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Falling Skies 4×08 – 4×09 – A Thing With Feathers – Till Death Do Us PartTEMPO DI LETTURA 7 min

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Mancano tre episodi alla fine della stagione e, quando oramai pensavamo di aver raggiunto l’apice del trash tra eroi mascherati su due ruote, campi di rieducazione aliena e tute di Faraday, ecco che Falling Skies estrae dal cilindro “A Thing With Feathers” e “Till Death Do Us Part”, due puntate ricche di (tenetevi forte): portelli che si
aprono magicamente grazie alla sola imposizione delle mani del divino Tom Mason, sterili siparietti romantici tra individui che dieci ore prima nemmeno si conoscevano, persone che non vedono l’ora di sacrificare la loro vita per qualcun’altro, triangoli amorosi tra fratelli, viaggi sulla luna, addestramenti in stile Matrix e, dulcis in fundo, un matrimonio. Fantastico.
Per i primi dieci, a voler essere generosi quindici minuti dell’ottavo episodio lo spettacolo risulta stranamente godibile, chiudendo un occhio su “portelli salvaMason” ed elettricisti tratti in salvo miracolosamente dalle macerie. Hal ritrova Maggie ma scopre che potrebbe morire a causa di un’emorragia interna causata dal crollo, Matt e Weaver coordinano le operazioni di recupero dei sopravvissuti (in realtà solo di Tom Mason) trovando anche il tempo di picchiare un po’ Pope, che ormai accetta di buon grado ogni forma di violenza verbale e fisica a patto che a procurargliela sia un Mason, mentre Ben assiste in prima persona al piano di evoluzione indotta promosso dalla sua dolce sorellina Espheno-americana. Di questi filoni narrativi l’unico davvero interessante è l’ultimo, forse perché finalmente riporta il focus sull’invasione aliena o forse perché essendo (così dicono) un telefilm di fantascienza, dei miracoli di Tom Mason e dei retroscena amorosi della II Mass non ce ne frega assolutamente nulla. Curare le dinamiche sociali all’interno del gruppo è sicuramente un elemento apprezzabile in una serie post-apocalittica. Osservare come le persone cambino e i rapporti personali assumano caratteristiche anomale perché maturati in periodo di precarietà ci permette di immedesimarci e di conseguenza affezionarci ai protagonisti della serie. Ma allora, perché in Falling Skies l’effetto è esattamente opposto? Cosa porta lo spettatore ad odiare personaggi come Tom ed Anne in uno show pieno di alieni nazisti colonizzatori? Semplicemente la mancanza di realismo. Voi direte: per forza, è un telefilm di fantascienza. E invece il punto debole di “Cieli Cadenti” è ed è sempre stato questo. L’elevare il protagonista a semidio sceso in Terra, dando allo spettatore la consapevolezza che non potrà mai succedergli nulla se non nel finale attraverso qualche forma di martirio; prendere sempre la decisione dettata dall’istinto e mai dalla razionalità e venire premiati ugualmente; ma soprattutto il totale irrealismo nei dialoghi, intrisi a tal punto di quel patriottismo americano e di quella retorica spicciola da provocare l’orticaria anche ad un veterano del Vietnam. L’unico personaggio che sembra aver acquisito un po’ di cervello, come avevamo già accennato nella precedente recensione, è il caro Hal. Nonostante Maggie avesse deciso di morire piuttosto che farsi “impiantare”, il suo ragazzo, cedendo al più naturale degli istinti, l’egoismo, decide di non ascoltarla salvandole la vita e donandole così gli stessi poteri del fratello Ben. Questo significa realismo. Qualsiasi persona nei panni di Hal avrebbe fatto la stessa cosa, mentre qualsiasi persona nei panni di Maggie avrebbe fatto di tutto per sopravvivere, ma no, in Falling Skies i princìpi sono più importanti di una grave lesione alla colonna vertebrale. Il resto dell’episodio non offre grandi sorprese. Dingaan e Tom vengono salvati dopo un tuffo nel triste passato dell’operaio, Maggie ne esce sana e salva e la II Mass si ritrova nuovamente a brindare ai caduti attorno a un fuoco, pienamente fiduciosa del fatto  che nessuno squadrone della morte Espheno li falcerà nei prossimi minuti.

Il finale ci introduce al tema centrale della nona puntata: la Luna. Ed ecco che gli sceneggiatori, probabilmente in difficoltà nel trovare un lieto fine per la serie, hanno ceduto al fattore “Morte Nera”. Se la minaccia da sventare è troppo grande allora basta creare un punto debole, una falla. Colpisci quello e il gioco è fatto. Ed ecco che, per puro caso, i nostri eroi vengono a sapere che sulla Luna risiederebbe la principale fonte d’energia Esphena. E qui assistiamo ad una scena assolutamente fuori luogo. Dopo aver deciso di andare sulla Luna, resosi conto di non poterci andare a piedi, probabilmente in preda ad una forma precoce di demenza senile, Mason senior comincia a canticchiare la canzoncina dell’ “I don’t know” di fronte ai suoi compagni, i quali, invece che tirargli qualche vecchio rottame, si lasciano trasportare e finiscono per ridacchiare come un gruppo di disadattati. Come se non bastasse, in seguito ad uno dei suoi consueti deliri d’onnipotenza, finisce per citare JFK ammettendo che da giovane fosse seriamente convinto che le parole del discorso fossero dirette a lui.
Il resto dell’episodio si sviluppa principalmente su tre fronti: il recupero degli oggetti necessari all’utilizzo dell’Illuminatore, il triangolo amoroso Ben-Maggie-Hal e il conflitto tra le due coppiette di turno, orientato principalmente sul tema della fede/fiducia.
Quest’ultimo filone è, naturalmente, quello meno interessante. Tom ed Anne, probabilmente già in assetto da matrimonio, decidono di cimentarsi in una classica lite tra coniugi. Il fulcro della questione è la figlia, più precisamente l’ostinazione della madre nel voler farle cambiare idea a tutti i costi. Abbiamo così la contrapposizione tra fede e raziocinio, e per la prima volta ci troviamo a fare il tifo per Tom, che finalmente si è reso conto di quanto Lexi potrebbe costituire un pericolo per i suoi amici e in generale per l’umanità. Peccato che la conversazione di per sè sia un po’ ridicola. “Non sappiamo quello che non sappiamo” potrebbe essere un ottimo epitaffio da riportare sulla lapide di Tom Mason.
Problemi in paradiso anche per la neo coppia Pope/Sarah. L’ex galeotto sorprende la bionda con in mano un flacone di Vicodin e la accusa di essere una drogata. Lei gli dice che in realtà erano aspirine e lui rimane lì come un fesso dopo averle fatto una morale di dieci minuti. Primo litigio e la ragazza parte da sola con un fucile e un paio di razioni di cibo. Prepariamoci per una missione di recupero nel prossimo episodio.
Il povero Hal si ritrova invece a dover competere col fratellino per il cuore di Maggie, attratta da Ben più che altro in seguito al trapianto di “spuntoni”. Ti piace vincere facile Ben. Così, dopo la scena più “tamarra” vista fino ad ora in Falling Skies, con Maggie in stile Dante di “Devil May Cry”, i due impiantati finiscono per baciarsi appassionatamente. Inutile dire che Hal arriva proprio in quel preciso istante scatenando la tanto attesa faida tra fratelli (ricordiamo il sogno fatto da Ben qualche puntata fa).
Il recupero dell’attrezzatura dal rifugio Volm si rivela più complicato del previsto. Il caposquadra del centro di rieducazione fa nuovamente la sua comparsa, utilizzando l’amica di Matt, Mira, come esca. Perfino Tom Mason era riuscito a fiutare la trappola. Purtroppo Matt, in preda agli ormoni tipici della pubertà, non si accorge di nulla e per poco finisce per avere sulla coscienza papà e neo mamma acquisita. Naturalmente non succede nulla e, anzi, assistiamo ad una sparatoria al limite del ridicolo, con Anne in versione “pupazzo gonfiabile che saluta come uno scemo” ad un metro e mezzo dal giovane psicopatico che, inspiegabilmente, non riesce a colpirla manco di striscio. Ci pensa poi Tom, dopo una fantastica capriola, ad accoppare il ragazzo. One shot, one kill.
E quando pensi che ormai la puntata abbia già dato tutto, eccola lì che arriva, la trovata geniale. Il matrimonio. No, seriamente, ci state prendendo in giro. Il mondo va in rovina, gli alieni hanno sterminato chissà quanti terrestri, i sopravvissuti vengono rieducati e trasformati e voi trovate il tempo di sposarvi? Almeno per il viaggio di nozze non ci sono problemi. “Fu*k you Hawaii, we choose to go to the moon”.

PRO:

  • Il dialogo tra Ben e Lexi sull’evoluzione umana e tutto ciò che accade intorno a loro
  • La scena del fazzoletto di Dingaan
  • La scena della schiaffo e del bacio tra Hal e Maggie
  • Le ambientazioni e i costumi, lo scenario post-apocalittico è rappresentato sempre benissimo
  • Le bestemmie in Volm di Cochise
CONTRO:
  • Irrealismo nelle reazioni umane e nei dialoghi
  • Il cliché del “lei per me lo farebbe”
  • Il trapianto “a intuito”
  • Il gilet alla Han Solo che sfoggia Tom Mason
  • La precoce demenza senile di Tom Mason
  • Le discussioni di coppia tra Tom/Anne e Pope/Sarah
  • La scena della morte del caposquadra. Cosa diavolo è successo???
  • Momento trash dell’addestramento di Maggie
  • IL MATRIMONIO!!!

Falling Skies raggiunge vette d’improbabilità mai viste prima. Tom Mason, oramai in preda a deliri d’onnipotenza e complessi del dio, ha deciso che la Terra non gli basta più. Quindi allacciamo le cinture. Prossimo step: conquistare la Luna!
Saturday Night Massacre 4×07 2.72 milioni – 0.7 rating
A Thing With Feathers 4×08 2.50 milioni – 0.6 rating
Till Death Do Us Part 4×09 2.46 milioni – 0.7 rating

VOTO EMMY


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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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