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Arrow 1×12 – VertigoTEMPO DI LETTURA 5 min

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Il tabù, nonché difficoltà principale di ogni cinecomics/serial comics, è quella di trasportare i personaggi/situazioni della pagine patinate, in un media dove un minimo di realismo è richiesto. E se proprio non è possibile affrontare il tutto in maniera realistica, allora è quanto meno necessario mettere i dovuti puntini sulle I e spiegare come gente pseudo-immortale come supereroi e supercriminali possano esistere. Per alcuni, non c’è proprio una soluzione e si è costretti a pesanti restyle e rivisitazioni, forse perché troppo legati alla generazione di debutto.
Il Conte Vertigo fa parte di questa categoria di rivisitazioni che, da personaggio kitchissimo e totalmente figlio degli anni ’70, diventa in Arrow uno spacciatore di droga eclettico ed eccentrico, diverso da tutti gli altri cattivi passati da queste parti fin ora, in quanto privo di muscoli o di addestramento alla lotta. Ben lontano, insomma, dalle sue “radici cartacee”, il Conte Werner Vertigo è il perfetto esempio di come si può creare qualcosa diverso e rappresentato in modi diversi, ma che contemporaneamente, contenga in nella rappresentazione televisiva le caratteristiche che hanno l’hanno reso un personaggio conosciuto. Insomma, il personaggio è sempre lo stesso che i fan del fumetto conosco, ma è semplicemente spiegato con parole diverse e adatte ai nostri tempi: e quindi, il risultato finale è un Conte Vertigo ben riuscito.
Ma come ogni rivisitazione che si rispetti, bisogna anche guardare al passato ed imparare da coloro che sono più abili in quest’arte. Di fatti, perché la rivisitazione del Conte Vertigo sia soddisfacente, i segmenti e le sequenze in cui Oliver è sotto gli effetti della sua droga, ricordano troppo lo scontro tra Batman e lo Spaventapasseri nel Batman Begins di Christopher Nolan; aiutano si a valorizzare poi la vittoria del vigilante smeraldino, oltre che impreziosire la figura di Diggle come aiutante, ma questa decisione narrativa non lo allontana dall’impressione di alcuni spettatore che Arrow sia “il telefilm di Batman senza Batman”: commento valorizzato dal fatto che Vertigo, come lo Spaventapasseri, finisce arrestato dopo aver provato la sua stessa droga. Speriamo sia solo un caso isolato.
Scherzi a parte, questa dodicesima puntata ha dissolto anche i dubbi che la scorsa volta erano sorti riguardo Yao Fei. Come anticipavo nella scorsa recensione, i flashback sono spesso forvianti, e quello che sembra non è la verità, non si nasconde uno sporco traditore dietro a quest’uomo, ma probabilmente solamente qualcuno costretto ad agire in quel modo. Ed è così che Yao Fei restituisce ad Oliver la libertà con una sola parola: sopravvivi. Della serie: “ce ne sono di cose che dovete ancora sapere ragazzi”. Ma a noi ci piace così quindi ben vengano altre tonnellate di flashback.
Passando a Thea e sua madre, i rapporti fra le due si fanno sempre più tesi, la ragazza continua ad insistere accusando Moira di essere una bugiarda ed una traditrice, la rabbia che prova è talmente tanta da desiderare di andare in carcere come punizione verso la madre. Ma come si suol dire: tutto è ben quel che finisce bene, ed è così che le due donne alla fine fanno pace con un tenero abbraccio. Anche per le questioni legali della ragazza finisce tutto con la libertà vigilata e delle ore di “lavoro forzato” alle dipendenze di Laurel. Come al solito tutto il merito va alla giovane avvocatessa ed alla bontà del detective Lance che si dimostra sempre molto disponibile con le richieste della figlioletta. Chissà quando scoprirà che il papino ha piazzato una cimice sul cellulare che mette in comunicazione Green Arrow e la ragazza.
In tutto questo, sembra che gli autori stiano gettando le basi per rendere più interessante la serie tv, creando delle situazioni che pare metteranno sotto torchio un personaggio non proprio limpido. Tutto questo lo fanno sfruttando un altro personaggio secondario ma alquanto simpatico: Felicity Smooke. La logorroica ed intelligente ragazza diventa lo strumento tramite cui Oliver comincerà a farsi delle domande sulla dolce mammina ed alla buon’ora aggiungo. Felicity è un personaggio tutto da scoprire ma che per ora rimane relegato nel suo laboratorio e viene utilizzato solo sporadicamente, di certo il potenziale per farla evolvere c’è tutto, bisogna solo concedere tempo e modo agli autori per far sviluppare il tutto.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nelle puntate.

  1. Comparso per la prima volta su World’s Finest #251 del 1978, Werner Vertigo nasce con un grave difetto uditivo che gli viene curato installandogli nella tempia destra un dispositivo che gli permetteva di tenere il suo problema sotto controllo. Giocherellando con il dispositivo, Werner scopre che l’aggeggio poteva creare delle onde sonore che davano un senso di vertigine a chiunque era sottoposto alle onde, oltre che alterare tutte le sue percezioni sensoriali. Convinto che potesse essere una grande arma, decide di usarla per arricchirsi e soddisfare la sua fame di potere. Con il nome di Conte Vertigo, diventerà presto un nemico di Freccia Verde, Black Canary e Batman.

 

PRO:
  • Oliver sotto l’effetto della droga che ci racconta la verità su uno Yao Fei assolutamente leale.
  • Felicity che parla ad Oliver dell’agenda con i famosi nomi. Questo porterà sicuramente delle novità e dei nuovi risvolti.
  • Il Conte Vertigo
CONTRO:
  • Thea che alla fine si scioglie come il burro tra le braccia di Moira. Volevamo ancora un po’ di rabbia nei suoi confronti.
  • Sempre Thea che anziché dimostrare maturità dimostra di essere irragionevole (ed ingrata) ancora una volta.
  • Forse il Conte meritava più spazio
Complessivamente la puntata merita una sufficienza piena, dovuto anche alla dose massiccia di droga sparata direttamente nel braccio di Oliver che ci ha regalato tutta una serie di flashback interessanti e la creazione di una base per gli eventi futuro. Per tutto il resto, Arrow può fare davvero molto di più, ma sta volta ci accontentiamo.

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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