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R.I.P. (Recenserie In Peace) – The White QueenTEMPO DI LETTURA 4 min

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The White Queen, telefilm che ha debuttato il 16 giugno 2013 sul canale BBC One e basato sulla trilogia best-seller “La Guerra Dei Cugini di Philippa Gregory, si conclude dopo sole 10 puntate. Deludente decisione per un telefilm britannico ben fatto, volto a mettere in risalto non tanto le battaglie storiche (scene di combattimento scarse o del tutto assenti) della famosa Guerra delle Due Rose tra York e Lancaster, quanto piuttosto gli intrighi di corte, i tradimenti, la sete di potere e soprattutto la vendetta, sentimento chiave dell’intera stagione e che ritroveremo in tutti i personaggi.
Siamo nell’Inghilterra del 1464, sul trono è appena salito Edward IV di York mettendo definitivamente fine (almeno per il momento) alla guerra tra cugini, guerra scaturita dalla voglia di Edward e dei fratelli George e Richard di vendicare il proprio padre e fratello ingiustamente assassinati dalla Regina Cattiva appena deposta. Le vicende, però, vengono raccontate attraverso gli occhi di tre donne: Elisabeth Woodville (vedova di Sir Gray) la cosiddetta Regina Bianca, interpretata dalla bellissima Rebecca Ferguson; Margaret Beaufort, madre di Henry Tudor, una donna che “ha il coraggio di un uomo”; Anne Neville la quale, nelle ultime puntate, riesce a diventar regina avendo sposato Richard fratello del re. Nucleo del telefilm tutto al femminile, sono le donne che si districano nella vera politica dove non c’è spazio per i sentimenti: “In guerra gli uomini combattono con spade e cannoni, noi donne sappiamo trovare le nostre armi”. Sin dalla prima puntata, si viene catapultati in un’era i cui pilastri sono la religione e le credenze popolari. Cosa importante, anzi fondamentale per i più profani, è quella di lasciarsi trasportare dalla serie in una realtà dove visioni divine, premonizioni e maledizioni regnano sovrane.
La serie comincia con l’amore tra Elisabeth e Edward. Sin dalle prime scene è come se si fosse costrettia fare il tifo per lei e per il suo amore impossibile con il re. Lei, una donna di umili origini, deve avere a tutti i costi la sua rivalsa…un po’ come quando si faceva il tifo per Cenerentola. Di Cenerentola, però, non ha nulla: “Sono un duro avversario per qualsiasi uomo” sono le parole da lei pronunciate in una scena della pilot mentre minaccia il suicidio.
Infatti preferisce la morte piuttosto che esser costretta a giacere con lui come amante e non come sposa: qui l’onore non è più una priorità maschile! In più lui appartiene agli York e lei ai Lancaster … vi ricorda qualcosa? L’idillio dura poco, i tradimenti sono in agguato. Non importa se si è amici, parenti o fratelli, il trono resta sempre la seduta più ambita. Questo è ciò che rende la serie interessante, è un continuo camminare sulla corda a diversi metri di altezza senza protezione: non saprai mai da che parte soffierà il vento e se quel vento provocherà la caduta.
La storia di Elisabeth si intreccia sin da subito con quelle di altri due character femminili: la pia Margaret Beaufort che riceve la rivelazione divina sul destino di suo figlio e fa di tutto per farlo diventare re, costi quel che costi, e l’arrivista Anne Neville che, grazie agli intrighi di suo padre prima e alla sua sete di potere poi, riesce a diventar regina convincendo il marito Richard III Duca di Gloucester, il personaggio più integro della serie, ad autoproclamarsi re. Richard viene interpretato dall’attore Aneurin Barnard che, guardandolo bene, non ha nulla a che vedere con l’immagine attribuitagli da Shakespeare nel suo dramma storico “Riccardo III”, un uomo con braccio avvizzito, andatura zoppicante e schiena ricurva. E’ il personaggio, al di fuori del machiavellico terzetto in rosa, maggiormente degno di nota. Era ammirevole il suo senso dell’onore, la lealtà verso il suo re, questa continua esigenza di fare sempre la cosa giusta. sottolineo… era! Insomma il resto è spoiler free se avete un minimo di cultura storica. Concentrare trent’anni di storia in 10 puntate non è stato sicuramente facile: vi sono numerosi salti temporali tra una puntata e l’altra o addirittura nella stessa puntata. Manca un po’ di fluidità e adrenalina derivante dai vari combattimenti (elemento essenziale per una gran fetta di pubblico) e, forse, questa può essere una spiegazione circa le medie d’ascolto non particolarmente alte che non hanno permesso alla produzione di proseguire con una seconda stagione, parliamo di una media di 4 milioni di spettatori che tuttavia non hanno giustificato per la BBC le spese per la ricostruzione di un altro anno del drama storico. Nonostante questo, però, se si cerca un buon intrattenimento, The White Queen è un telefilm da vedere. Sono belle e molto curate sia le scenografie sia i costumi ed il cast è assolutamente eccellente. Partendo da una Amanda Hale sublime nel suo ruolo di Margaret Beaufort, passando per James Dominic Frain (Richard Neville XVI Conte di Warwick), attore meglio conosciuto per il suo ruolo di Thomas Cromwell nella serie televisiva “The Tudors”, arrivando infine a Janet McTeer (Jacquetta Woodville madre di Elisabeth), candidata due volte all’Oscar: nel 2000 come migliore attrice protagonista con il film “In Cerca D’Amore” e nel 2012 con il film “Albert Nobbs”.
Quando si arriva all’ultima battaglia con la quale termina il telefilm, non si rimane soddisfatti. Vorrete, sicuramente, un proseguo che purtroppo non ci sarà. Questo è ciò che rende un telefilm degno di esser visto e se volete sapere come finisce il racconto, bè lo potete trovare sui libri di storia.

 

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

2 Comments

  1. BBC ha deciso per la cancellazione ma Starz, anch'essa coinvolta nella produzione della serie, sarebbe intenzionata a proseguire con un sequel perchè in America ha avuto dei buoni rating. Morale: per ora la serie è cancellata, se Starz riuscisse a riunire il cast e vi fosse il benestare generale allora forse ci potrebbe essere il sequel. Attualmente però non ci sono certezze, sicuramente non la rivedrai sulla BBC…

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