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Fringe 5×13 – An Enemy Of FateTEMPO DI LETTURA 4 min

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Si è chiuso il cerchio e si è chiuso con tutti i crismi che si meritava. Ringraziando la FOX che, grazie soprattutto alla possibilità di mandare in syndacation la serie, ha prodotto gli ultimi 13 episodi e ringraziando J.H. Wyman per non aver mandato tutto in vacca come è stato fatto con Lost, ora è doveroso guardare con occhio critico tutto il percorso che è stato fatto dai personaggi, la loro evoluzione e soprattutto la loro maturazione che ci ha portato ad amarli tutti indistintamente come se fossero reali.
In questi 100 episodi (ebbene si, questo è il 100°) tutti i personaggi sono cambiati e, nel bene e nel male, hanno seguito un loro percorso formativo che gli ha cambiati, temprati e fatti diventare più adulti e consapevoli delle proprie capacità. Linee temporali sono state riscritte nel nome di una figlia che si è sacrificata per una giusta causa, due universi si sono fatti la guerra per colpa dell’amore di un padre il cui amore non poteva essere fermato, innumerevoli leggi della fisica sono state infrante in nome di tutto ciò ed tra quasi un centinaio di casi fringe alla fine ci sono solo tre costanti: Peter Bishop, Walter Bishop e Olivia Dunham. E poi non ditemi che tutto questo non è poetico.
Ovviamente nella chiusura della serie non potevano venire meno gli ideali dei protagonisti che hanno sacrificato tutto per arrivare dove sono ora, ad un passo dal completare il tanto famigerato piano per la distruzione degli Osservatori. Ecco quindi manifestarsi la voglia di redenzione per Walter per tutto ciò che ha compiuto nella sua vita, dagli esperimenti con il Cortexiphan su Olivia e gli altri bambini fino alla guerra tra i due universi, la voglia di riscatto per il sacrificio perpetrato dalla propria figlia per Olivia e Peter ed infine il desiderio di rendere il mondo un posto migliore e sicuro per tutti a discapito della propria vita, ideale che tutti i protagonisti hanno sempre espresso. Insomma il fronte emotivo è sempre al primo posto come in ogni altra puntata.
In questi 40 minuti di saluti finali c’è tempo per tutti coloro che hanno avuto una parte importante in questi 100 episodi, perfino per la cara dolce e ambrata mucca Gene. Il climax ascendente che parte dai dialoghi padre-figlio o Walter-Astrid e che culmina nell’attraversamento del portale da parte di Walter e Michael è perfetto, ineccepibile in ogni frangente, compreso quello caratterizzante la morte di Settembre/Donald. Il momento in cui l’ex Osservatore cade al suolo è l’istante in cui si compie il destino e Walter, facendosi coraggio, decide di immolarsi per salvare l’umanità in una sorta di contrappasso cosmico e poetico. In un turbinio di emozioni tutto procede per il verso giusto fino all’eliminazione di questa linea temporale dominata dagli Osservatori. Da cosa capiamo che tutto ha funzionato? C’è un tulipano bianco a testimoniarlo insieme ad una lettera firmata Walter Bishop ed un flashback su Etta al parco che non si infrange con l’arrivo delle teste pelate. Un happy ending che non guasta e che anzi potrebbe, nella sua semplicità, durare qualche minuto in più giusto per lasciarci apprezzare il risultato ottenuto dopo tutti questi sacrifici che però ora nessuno ricorda di aver fatto.
La domanda però che ci si deve porre ora è: “sono soddisfatto del series finale?”. La risposta è decisamente si. Tutto ciò che era stato lasciato in sospeso ha avuto una spiegazione, c’è stato il tempo per gli ultimi saluti e le ultime lacrime ed infine non è da sottovalutare il modo in cui tutto è finito con un evento fringe in piena regola. Il paradosso si è fatto normalità in questa stagione ed è stato usato dai nostri come arma più di qualche volta dimostrando come il karma sappia essere beffardo alle volte. Con una stagione completa si sarebbero potuti approfondire argomenti interessanti che sono stati gestiti frettolosamente, vedasi il Peter Osservatore o il rapporto a tre Peter-Olivia-Etta, tuttavia ora non rimpiangiamo niente e al contrario ringraziamo tutti coloro che ci hanno concesso l’opportunità di vivere queste ultime emozioni. Davvero niente da dire in proposito, solo grazie.

 

PRO:

  • Tutto, decisamente, perfetto.
CONTRO:
  • Potendo sarebbe stato piacevole vedere ancora qualche minuto della famiglia Bishop nella nuova realtà.

 
Fosse stato gestito così bene anche il finale di Lost ora tutti noi ce lo ricorderemmo con il sorriso sulle labbra ed invece no, forse anzi è merito di Lost stesso se non abbiamo avuto quel finale aperto che tutti temevamo come una spada di Damocle. Il voto massimo è più politico che altro e va assegnato senza tante discussioni ad una serie da sempre troppo sottovalutata ed ignorata dai critici ma amata con tutto il cuore da noi fan che siamo stati così fortunati a poterla vedere interamente crescendo in contemporanea a questi eroi. Nemici del fato per l’eternità.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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