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Doctor Who 7×06 – The Bells Of Saint JohnTEMPO DI LETTURA 5 min

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In questo piovoso Week End pasquale ci siamo potuti gustare l’inizio della seconda parte della settima stagione, scritta da Steven Moffat, sceneggiatore che ormai amiamo e odiamo allo stesso tempo, qualunque cosa faccia. In queste ultime puntate sono successe molte cose, abbiamo detto addio a due companions del dottore e in compenso ne abbiamo conosciuta un’altra: usare il termine “una” per Clara Oswin Oswald non è esattamente corretto visto che l’abbiamo vista due volte in vesti diverse e questa volta abbiamo un’altra versione ancora di lei, ma nonostante le diversità temporali nelle quali le tre Clara si trovano riusciamo a unire i punti, con Moffat che ci guida la mano con sagacia, scovando qualcosa in comune nelle “tre” ragazze e ogni volta che ciò accade questo ci strappa un sorriso e ci invoglia a scoprire qualcosa in più su questa misteriosa donna senza tempo. In “The Bells of Saint John” succedono molte cose degne di nota che dovremmo ricordarci perché sicuramente ritorneranno nel corso della stagione: prima fra tutte è tornata la Great Intelligence che se nell’episodio di Natale avevamo visto prendere le sembianze degli Snowmen questa volta la vediamo prender possesso di un gruppo di persone trasformate in un server.
Parlando di grandi ritorni, abbiamo anche rivisto la UNIT e chissà che ruolo avrà, e più che altro se lo avrà. Altro piccolo dettaglio, ma sicuramente non meno importante, è il piccolo dialogo tra Clara e il Dottore durante il quale lei afferma che una donna le ha dato il numero del Tardis: su migliaia di teorie su chi possa essere questa donna, la risposta più ovvia e banale è River Song, ma dato l’episodio del cinquantenario alle porte tutto è possibile.
L’inizio della puntata con quel video di avvertimento “don’t click” mi (e ci) ha riportato alla mente il video del decimo dottore “don’t blink” e nel corso dell’episodio abbiamo ritrovato altre analogie con vecchie puntate in cui il protagonista era sempre il decimo dottore interpretato da David Tennant: sto parlando della ripetizioni inquietanti e cantilenanti da parte delle persone nel server (I don’t know where I am) che hanno ricordato l’episodio della biblioteca in cui le persone oramai morte chiedevano “hey, who turned out the lights?” E poi infine, non parlando di un evento in particolare ma di tutto l’episodio, c’è da dire che la struttura e gli avvenimenti erano molto simili all’episodio “The Idiot’s Lantern”, dottore che esce dal Tardis moto munito compreso.
Le prime due puntate a cui ho fatto riferimento sono state sceneggiate da Moffat mentre invece quest’ultima è stata sceneggiata da Mark Gatiss e il punto è che non credo proprio che zio Steven sia a corto d’idee, penso solamente che si voglia autocelebrare e voglia omaggiare il suo socio co-creatore di Sherlock lasciando piccole chicche qua e la.
Sempre parlando degli omaggi alle sue stesse creazioni vorrei fare una piccola zoomata sul libro che ci viene mostrato ossia “Summer Falls” scritto da Amelia Williams; che l’Amelia Williams in questione sia la nostra Amy credo che non ci siano dubbi al riguardo, ma guardando l’immagine di copertina salta subito all’occhio che i due bambini protagonisti sembrano Sherlock Holmes e John Watson cartoonizzati. Non mi dilungherò assolutamente oltre sul resto degli indizi della copertina (The Woman, The Hound, The Fall) chi è un fan di Sherlock capirà; abbiamo capito ormai che a Moffat piace infilare riferimenti a Sherlock in ogni dove, in questa settima stagione l’ha fatto più di una volta, e questo i fan di entrambe le serie lo apprezzano alquanto, ma per tornare al libro sopracitato vorrei sottolineare una frase che viene detta da Clara e cioè “Eleventh is the best, you’ll cry your eyes out”. Chiaro come il sole che questo numero non sia preso a caso, ma la frase che segue che significato ha? È per caso una promessa/minaccia da parte del nostro amato/odiato Showrunner? Probabile, certo è che dire “eleven(th) is the best” è un po’ una calata di stile perché vorrebbe dire sminuire tutti gli altri. Però magari non pensando male si potrebbe riferire a Eleven come il dottore che festeggerà il cinquantenario di questa serie storica e quindi di conseguenza, racchiudendo un po’ tutto e tutti, sarà il miglior episodio di sempre. O forse era solo una semplice frase
buttata li per farci scervellare, conoscendo Moffat tutto è possibile.
Sostanzialmente l’episodio è inquietante, bello e ci ha fatto assaporare quello che sarà il rapporto tra il Dottore e Clara, un rapporto fraterno per lo più, e ci ha lasciato le basi per quello che sarà il proseguimento di questa stagione, ma onestamente io quando so che una puntata è scritta da Moffat ho sempre le aspettative al massimo e se devo essere sincera questa volta non è stato proprio come me lo aspettavo. Belli i riferimenti, belli gli indizi, bello tutto ma al nocciolo non è stato nulla di eccezionalmente straordinario per il semplice fatto che da lui mi aspetto di più.
Un piccolo plauso va al monaco che si fa il segno della croce quando chiede al Doc se stesse parlando con uno spirito maligno e si sente rispondere “no è una donna”. Geniale.

PRO:

  • Gli indizi che collegano le tre Clara.
  • I vai riferimenti a puntate delle stagioni passate.
  • Il rapporto quasi fraterno tra il Dottore e Clara.
  • Il libro di Amelia.

CONTRO:

 

  • “Eleven is the best”. Perché?
  • Da Moffat ci si aspetta di meglio.

 

In conclusione direi che la nuova compagna è un’ ottima scelta, insieme i due sono divertenti e dolcissimi. Aspettiamo il resto della stagione per vedere che piega prenderà questa volta la vita del dottore insieme a questa misteriosa ragazza.



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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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