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Scandal 3×10 – A Door Marked ExitTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Il diavolo è entrato”, questa è la frase che verrà ripetuta diverse volte durante tutto il mid-season finale di questa terza stagione di Scandal. Il diavolo è entrato nei cuori dei politici coinvolti nel gioco della Casa Bianca, nel gioco di Cyrus che è entrato distruggendo tutto ciò che poteva essere distrutto: ambizioni, rapporti d’amore, di fiducia, matrimoni,
carriere politiche. Nessuno poteva immaginare una tale reazione da parte del Vice Presidente, neanche lo squalo politico. Sally Langston ha ucciso suo marito, Daniel Douglas, colpevole di essere andato a letto con James e quindi ammettere di essere gay, cosa che per una conservatrice come Sally è inaccettabile forse anche più del tradimento stesso. Spingere Daniel al tradimento è stato facile, tutto era stato orchestrato nei minimi dettagli da Cyrus e Mellie per mettere in ginocchio Sally che voleva concorrere alla carica presidenziale. Tutto tranne questo: l’omicidio. Il diavolo è entrato e Cyrus comprende che il diavolo è proprio lui e che questa non è altro che una conseguenza delle sue azioni. 
Alla vista del corpo Cy rimane sconvolto al punto di vomitare. I sensi di colpa prendono il sopravvento e i retroscena psicologici vengono finalmente mostrati sul piccolo schermo, l’umanità entra preponderante nel telefilm. Mai sono stati mostrati turbamenti, rimorsi che potevano essere suscitati dalla distruzione di vite e, ammettiamolo, di vite nel corso di queste tre stagioni ne sono state “sotterate” tante. 
Oltre ad una sceneggiatura geniale si deve citare anche una favolosa regia che nei primi minuti della puntata ci ha regalato degli attimi che faremo fatica a dimenticare. Spettacolare la scelta delle immagini per raccontare l’omicidio, il senso di colpa, la frase di Sally quando chiama Cyrus “Ho commesso un peccato” e non “un crimine”, la sovrapposizione del presente con il passato, il confronto tra Cyrus e Sally che insieme fanno faville (basta ricordare come recitavano la perte dei genitori di Meredith in Grey’s Anatomy). Tutto questo dà inevitabillmente quella nota in più ad una melodia già perfetta.
E’ Cyrus Been, il personaggio che più sorprende in questa puntata. Subito pronto a sfruttare suo marito per i propri fini politici, lo ritroviamo ora supplicare James di perdonarlo. Perché davanti all’ambizione, al gioco politico e alla mancanza di rispetto, il tradimento passa in secondo piano. E quando l’amore non basta e non ci può essere perdono, entra in gioco il contratto per cercare di avere almeno un tornaconto anche nella peggiore delle situazioni: questo è Scandal, dove l’amore non sempre vince. 
Il Presidente, nel frattempo, all’oscuro dei giochetti messi in atto da Cy e Mellie, è impegnato a neutralizzare il signor Pope. Il confronto tra i due prende pieghe inaspettate e bisogna ammettere che l’interpetazione di Joe Morton è stata una signora interpretazione, finalmente gli è stata concessa qualche frase in più rispetto alle solite sul B613. Ha recitato una parte di uomo, di padre e non solo quella del Command. E proprio dal suo monologo con Fitz è stato preso il titolo della puntata: “A Door Marked Exit”, secondo Rowan Olivia sarebbe solo “una porta di uscita” per Fitz, una porta che lo liberebbe dai fardelli presidenziali, da una moglie non più amata e da suo padre (again!). Questo è il pensiero di Pope, un pensiero che Fitz non si è affrettato a contraddire, le palle presidenziali nel confronto con The Command hanno perso la loro verve. 
Spostando l’occhio di bue sui gladiatori, il personaggio di Quinn meriterebbe una riflessione approfondita. E’ partita come cagnolino smarrito che ha dovuto lavorare duramente per conquistare e mantenere uno status negli associates della Pope, ora invece viene cacciata per tradimento (non dimentichiamo che avviene dopo la tortura) da Huck, da lei considerato un mentore, l’unico al quale Quinn teneva davvero. Olivia non interviene, tranne con qualche ramanzina, e la cosa è inaccettabile, troppo impegnata con il problema della madre.
E qui entra in gioco il personaggio di Maya Pope che capovolge i concetti schematici di “buono” e “cattivo”: era davvero una terrorista con una decina di identità false. Il famoso aereo con le 329 persone a bordo è stato abbattuto da Rowan perché la moglie gli aveva fatto credere di aver messo una bomba che sarebbe scoppiata una volta che l’aereo fosse atterrato a Londra. La scelta è stata facile: sacrificare 329 persone invece di migliaia. Ora, non dico che Rowan sia un santo come la stessa Liv cerca di dipinerlo, ma almeno qualche carta di bontà in più ora la può giocare, non tutto si basa sul capriccio di un solo uomo, forse solo sulla sua ingenuità. Ora il nemico non è più lui, e come potrebbe esserlo dato il suo spodestamento da parte della nuova coppia Jake-Fitz; ora il nemico è lì fuori senza una vera identità.
PRO:

  • Regia e sceneggiatura spettacolari
  • Cyrus Been in assoluto
  • Confronto tra Rowan Pope e il Presidente
  • Il personaggio di Maya
  • Jake e la sua assunzione del comando del B613
CONTRO:
  • L’allontanamento di Quinn e il non intervento di Olivia

Questa serie tv non ha mai perso un colpo, l’insufficienza non rientra nella sua pagella. Adesso avremo solo un compito arduo: aspettare febbraio per vedere il proseguo.

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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