 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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