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Dexter 7×04 – RunTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Tutti vogliono chiarezza e la chiusura del caso. Ma sarà mai possibile?”

 

Voltare pagina. Una frase che all’interno di Dexter è stata spesso e volentieri oggetto di discussione, nonché termine portare di una tematica, quella del cambiamento, spesso e volentieri intavolata ed abbozzata.
Risulta possibile per Dexter Morgan, unitamente al suo Oscuro Passeggero, trovare pace e riuscire ad allontanarsi dal suo maledetto codice e dalla scia di sangue che si porta appresso ormai da sette stagioni? La risposta più ovvia è, ovviamente, no: il personaggio di Dexter, votato all’autodistruzione, rappresenta una sorta di buco nero in grado di attrarre a sé qualsiasi tipo di personaggio, svuotarlo di principi e successivamente lasciarlo in balia di se stesso. Prefigurare il finale di una serie risulta sempre e comunque un gioco d’azzardo, ma risulterebbe comprensibile un progressivo percorso (auto)distruttivo di Dexter al cui culmine, per l’appunto, la disgregazione del personaggio principale per eccellenza. Possibile, quindi, che il voltare pagina rappresenti una frase da poter prendere sul serio, rapportata alla serie? Decisamente no.
Accantonata questa doverosa riflessione, attorno ad uno show che promette cambiamenti pur rimanendo fedele alla già collaudata struttura narrativa, deve essere appuntato che il vento del cambiamento in un certo tal senso si percepisce. Non si tratta di una tempesta, bensì di una leggera brezza: l’intromissione di Debra nella seconda vita di Dexter ha destabilizzato l’ordine naturale delle cose per quest’ultimo e gli ha complicato i giochi. Occorre quindi prendere alcuni accorgimenti e riuscire a destreggiarsi attorno a questo nuovo elemento.

 

“Hannah McKay. Ha passato sei anni in riformatorio dopo aver confessato di essere la complice di Wayne Randall. Ha sempre sostenuto di essere solo un’altra delle sue vittime. Wayne credeva di essere Batman e in lei vedeva la sua Robin, ma con un bel paio di gambe.”

 

Con grande rammarico, Dexter distrugge i propri cimeli, i famigerati vetrini gelosamente custoditi in questi anni e così lentamente collezionati. Ma non c’è più spazio per dettagli compromettenti. Un accorgimento sapientemente portato avanti da Dexter già nella scorsa puntata era l’avvicinamento di Debra al suo famigerato oscuro: ragguagliamenti sul suo “caso”; spiegazioni legate alla scelta della vittima; richiesta del suo aiuto. Pur avendo ricevuto un secco “no” in risposta, Dexter decide in conclusione di puntata che anche Debra meritava parte di quella vittoria, di quella epurazione portata in scena con grande stile.
Ecco quindi che la sequenza dell’inceneritore acceso con fratello e sorella seduti ad osservare il fumo nemmeno fossero ad un drive-in assume i connotati non solo di una pace, bensì di una silenziosa alleanza tra i due. La fatidica frase del “male necessario” proferita da Debra cessa di essere un puro e semplice pensiero e diviene realtà: la donna è felice della morte di Speltzer, se ne compiace e sogghignando seduta accanto al fratello esulta della perdita. Un segno di cedimento inequivocabile attorno al quale, sicuramente, Dexter lavorerà per portarla dalla propria parte in maniera definitiva.

 

“Lotta o fuga. Fanno parte del cervello rettile che c’è in ognuno di noi. Speltzer avrà anche un cervello rettile…ma il problema è che gli manca quello umano.”

 

Se dal punto di vista action la puntata si mostra decisamente in forma (la scena dello scontro tra Speltzer e Dexter all’interno del labirinto è un vero tuffo al cuore) continua a risultare fastidiosa la distanza tra il personaggio principale (Dexter) e la corposa trama di stagione (Isaak e la sua squadra). Nella precedente puntata c’era stato contatto tra i due elementi, ma evidentemente non è nei piani degli sceneggiatori far convergere le due storie con eccessiva velocità. Una pecca che, considerato quanto sopra, si lascia ampiamente giustificare: il labirinto e la sconfitta del Minotauro-Speltzer ad opera di Teseo-Dexter è una sequenza che cattura lo spettatore e lo trasporta in un action carico di ansia a cui Dexter aveva in un certo tal senso disabituato il proprio pubblico.
Qualche dettaglio risulta ancora da limare per riuscire a ritrovare lo smalto di un tempo, ma “Run” è a tutti gli effetti un episodio convincente.

 

PRO:
  • Scontro tra Debra e Dexter
  • Il labirinto di Speltzer e lo scontro con Dexter
  • Voltare pagina?
  • Progressivamente il caso di Vicktor si sta avvicinando a Dexter
  • Il finale di puntata
  • Dexter che imita le grida di Speltzer

 

CONTRO:
  • Voltare pagina? Ancora? Ridondante
  • Tematiche ridondante e la sensazione, ancora, di lontananza di Dexter da quella che è la vera storia della stagione

 

Una puntata convincente, dopo tutto. Qualche dettaglio più che migliorabile ed una ridondanza narrativa decisamente fastidiosa: un antieroe che decide (anche solo a parole) di voler voltare pagina? Wow, che cliché da quattro soldi. E sicuramente mai mai mai visto in Dexter.

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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