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Fringe 4×12 – Benvenuti A WestfieldTEMPO DI LETTURA 3 min

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Benvenuti a Westfield! Benvenuti al sequel non ufficiale de “La città verrà distrutta all’alba” riletto in chiave fringeiana.
Qui gli autori non se ne stanno con le mani in mano come gli sceneggiatori di Alcatraz o di qualche altro telefilm scadente, no qui c’è passione, scienza, intrigo, citazione cinematografica, avventura e non per ultimo 2 Bishop e 1 Dunham a farla da padroni. Benvenuti ad uno degli episodi migliori di questa quarta stagione!
Se volete sapere il motivo di cotanta gioia è presto detto: tutto, dall’intro al finale, è incastrato in maniera perfetta per creare un episodio degno di tale nome. Tutto comincia in una tranquilla strada sperduta in Vermont dove le macchine si fermano, gli oggetti cominciano a volare, gli aerei a cadere e la squadra Fringe fa partire l’investigazione. Stranamente Walter, per merito dell’effetto benefico ricevuto dal ritorno nella sua vita di Peter, decide di uscire nel mondo esterno per partecipare in prima persona alle indagini e per fungere da escamotage narrativo per rinchiudere i 3 protagonisti all’interno di Westfield. Rinchiudere nel senso buono del termine, se ce n’è uno, perchè, con la scusa di andare a mangiare una torta il cui nome mi fa rabbrividire, rimangono intrappolati in questa cittadina che è vittima di un loop metafisico con ciò che la circonda. Nella spiegazione di tutto ciò Walter è sicuramente meglio di me: tramite l’esempio di due cerchi che si intersecano spiega che loro e la cittadina si trovano nell’intersezione rappresentante la sovrapposizione della realtà Blu con la realtà Rossa. In parole povere le persone e tutto il territorio compreso nel raggio di Westfield si stanno sovrapponendo e, mentre le persone reagiscono diventando pazze perchè ricevono i ricordi dei loro alter ego dell’altra realtà, la città viene rasa al suolo.
Ecco quindi che gli unici superstiti alla pazzia risultano Peter, che non esiste nell’altro universo, Walter e Olivia, che non si trovano li nella realtà Rossa, e un gruppo sparuto di persone che ha compiuto scelte di vita diverse nell’altra realtà che le ha portate a vivere altrove.
A cosa dobbiamo il piacere di tutto questo casino? A David Robert Jones che purtroppo non compare minimamente nell’episodio, unica vera pecca di questo episodio in quanto avrebbe dato più spessore narrativo all’intera puntata.
Nota a parte è il finale cliffhanger che sancisce definitivamente il mio dubbio riguardante le emicrania di Olivia e le pillole prescritte da Nina Sharpe, decisamente troppo strano il fatto che venga scoccato un bacio così en passant nel finale dell’episodio solo per creare della suspance, dev’esserci una sottotrama più grande e credo che il prossimo episodio ne parlerà meglio. 

PRO:
  • Anche se non si vede David Robert Jones ci ha messo lo zampino
  • Olivia comincia a ricordarsi della sua vita con Peter
  • Una trama al fulmicotone che regala emozioni ed intrighi come solo il miglior Fringe sa dare
  • Peter che va in giro con un fucile a pompa
  • La tipa con la doppia dentatura
  • Geniale l’idea della sovrapposizione degli universi
  • Colpo di scena con il bacio finale di Olivia a Peter
CONTRO:
  • Non si vede David Robert Jones

 

Un plauso alla produzione, agli autori e agli attori che hanno reso questi 40 minuti un toccasana per tutti gli appassionati di Fringe, davvero, finchè ci saranno episodi del genere il nostro amore non per questo telefilm non potrà mai finire.

 

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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