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Game Of Thrones 3×10 – MhysaTEMPO DI LETTURA 6 min

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Mhysa, madre in ghiscariano, madre dei draghi, madre liberatrice di un popolo, questa è la grande Daenerys nata dalla Tempesta, sangue di drago. Vorrei cominciare la recensione dalla fine dell’episodio, un finale pazzesco, forse non un cliffhanger da togliere il fiato come quello delle stagioni passate ma comunque molto coinvolgente; Dany innalzata dal popolo a cui ha tolto le catene, sfiorata e idolatrata come una sorta di santa. Una scena di pochi minuti rispetto a quelle degli altri personaggi ma molto efficace. Come le dissero, lei non potrà mai avere figli e perciò è stato molto emozionante sentire la folla urlare la parola che lei non sentirà mai da nessuno che sia sangue del suo sangue; proprio per questo lei è la madre eclatante per eccellenza ma in questa serie ogni madre a modo suo è grande, e per alcune donne essere madri è l’unica gioia che possono avere.
È la stessa Cersei a dirci questo, in un dialogo quasi umano con il tanto odiato fratello Tyrion; il loro rapporto televisivo fatto di intolleranza, odio e un briciolo infinitesimale di rispetto reciproco è ben lontano dall’algido disprezzo che pervade entrambi i personaggi cartacei, un cambiamento apprezzabile se si pensa che in fin dei conti i due hanno in comune un padre despota, autoritario e infinitamente cinico. Proprio per questo più di una volta abbiamo visto Cercei aprirsi con Tyrion e in questo caso l’argomento del discorso è proprio la maternità e i figli: la regina reggente spiega al fratello che l’unico modo per rendere felice sua moglie è proprio quello di donarle una persona che amerà più della sua stessa vita; se ben ci ricordiamo lo stesso discorso lo fece a Sansa, quando ancora era promessa a Joffrey. Si capisce che nonostante Joffrey sia un mostro di rara crudeltà per la povera Cersei è pur sempre suo figlio, unica persona insieme a Myrcella e Tommen che la tengono in vita essendo lei profondamente infelice.
Lontano da Approdo del Re, nelle terre selvagge oltre la Barriera c’è una donna che con Cersei non ha niente a che fare se non l’amore incondizionato per il suo bambino: è Gilly, che decide di scappare per salvare suo figlio, sfidando le sue più grandi paure. È lei a dare la forza a Sam, e insieme riescono a raggiungere uno dei fortini abbandonati dei Guardiani della Notte. Il loro incontro con Bran è stato molto affascinante, per il semplice fatto che è bello quando le storylines dei personaggi che hanno qualcosa in comune si incrociano, e anche se in realtà i due non si conoscono portano entrambi nel cuore una persona, Jon Snow. In tutto questo abbiamo visto finalmente dare un po’ più di spessore al personaggio di Bran che nonostante la sua giovane età affronta a testa alta il suo destino, seppure difficile, ma nonostante ciò essendo poco più di un bambino trema ancora nel buio narrando ai suoi amici le storie della vecchia Nan; a proposito di questo, è molto apprezzabile il confronto e la somiglianza tra la storia del Cuoco dei Topi e le nozze rosse. Secondo le antiche credenze gli Dei non perdonano chi uccide i propri ospiti sotto il proprio tetto, ma gli Dei antichi e nuovi sembrano essersi dimenticati degli uomini, e mentre il plotone degli Stark marcisce nei campi delle Torri Gemelle e il loro re è stato sfigurato brutalmente dopo la morte, Walder Frey e Roose Bolton godono ancora dei piaceri terreni.
Il giovane lupo è morto ma sua sorella Arya è più viva che mai, e la terribile visione del corpo del fratello segna un altro punto di non ritorno nella sua vita; per la prima volta uccide con una rabbia inaudita, uccide per vendetta e lo fa con le sue stesse mani, e per la prima volta la sentiamo pronunciare Valar Morghulis. Brividi. Tutti gli uomini devono morire, e quell’uomo è morto per mano della piccola Stark, proprio come predisse Melisandre scrutandola nell’anima. Arya è magnifica e la piega che sta prendendo è terribilmente interessante e allo stesso tempo spaventosa, perché la piccola grande donna è sempre più sola, e ogni volta vede sfumare davanti agli occhi la possibilità di essere felice o per lo meno di rimettere insieme i pezzi di quel poco che le è rimasto.
Ma un altro dei protagonisti è stato fatto a pezzi, oltre che psicologicamente anche fisicamente: sto parlando di Theon Greyjoy, evirato senza pietà e con un sadismo senza pari da quel che si è rivelato essere il figlio bastardo di Roose Bolton, Ramsay: i lettori fedeli lo sapevano fin dall’inizio, e ammetteranno di aver anche ghignato un pochino durante il sadico gioco degli indovinelli di qualche puntata fa, mentre chi non riusciva a dare un nome al folle torturatore munito di trombetta sarà stato poco sorpreso di sapere che la mela non cade poi così lontano dall’albero, anche se il Lord di Forte Terrore è un brav’uomo paragonato a suo figlio, che infierisce su Theon senza remora alcuna; nonostante il personaggio di Ramsay non sia amabile (tanto per usare un eufemismo) l’attore Iwan Rheon è di una bravura inaudita, lui e Alfie Allen insieme fanno veramente venire i brividi.
Ovviamente gli elogi non vanno solo a loro, ma come sempre vanno anche a Charles Dance aka Tywin Lannister, che con due frasi manda a dormire il re, e visto quello sguardo di una forza sconvolgente anche noi del pubblico abbiamo avuto l’istinto di chiedere scusa a nonno Lannister (poi se pensate al passato di Dance in Ali G potrete apprezzare ancora di più la sua interpretazione); Jack Gleeson non ha niente da invidiare agli altri attori nominati, infatti anche lui sa il fatto suo, riuscendo a caratterizzare Joffrey in maniera più ampia rispetto al folle, crudele e capriccioso corrispettivo cartaceo dando a queste prerogative del suo personaggio un sapore leggermente diverso ma ugualmente odioso.
E comunque se nel continente occidentale sembra essere cominciata una tregua, sulla Barriera tutto sta per cominciare, infatti Jon Snow è tornato e con lui ha riportato molti fatti e molte notizie, certamente non belle e confortanti; e oltre ai bruti il pericolo dei non morti è imminente, e re Stannis viene convinto da Melisandre e Davos (che per la prima volte in vita loro si trovano d’accordo) che la guerra è altrove, non è ad Approdo del Re, ma nelle terre oltre la Barriera.
Tornando a Jon, l’evento più toccante delle sequenze che lo riguardavano è stato l’addio con la sua Ygritte, un addio che entrambi sapevano di doversi dire prima o poi, anche se in fondo ai loro cuori speravano di poter cambiare l’altra persona. “I know I love you” ha fatto sciogliere la neve nelle fredde terre del nord, ma purtroppo la bruta baciata dal fuoco non accetta comunque di rinunciare al suo uomo e preferisce ferirlo quasi a morte che vederlo tornare un confratello dei Guardiani della Notte. Amori perduti, amori ritrovati, come Jamie e Cersei, amori irrealizzabili come quello di Tyrion per Shae, amori di ogni genere, infondo Game of Thrones è anche questo.

 

PRO:

  • Daenerys e i ghiscariani liberati.
  • Tywin vs Joffrey.
  • Ramsay Bolton e il suo umorismo sadico.
  • Jon Snow e l’addio a Ygritte.
  • Arya Stark.
CONTRO:
  • La scena tra Shae e Varys abbastanza patetica.

Ci hanno lasciato con molte domande; certamente molto spesso i cliffhanger di questa serie non sono canonici, e questo finale di stagione ne è la prova, ma la caratteristica di Game Of Thrones è proprio questa, è saper costruire pezzo per pezzo una storia nei minimi dettagli, lasciando indizi quà e là e a volte il pubblico non se ne rende conto finchè non accade il fatto eclatante che li sconvolgerà.

 

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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