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Arrow 1×10 – BurnedTEMPO DI LETTURA 4 min

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Possono il coraggio e la paura convivere contemporaneamente in un supereroe: figura da sempre messa molti gradini più in alto del comune essere umano? Può esistere questo paradosso che vede un uomo sprezzante del pericolo, essere anche un codardo? Di ritorno dalla pausa invernale, ci ritroviamo un Oliver con la coda tra le gambe e che guarda intimorito le ferite fisiche inferte dal Dark Archer e quelle emotive inferte dal “rapimento” di Walter: ferite che, durante le vacanze Natalizie, ha passato a leccarsi, dandogli modo di rimuginare sull’accaduto. Fino ad oggi, non abbiamo ancora assistito da una vera e propria batosta del supereroe, e anche se è lontana da una sconfitta su tutta la linea, quando successo in “Year’s End” può considerarsi comunque qualcosa lontano da una vittoria.
Come molti altri episodi precedenti, per mostrarci al meglio i pensieri di Oliver ed entrare al 100% nella sua psiche, al fine di capire tutte le ragioni del suo comportamento, ci vengono propinati i consueti frammenti della sua esperienza sull’isola purgatorio. Cosa c’è di diverso per Oliver Queen da quando rischiava la vita durante l’esilio a quando lo fa ora a Staring City? Ovviamente la famiglia e le persone che gli vogliono bene, e sotto questo aspetto, vengono analizzati i diversi gradi di paura dell’arciere di smeraldo.
Nel caso dell’isola, Oliver aveva paura di non rivedere mai più i propri cari, mentre a Starling City, Queen ha paura di perderli: stesso grado di paura, presentato in maniera diversa, ma incentrato sempre e comunque sulla perdita e il terrore di rimanere senza quelle persone che sono state delle icone nella vita di un uomo, come appunto, genitori e parenti. Come succede anche nei vari adattamenti televisivi e non di Batman, nonostante il personaggio venga rappresentato come un eterno solitario senza nulla da perdere, in realtà mente sapendo di farlo: sia Bruce Wayne che Oliver Queen hanno molto da perdere, ma invece di farsi sottomettere dalla paura, la dominano e ne traggono forza. Qualcuno avrebbe potuto non apprezzare il momento di crisi di Freccia Verde, ma in verità, è proprio in questi momenti che la figura del supereroe viene umanizzata e resa molto più simile ad un comune mortale. La cosa è stata, infatti, ulteriormente sottolineata dalla natura del villain della puntata: un villain, che non possiamo definire completamente tale, in quanto semplicemente vittima traumatizzata di un terribile accaduta e che ha messo i due “avversari” sullo stesso piano umanitario.
Passando ad altro, un discorsetto a parte va fatto per Moira e per il detective Lance. La signora Steele-Queen, dall’oggi al domani, la ritroviamo a crogiolarsi in una valle di lacrime e di  autocommiserazione, pur sapendo benissimo tutti i suo intrallazzi segreti e cospirazione ai danni sopratutto della famiglia. Recitazione e caratterizzazione dovuta sopratutto per un discorso di necessità di copertura, ma diciamo che in questa puntata non era particolarmente sopportabile per tutta questa serie di piagnistei palesemente finti.
Parlando invece del detective Lance, la trovata di cercare di arrivare al vigilante tramite sua figlia Laurel è sfrontata e geniale allo stesso tempo, e narrativamente parlando, apprezziamo il fatto di aver visto in “Burned” uno sviluppo così spregiudicato; ma dall’altra parte, qui torna prepotente quella citazione di Friedrich Nietzsche che recitava “E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.”, dimostrando come il detective stia letteralmente predicando bene e razzolando male: la sua ossessione verso il vigilante, lo sta facendo deragliare verso sentieri oscuri.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nelle puntate.

  1. In questo episodio, fa il suo debutto un nemico di Batman piuttosto conosciuto: Firefly aka Garfield Lynns. In origine un esperto di esplosivi e di Pirotecnica, cade vittima della tremenda Crisi economica che sconvolge Gotham City, e finisce per dedicarsi alla criminalità, dimostrando inoltre i primi segni di squilibrio psicologico e di piromania. Viene catturato e arrestato da Batman e Robin in occasione del suo primo colpo, ma la sua ossessione nel provocare incendi dolosi diventa tale da trasformarlo in un piromane professionista, credendo inoltre di ricevere rivelazioni da visioni che scorge tra le fiamme che provoca. Progetta e costruisce la sua armatura, dotata di Lanciafiamme, Lanciagranate, Lanciarazzi, esplosivi di vario genere e delle ali elettroniche che gli permettono di volare: nasce così Firefly. Comparirà per la prima volta su Detective Comics #184 del 1952.

PRO:

  • Laurel che collabora con il Vigilante.
  • La piccola Thea che assume per un breve istante un ruolo da adulto maturo.
  • La paura di Freccia Verde e la sua rinascita
  • Oliver e Laurel che parlano di sentimenti.
  • I flashback dell’isola: sempre molto interessanti.

CONTRO:

  • Tommy, Tommy e ancora Tommy.
  • I piagnistei di Moira.
  • Detective Lance: ottima caratterizzazione, ma non è che ti stai tirando un po’ la zappa sui piedi?

 

La puntata di rientro è stata leggera e non troppo impegnativa, nonostante questo merita la piena sufficienza. Ci manca una bella puntatona con il colpo di scena e tanti bei combattimenti, insomma, sto parlando di un pizzico di azione in più, ma d’altronde siamo ancora a metà stagione e quindi di tempo ce n’è ancora.

 

 

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