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Doctor Who 7×10 – 7×11 – Journey To The Centre Of The Tardis – The Crimson HorrorTEMPO DI LETTURA 5 min

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Fermiamoci un attimo, facciamo un bel respiro profondo e prepariamoci a viaggiare all’interno del Tardis rischiando di scoprire (forse) la risposta alla domanda più grande che si sia mai posta nell’intero universo: Doctor Who?
Partiamo questa volta dal cuore del problema e vale a dire Clara e il libro cheriporta i fatti della guerra del tempo. Il Tardis è infinito e per puro, purissimo caso Clara si ritrova nella biblioteca, in mezzo all’Enciclopedia Gallifreiana e davanti a uno dei libri più importanti che ci possano passare sotto mano. Ammettiamo, siamo tutti balzati sulla sedia, sul divano, o che dir si voglia, alla vista della scritta sul bel librone rilegato, ma proprio mentre trattenevamo il fiato insieme a Clara sono sorti alcuni dubbi e ci siamo posti qualche domanda. Prima e più pressante fra tutte: se il libro è presumibilmente scritto in Gallifreiano come ha fatto Clara a leggerlo dato che la matrice del Tardis non lo traduce? Immagino che avremo risposte a breve. O forse no. In ogni caso, abbiamo avuto modo di vedere alcune parti del Tardis che avevamo solo immaginato, piscina compresa, abbiamo ritrovato il telescopio di Torchwood e abbiamo visto l’occhio dell’Armonia, buco nero che contribuisce ad alimentare l’energia dell’astronave e soprattutto abbiamo avuto modo di vedere il confronto diretto tra Clara e il Doctor. Basta sotterfugi e bugie, il Signore del Tempo è costretto a dire alla ragazza perché si trova sul Tardis ma nonostante ciò non avrà una risposta soddisfacente, anzi non verrà spiegato nulla; il problema comunque è Clara, che sembra genuinamente sconvolta da quanto detto, e inoltre avendo capito che il tempo si resetterà approfitta per rivelargli di aver scoperto il suo vero nome. Sul momento non ho gradito l’ennesimo reset ma poi a mente lucida, ragionando, ho pensato che altrimenti sarebbe stato troppo banale e troppo facile se Clara si fosse ricordata tutto.
Ecco che qui però Thompson, sceneggiatore della puntata, ci strizza l’occhio e ci fa capire che non proprio tutto è andato a finire nel dimenticatoio: infatti uno dei tre fratelli, ignaro di aver vissuto due volte, pare ricordarsi del rimprovero del dottore e mentre difende il fratello sembra quasi sorpreso del suo stesso modo di comportarsi, come se non capisse da dove provenisse tutta quell’umanità.
Episodio meraviglioso durante il quale continuano ad essere seminati i puntini che si uniranno a fine stagione; apparentemente la trama orizzontale sembra non esserci, sembra non andare avanti, ma dagli sguardi di Clara e del Doctor capiamo che la trama c’è, che le soluzioni stanno per essere svelate, semplicemente noi non percepiamo nulla di tutto ciò che sta avvenendo.
Dallo spazio finiamo nella Londra Vittoriana, o meglio nello Yorkshire Vittoriano dove ritroviamo Lady Vastra e Jenny le due donne alle quali Doyle si ispirò per i personaggi di Holmes e Watson, ovviamente stando al Whoniverse.
Episodio in sé abbastanza avvincente, una regia meravigliosa e stesso dicasi per la sceneggiatura, non a caso è di Mark Gatiss, anche se i primi minuti in cui il Doctor non compare mi sembrava di vedere una puntata di Ripper Street ma essendo Ripper Street una serie di tutto rispetto direi che non è stato un male. Peccato però per la fine, nessuna spiegazione riguardo al nemico, o per lo meno nessuna spiegazione soddisfacente, sappiamo solo che si trattava di un parassita preistorico; stesso dicasi per il motivo per cui il doctor avrebbe voluto portare Clara nel luogo di in cui morì la “seconda” Clara, la tata vittoriana.
Non ho ben capito cosa sperasse di trovare né tanto meno si è degnato di spiegarcelo; ma tralasciando questi piccoli particolari direi che l’episodio è ben riuscito e la storyline di Ada e del suo imperfetto Monster è stata dolce, commovente e toccante. Mrs GillyFlower (AKA Diana Rigg) e le sue idee riguardo la specie perfetta e riguardo l’apocalisse imminente ci fanno correre un brivido lungo la schiena, non tanto per il suo progetto finale quanto per il fatto in sé: i mostri e gli alieni non metteranno mai paura quanto un estremista religioso o un fanatico di qualunque tipo esso sia pronto a tutto pur portare avanti i suoi vaneggiamenti. La povera Ada incarna l’essere imperfetto, l’essere impuro che non entrerà mai nel regno dei cielo, è soggiogata dalle idee della madre ma finalmente alla conclusione di questa storia avrà il suo Happy Ending. Molto carina la chicca del bambino di nome Thomas Thomas che dà indicazioni stradali, un po’ meno quella del detective che sviene davanti a ogni cosa come le donne nei romanzi d’appendice o come Dante all’inferno. Forse l’intento era quello di farci sorridere ma direi che non è andato a segno.
La fine di questo episodio vede i due ragazzini a cui Clara fa da babysitter scoprire alcune sue foto insieme al dottore in varie epoche: questo mi ha ricordato piacevolmente il Pilot “Rose” in cui appunto Rose vede delle foto di varie epoche diverse in cui compare il Doctor. Carino l’espediente trovato, ma la cosa veramente interessante non è tanto il fatto che i due bambini andranno presumibilmente a fare un giretto sul Tardis tanto quello del ritrovamento delle foto di “Clara” che alla Clara odierna non tornano. Questa volta niente riavvolgimenti del nastro, niente escamotage per far dimenticare la scoperta a Clara, questa volta nella ragazza è stato instillato il dubbio e verso la fine le cose cominciano a farsi ancor più interessanti.

 

PRO:

  • Le varie stanze del Tardis.
  • La trama che forse comincia a districarsi.
  • Gli episodi nell’epoca Vittoriana sono sempre fantastici.
  • Ada.
  • Diana Rigg.
CONTRO:

  • Clara che legge il nome del Dottore dal Libro.
  • Il recap.
  • Il detective che sviene in ogni occasione.
  • Le poche spiegazioni.

 

Recensione doppia per due episodi completamente diversi, geniali ognuno a modo proprio. Il primo merita un 4 pieno mentre al secondo darei mezzo punto in meno, ma visto che il Dottore è sempre il Dottore arrotondiamo per eccesso.



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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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