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Fringe 5×05 – An Origin Story – Il PrologoTEMPO DI LETTURA 4 min

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È stato detto e ridetto ma a ricordarlo non si sbaglia mai: Fringe è prima di tutto un telefilm che parla dell’amore tra padre e figlio e poi una serie fantascientifica. L’elemento fantascientifico è il collante di tutto, è ciò che lo rende diverso dalle altre storie già raccontate, ma in fin dei conti è sempre una storia che parla d’amore, un amore paterno che varca i confini dell’universo e trascende ogni legge della fisica. Tenetelo bene a mente perchè questo episodio è la riprova di quanto appena detto.
Etta è appena morta, non c’è stato alcun funerale nè ci sarà visto che la vita di una ribelle non conta nulla nel mondo governato dagli Osservatori. Olivia e Peter affrontano il dolore a modo loro, ovvero non esternandolo ma provando ad andare avanti tenendosi tutto dentro come sanno fare solo loro. Hanno perso la loro unica figlia e non possono nemmeno compiangerla perchè non c’è un posto dove farlo nè un corpo da seppellire, gli rimane solo il ricordo ed una missione da portare a termine. L’imperativo è quindi uno solo: resistere.
I manifesti con la foto di Etta e la scritta “Resist” sono più che emblematici e fungono da motivazione per andare avanti. È infatti da ricordare che i nostri sono considerati degli eroi da parte della Resistenza per tutto ciò che hanno fatto nelle precedenti 4 stagioni e quindi non c’è da sorprendersi che A) Etta sia famosa per essere la loro figlia e B) sia utilizzata come motivational per i membri della Resistenza. La contrapposizione tra i poster di Etta e quelli ritraenti gli Osservatori è potente ed è pur sempre una forma di lotta per mantenere viva la speranza ma allo stesso tempo è da vedere in un’ottica di commemorazione per la ragazza, una sorta di funerale muto per commemorarla. Di sicuro almeno tutto ciò lo è per Olivia.
La sequenza iniziale dell’episodio è straziante, nulla da dire. Peter che accosta la foto della sua “piccola” per vedere la somiglianza con Olivia vale più di mille parole e gli autori hanno reso perfettamente la sofferenza con cui sta convivendo il giovane Bishop.
Elisabeth Kübler-Ross molti non la conosceranno ma è colei che ha elaborato il modello delle cinque fasi dell’elaborazione del lutto. Le 5 fasi avvengono in ciascuno di noi semrpre nel medesimo ordine e sono: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione. Ogni persona lo elabora in maniera diversa e non esiste una tempistica precisa del passaggio tra le varie fasi ma quello che è uguale per tutti è il fatto che ci vuole molto tempo per passarle tutte e cinque. La fase della negazione è il primo stadio e quello che dura anche di meno poichè ben presto ci si rende conto che il proprio caro è deceduto e nel momento in cui lo si realizza si passa direttamente alla seconda fase: la rabbia.
È proprio in questa seconda fase si trova Peter che si comporta nella maniera più imprudente e rabbiosa possibile torturando un Osservatore e arrivando a modificare sè stesso pur di vincere la guerra. Peter si è introdotto un chip nella corteccia cerebrale e facendolo ha scelto di evolversi sacrificando la sua parte più umana per un bene superiore che però ora è offuscato completamente dalla cieca voglia di vendetta. E’ capibile e completamente perdonabile per la sua scelta ma è impossibile non vedere una strada pericolosamente in salita per lui e per i suoi cari. Al contrario di lui Olivia è nella fase della contrattazione e sta provando a venire a patti con sè stessa per superare questo lutto tanto inaspettato quanto doloroso. In tal senso Walter prova a darle una mano ma il suo aiuto serve veramente a poco.
Cos’altro dire? Non mi ricordo di aver mai visto un episodio tanto malinconico e triste che riuscisse a trasmettere al tempo stesso una voglia di rivalsa. Fringe è spettacolare soprattutto e per questo motivo. Non viene tralasciato niente, dal canale spazio-temporale che gli Osservatori utilizzano per ricevere materiale dal futuro all’evoluzione di Peter in una sua nuova e più pericolosa versione meno umana, il tutto passando per un’elaborazione del lutto da parte di una madre, di un padre e di un nonno che si ritrovano più che mai spaesati in un mondo che non gli appartiene e senza l’unica persona che gli faceva sentire a casa in un futuro distopico. Ciò che succede intorno ai personaggi non ha più importanza per lo spettatore perchè conta solo l’evoluzione e lo status dei protagonisti e quando questo accade c’è solo una cosa da dire: brividi.

PRO:

  • Peter 2.0
  • “Resist”
  • Differenti modi di affrontare la morte di Etta
  • Sequenza iniziale paurosa.
CONTRO:
  • Il ruolo marginale di Walter nell’episodio

Sarebbe stata una puntata perfetta se fosse stato affrontato anche il dramma dal punto di vista di Walter ma questa mancanza è stata sopperita dalla sempre magistrale interpretazione di Joshua Jackson e di Anna Torv.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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