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Supernatural 8×20 – Pac-Man FeverTEMPO DI LETTURA 3 min

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Ogni volta che ritorna una guest star e non muore a fine episodio mi scatta inconsciamente un high-five con gli sceneggiatori. Dico questo perchè ultimamente si sono visti troppi ritorni e ancora più morti, ultima tra queste quella di Bobby nello scorso episodio. Inutile nascondere quindi la mia felicità nel constatare che Felicia Day potrà potenzialmente tornare ad imbottire le puntate di riferimenti culturali che solo i nerd e pochi altri eletti riescono a capire.
Già Felicia Day. Ormai è diventata la beniamina dei fan che letteralmente sbavano per lei, io francamente non mi sento di rientrare in questa categoria perchè, pur non amandola, non mi dispiacciono le sue comparsate periodiche, soprattutto se, come in questo caso, hanno un senso e non sono solo un riempitivo per rendere più gradevole la puntata filler come con “LARP & The Real Girl“. A dirla tutta si potrebbe invece rovesciare il ruolo dell’episodio e parlare di come gli autori abbiano costruito una sceneggiatura atta ad approfondire e sviluppare il suo personaggio modificando il suo status di nerd lesbica a quello di ragazzina rimasta orfana da piccola che si colpevolizza per la morte dei suoi genitori. Un cambio non da poco per la rossa più amata di Supernatural…
Per arrivare a conoscere il segreto della sua infanzia bisogna però fare prima i conti con un paio di Djinn, madre e figlio, che, come nelle migliori storie di Supernatural, sono nella posizione lavorativa migliore per nascondere le loro uccisioni. Ma cos’è un Djinn? Nella mitologia araba un Jinn è il cosiddetto Genio che però, a differenza del più celebre della lampada di Aladino, risulta essere il più delle volte cattivo. Quello di Supernatural invece è ben diverso e addirittura quello di questo episodio è una variante che preferisce le vittime che soffrono maggiormente di paura. Un classico insomma.
Nella ricerca dei Djinn non si può non apprezzare l’istinto da fratello maggiore di Dean che cerca in tutto e per tutto di proteggere il suo fratellino ed evitare che si faccia male. Impossibile non ritornare con la mente alle prime stagioni e ai vari flashback in cui venivano ritratti in più tenera età e dove comunque si ripeteva sempre la stessa storia. Il culmine di tutto questo amore fraterno lo si ha con l’abbraccio finale tra Sam e Dean, un momento toccante che i più di voi avranno sicuramente apprezzato e desiderato da molto tempo, infatti scene del genere si vedono di rado e sicuramente non si sono viste nella pessima “Citizen Fangs
Dulcis in fundo per gli amanti della cabala e degli easter eggs gli amici di Supernatural Legend ci segnalano che in questo episodio Sam indossa la stessa cravatta indossata nell’episodio 2×20 “What Is, And What Should Never Be”. Fatalità vuole che in entrambe le puntate il mostro di turno fosse un Djinn, caso? Non credo.

 

PRO:

  • Felicia Day ed il stile unico
  • L’abbraccio finale tra Sam e Dean
  • L’idea di mandare Charlie e Dean in un videogioco con soldati vampiri
  • La rappresentazione dello stato di salute precario di Sam
CONTRO:
  • Nessuna evoluzione nella trama orizzontale
  • Sam è reso più debole ed inutile di ciò che è in realtà

 

Episodio carino che non fa rimpiangere l’attesa per il season finale che avanza. Anzi, oserei dire che è uno degli episodi meglio riusciti in questa stagione ma purtroppo non mi sento di dare più di 3 Emmy e mezzo.

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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