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Person Of Interest 2×16 – RelevanceTEMPO DI LETTURA 4 min

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Impossibile negare che Person Of Interest sia uno dei telefilm con più audacia e carisma in circolazione. Inutile e soprattutto non opinabile. Ma dove lo trovate un serial che si permette di trascurare per 30 minuti i protagonisti principali per dare spazio a guest star d’eccezione? Sono rarissimi i casi in cui succede perchè è davvero difficile che l’episodio funzioni senza i soliti volti noti che rendono speciale la puntata, e se seguite Supernatural avete un’idea del tipo di scempio a cui mi riferisco.
In genere operazioni di questo tipo su un procedurale le si intravvede solamente nel caso in cui si voglia testare un possibile spin-off della serie principale e quindi si fa uso dell’alquanto discutibile tecnica di utilizzare un episodio da dedicare interamente al nuovo cast dello spin-off. Chiariamo subito: questo non è un pilot per un possibile spin-off ma se lo fosse sarebbe una bomba…
Già dalla sigla iniziale si capisce che questo non sarà un episodio normale. Mentre normalmente la sigla varia solo negli ultimi fotogrammi perchè presenta il “Person Of Interest” del giorno, quella di questa 2×16 si interrompre bruscamente e le scritte in rosso lampeggiante “Anomaly Detected” e “Relevant” fanno capire fin da subito che questa puntata non sarà canonica come le altre.  Protagonista dell’episodio è la Detective Reese di Life  Samantha Shaw aka Sarah Shahi (notate come casualmente sia il nome reale che quello del suo personaggio siano entrambi con la doppia S) che rappresenta per la prima volta un caso del giorno che risulta “Relevance” invece che irrelevance per il dinamico duo. Questo ovviamente è dovuto al fatto che la morettina tutto pepe rappresenta il braccio della Machine, ovvero esegue ordini di omicidi su commissione da parte del Governo per evitare minacce di livello terroristico. Tutto andrebbe più che bene se non fosse che il suo compagno di squadra comincia a insospettirsi e richiede una verifica interna, verifica che li pone come candidati principali per passare a miglior vita. Se per il collega Michael Cole si verifica quanto preventivato dal Governo, per la Shaw incomincia una lunga giornata all’insegna di morti, torture e salvataggi in extremis.
Il dinamico duo, Carter e Fusco compaiono solo alla fine dell’episodio per timbrare il cartellinom, per salvare la Shaw da morte certa e per offrirle un posto in squadra. Come fanno a fare tutto questo in 5 minuti? Bè innanzitutto è merito del genio di Jonathan Nolan che per l’occasione ha sceneggiato personalmente l’episodio, poi diciamo che il quartetto è stato aiutato anche da una vecchia conoscenza di nome Leon che è sempre bello da riportare in gioco di tanto in tanto. In questa baraonda non potevano mancare altre figure eccellenti come il killer governativo Hersch e soprattutto Root. Il suo zampino o per meglio dire il suo ferro da stiro ci chiarisce il perchè della sua entrata in scena se già non fosse chiaro: trovare il luogo dove è situata la Machine. La sua utopica ricerca non è agevolata dalla Shaw che però non sa nemmeno dell’esistenza della Macchina e quindi non può aiutarla, chi invece può aiutare la brunetta ad uscire dai guai è Reese che arriva al momento giusto per salvarla ma in ritardo quanto basta per non capire che dietro a tutto c’è Root.
In un clima di diffidenza globale e di grilletto facile Reese e Finch rappresentano l’ancora di sicurezza a cui Shaw non sa ancora di potersi affidare, un’ancora che viene sì lasciata a piedi nel mezzo di un cimitero ma però con la speranza di aver convinto l’ex killer del Governo ad aiutarli nel loro lavoro quotidiano. Insomma non è un addio ma un probabile arrivederci a data da destinarsi che ci farà tenere in fibrillazione per un po’, ovviamente senza dimenticarsi della sempre possibile presenza di HR, Elias e killer governativi vari ed eventuali che sono pronti ad ammazzare il dinamico duo.
Ricapitolando quindi bisogna baciare dove cammina Nolan e pregare perchè ci sforni altri episodi simili perchè, signori e signore della platea, questa è l’ennesima perla che passa inosservata nel mare mediatico delle serie televisive, un mare che non rende giustizia a Person Of Interest ma che per noi che l’abbiamo scoperta rimane la sola e unica serie di valore attualmente in onda in mainstream.
Baciamo le mani.

PRO:

  • Episodio praticamente perfetto
  • Dispiace dirlo ma non si sente la mancanza dei protagonisti
  • Finch che fa il Padrino è da applausi
  • Ogni scena è stata progettata con estrema precisione e nulla risulta stucchevole od errato. Anzi.
  • Samantha Shaw potrebbe rivelarsi l’ennesimo personaggio azzeccato se entrasse a far parte del cast principale. Magari un domani, chissà…
  • “Mi pagate troppo poco per queste stronzate.” – “Leon noi non ti paghiamo affatto.”
CONTRO:
  • Se davvero dobbiamo trovarne uno avrei preferito una maggior presenza di Reese e Finch, ma alla fine l’episodio è perfetto così come è…

 

Thumbs up e standing ovation.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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