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Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 2×09 – …Ye Who Enter HereTEMPO DI LETTURA 8 min

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Apriamo questa recensione, con la stessa domanda che sollevammo quando recensimmo la season premiere: Vi va di fare un esperimento? Se vi va, allora prendete l’episodio “Repairs” della prima stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.: guardatelo, fate una pausa di venti minuti e poi affrontate la visione di “…Ye Who Enter Here”. Se vi siete prestati a questo esperimento, allora sorge spontanea una domanda: “Che cosa è cambiato?”. E’ da ben otto recensioni, nove se includiamo questa, che non si fa altro che sottolineare l’abisso qualitativo che separa la stagione uno del Team Coulson dalla stagione due, aggiungendo, ad ogni rece di ogni puntata, sempre più cose alla lista dei pregi che il serial Marvel è riuscito a conquistare da “Shadows” a questa parte. Forse potrebbe sembrare dispersivo spendere altre righe per inserire altri pregi, ma non lo è, perché il paragone che si è cercato tra “Repairs” e “…Ye Who Enter Here” non è casuale.
Entrambi, sono l’episodio che precede il mid-season finale, con una sostanziale differenza. “Repairs” era il seguito di una serie di episodi stand-alone l’uno scollegato dall’altro, puntate che non avevano una precisa ragion d’essere e una trama principale esplicitamente dichiarata (che poi si dimostreranno utili nel season finale, ma questo non lo si sapeva all’epoca della messa in onda);  “…Ye Who Enter Here” è, invece, il seguito di un sempre più intricato e macchinoso concatenarsi di eventi, che stanno raggiungendo il suo primo e promettente climax. In parole povere: uno è il modo migliore per far perdere la poesia allo spettatore (“Repairs“), l’altro è invece uno dei modi migliori per assicurarsi una poltrona in più davanti al mid-season finale di settimana prossima. Alla domanda: “Che cosa è cambiato?”, c’è la ovvia risposta: “Tutto”, la quale ha, però, al suo centro un nucleo, che nella precedente stagione, non aveva: la capacità di invogliare lo spettatore a guardare la prossima puntata, chiedendone di più, riuscendo ad accontentarlo. Questa abilità si fa risentire proprio nel momento del bisogno, quando si necessitava un grande boost per ricordare allo spettatore un appuntamento che si prospetta imperdibile, riuscendoci. Sopratutto sul finale dell’episodio e con la scena post-credits si da una bella impennata alla trama, che esploderà senza ombra di dubbio, nel prossimo episodio.
Chiarito questo punto, diventa ormai palese quale sia lo scopo di questa puntata dal riferimento Dantesco nel titolo: quella di accompagnare lo spettatore all’entrata del mid-season finale e di fare, quindi, da trampolino per saltare e tuffarsi nella decima. E’, dunque, un preludio alla prossima “What They Become”? Si che lo è, ed è da questa sua identità che nascono uguali dosi di Pro e di Contro.
Se dovessimo descrivere l’andazzo di “…Ye Who Enter Here”, sempre utilizzando il passo della Divina Commedia citato nel titolo, la puntata copre l’arco narrativo che nella celebre opera dello scrittore toscano, va dall’arrivo di Dante nella selva oscura, fino alla lettura dell’incisione sul portone dell’inferno: cosa succederà una volta entrati, lo si scoprirà nella puntata successiva. In questo, come già detto, il nono episodio del serial Marvel riesce benissimo, preparando emotivamente e psicologicamente lo spettatore ad un finale di metà stagione tra un foho di fiamme infohate (come diceva Bettarini, tanto per rimanere in tema di toscani); d’altro canto, una puntata in formato “preparazione atletica” è anche una puntata a doppio taglio, perché i momenti che non si possono riempire con quelli necessari per un mid-season finale con il botto, devono essere sostituiti con qualcuno più di più leggero e/o con qualche altro sviluppo interessante al fine di guadagnare minutaggio. Questo, purtroppo, intrappola la puntata in uno scacco matto necessario: è strategicamente giusto tenersi il meglio per “What They Become”, ma contemporaneamente, questo ha dato vita ad additivi televisivi benvenuti come la cioccolata nel ragù.
Ed è proprio per questo che la produzione rispolvera l’Agente Koenig e il suo stormo di fratelli, così come decide di donare buona fetta di protagonismo alla situazione “m’ama, non m’ama” di Fitz e Simmons, così come Skye passa tanto tempo con Raina; se la prima suona decisamente forzata, la seconda prende un risvolto piuttosto amaro, facendoci capire che tra i due, forse, regnerà un gelo che manco a Jotunheim, sopratutto dopo la spietata friendzonata dell’inglesina. Se il buon, bistrattato Leo ci leggesse, sicuramente ci maledirebbe, ma ora la situazione si è fatta ancora più interessante, sopratutto visto che (all’inizio stagione) Fitz sembrava il personaggio meno promettente, così come lo era Skye; dopo ventidue episodi a far salire il nervoso pure all’uomo più paziente della Terra, finalmente la hacktivista dal bel faccino comincia a ritagliarsi una propria identità in cui vivere, e in questa puntata, riesce addirittura ad accaparrarsi un grande momento d’azione contro l’Agente 33, mettendo a nudo tutti i progressi del personaggio. L’unica cosa che stona nella battaglia è il fatto che sia già così brava; effettivamente, non sappiamo quanto tempo sia passato dalla prima stagione alla seconda, ma anche se fosse passato un anno, una pivellina riesce già ad intrattenersi in scontri fisici coreografati al pari di un’esperta come l’Agente May? Improbabile, ma che volete farci? E’ la dura legge del protagonista. Ma anche voi, cari lettori, avete ragione: Skye non è la protagonista assoluta di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., ma se dovessimo fare una piramide sociale dei personaggi più importanti, la pupilla di Melinda May occuperebbe sicuramente un posto altissimo, perché se no Raina avrebbe parlato dei Kree ad altri.
Ebbene si. Ce li hanno fatti sudare, ma alla fine, abbiamo la conferma che i misteriosi “angeli” venuti dallo spazio sono i Kree, razza aliena anticipata in “T.H.A.I.T.I.” e meglio mostrata nel film Guardiani Della Galassia; ancora una volta, la produzione riconferma l’abilità nel saper usare la licenza di cui dispone, contribuendo ad incastrarla perfettamente nell’economia dell’Universo Cinematografico Marvel. Purtroppo, come era successo per Deathlok e per Mockingbird, ancor prima che l’episodio andasse in onda, molti siti avevano già rivelato la notizia, privando i fan della sorpresa a causa dello spoiler, togliendo non dico metà del divertimento e del piacere della sorpresa, ma riuscendo comunque nell’impoverire lo stupore della scoperta in diretta.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
  1. Il titolo dell’episodio è un riferimento alla famosa incisione sulle porte dell’inferno ne La Divina Commedia di Dante Alighieri: “Abbandonate ogni speranza, voi che entrate qui”; in Inglese: “Abandon all hope, ye who enter here”.
  2. Durante il sogno di Skye, si può sentire la canzone Daisy Bell (Bicycle Built For Two). Questo ha dato vita a svariate speculazioni su forum e siti specializzati in comics che vogliono la canzone come riferimento alla sua vera identità; molti, di fatti, credono che il suo vero nome sia Daisy Johnson, meglio conosciuta come Quake. Nei comics, è la pupilla per eccellenza di Nick Fury e prenderà il suo posto quando questi deciderà di ritirarsi a vita privata; ha il potere di scatenare delle onde sismiche e provocare dei terremoti.
  3. Abbiamo la conferma: l’omone in blu visto da Coulson era un Kree.
  4. Quando Mockingbird e Phil Coulson arrivano a Porto Rico, i due cominciano a parlare di alcuni piatti autoctoni da provare. Nella conversazione, ad un certo punto, Coulson le consiglia un piatto tipico “in un posto in fondo alla strada, dopo aver salvato il mondo”. E’ una citazione alla scena post-credits contenuta in Avengers, dove il gruppo va a mangiarsi lo shawarma consigliato a fine invasione dei Chitauri da Iron Man. Se cliccate qui, potete vedere la scena.
  5. Trip cita Atlantide. Non credo ci sia bisogno di spiegare cosa sia Atlantide, però è il caso di spiegare perché viene citata. Nell’Universo Cartaceo Marvel, Atlantide è una nazione sottomarina a sé stante con tanto di riconoscimento mondiale, governata da Sub-Mariner/Namor: famoso personaggio della Marvel, che ha svolto negli anni tanto la funzione di eroe, quanto quella di villain. E’ famoso sopratutto per essere stato, insieme alla Torcia Umana Originale/Jim Hammond, uno dei primi personaggi della Marvel, debuttando su Motion Picture Funnies Weekly #1 del 1939 quando ancora la casa editrice si chiamava Timley Comics, per poi fare il suo debutto ufficiale nell’Universo Marvel su Fantastic Four #4 del 1962, quando Martin Goodman (all’allor capo dell’azienda) decise di riutilizzarlo nella neonata continuità del nuovo universo narrativo. E’ conosciuto al grande pubblico non solo per il suo ruolo di sovrano di Atlantide, ma anche per essere stato un alleato di Capitan America durante la Seconda Guerra Mondiale, e per essere entrato in conflitto più volte contro Reed Richard/Mr. Fantastic dei Fantastici Quattro per ottenere la mano di Susan Storm/La Donna Invisibile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Enorme hype per il mid-season finale
  • Dinamiche Simmons/Fitz
  • Skye VS Agente 33
  • Signori e Signore, abbiamo i Kree
  • I Koenigs
  • Skye già così brava? Cepu sotterrati
  • The Internet is dark and full of spoilers

 

Con una precisione degna di Occhio Di Falco, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, facendogli gridare il fatidico: “Ma come? E’ già finita?” e desiderando spasmodicamente il mid-season finale. Pur con qualche leggera sbavatura, il serial riconferma la sua enorme crescita, riuscendo a farsi perdonare l’errore della passata stagione di non aver suscitato abbastanza interesse per il precedente finale di metà stagione. Questa volta le cose sono molto diverse e si vedono, lo si evige sopratutto dall’incontrollata attesa che dilania dall’interno chi non sa aspettare. Sarà una settimana indubbiamente difficile, ma il risultato si prospetta succulento e degno di tale attesta. Ahi quanto aspettar è cosa dura, codesto final di mezza stagion aspro e forte, che nel pensier rinova la paura!

 

The Things We Bury 2×08 4.54 milioni – 1.6 rating
…Ye Who Enter Here 2×09  5.36 milioni – 1.8 rating

 

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4 Comments

  1. Recensione fantastica!
    Però a me le scene con i Koenig mi sono sineramente piaciute, perché spezzano il ritmo forsennato come solo alla Marvel sanno fare, e ci preparano alla rivelazione (spero scioccante) di "cosa" sono esattamente i fratelli. Per il resto sì, hype alle stelle!

  2. Ciao Francesco e grazie per i complimenti! Sono sempre ben accetti 😀
    Indubbiamente spezzano il ritmo di serietà che lo show ha preso da nove episodi a questa parte, e quindi, su questo hai ragione 😉 però sono convinto che, se le avessero diminuite, anche a livello obiettivo sarebbero state più godibili! Per il resto, qui l'hype ci sta squartando: il 9 Dicembre 2014 è troppo, troppo, troppo lontano.

  3. Aspetto sempre di leggere le recensioni di questo telefilm nel vostro sito, anche per la sezione "nerd" 😀

    Avete notato la citazione a Tony Stark e lo shawarma di AVENGERS? Quando Coulson arriva a Puerto Rico con Bobbi e le consiglia un piatto tipico ""in un posto in fondo alla strada, dopo aver salvato il mondo""

  4. Ciao DJIcestorm e grazie per il commento! E' bello conoscere, anche se indirettamente, un assiduo lettore delle recensioni di Marvel's Agents Of S.H.I.E.L.D. 🙂 peggio delle edicole di fiducia ahah 😀 spero che le trivia contenute nella recensione facciano il loro sporco lavoro: quello di dar da mangiare alla sempre affamata cultura 😀

    Per la citazione da scritta, devo essere onesto: me ne sono accorto…ma mi sono dimenticato di scriverlo tra una cosa e l'altra, quindi, ti ringrazio e provvedo subito ad un editing velosce velosce per aggiungerla 😉

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