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Sons Of Anarchy 7×12 – Red RoseTEMPO DI LETTURA 7 min

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Sons Of Anarchy 7x12 - Red Rose
Nonostante Sutter abbia definito Red Rose la migliore puntata della stagione è inevitabile storcere un po’ il naso ripensando al precedente episodio, fino ad ora la vera punta di diamante di questo settimo atto della tragedia “sutteriana”. Il livello rimane comunque alto, ma forse un po’ per l’inevitabilità di alcune vicende, forse per il lungo tempo dedicato alle vicissitudini legate alle bande di Charming, la tensione non ha raggiunto il culmine tanto atteso. Turbamento emotivo smorzato a parte, la puntata chiude in maniera ineccepibile il ciclo narrativo di alcuni dei suoi personaggi principali e prepara il terreno per la tragedia finale, quella che tutti abbiamo messo in secondo piano solo perché dentro di noi speravamo di poter rimandare all’infinito: l’inevitabile destino a cui Jackson Teller dovrà andare incontro per aver tradito la patch. Ma andiamo con ordine.
Con Suits Of Woe le carte sono state messe in tavola. La verità è saltata fuori e con essa ogni personaggio è stato messo a nudo, mostrando la propria fragilità e umanità, due aspetti che Sutter ci ha mostrato raramente all’interno del suo show. Caratteristiche che emergono solo ora per mostrarci, in modo realisticamente crudele (o crudelmente realistico), come l’essere umano arrivi alla consapevolezza solo quando oramai tutto è perduto. E così Gemma, Juice, Unser, ma anche lo stesso Jax, arrivano all’accettazione proprio attraverso la presa di coscienza delle azioni da loro compiute, ed è attraverso la fine della loro vita terrena che ricercano una sorta di espiazione ai tremendi peccati commessi, e omessi, durante la loro esperienza da figli dell’anarchia.
It’s been a privilege to wear this president’s flash. I’m sorry I couldn’t live up to it“. Nonostante Jax sia ancora vivo al termine di questo episodio, è chiaro come la rassegnazione al proprio destino lo accomuni a Gemma, Juice e Unser, scrivendone già la fine nel series finale. La promessa circa il “giusto” voto da parte dei suoi compagni in cambio della modifica di una misteriosa legge tacita in vigore sin dal regno di JT, non fa altro che rafforzare questa teoria. Ed è proprio in quest’ottica che l’omicidio di Gemma appare necessario, in quanto tappa finale di un percorso che l’ha visto crescere attraverso ricerca, rifiuto e necessaria accettazione di quella patch, la stessa patch che lo ha portato ad un percorso diametralmente opposto e simmetricamente ascendente. Percorso che ha riscosso il suo tributo più caro: l’amore della sua vita. Attraverso il quale ogni speranza di redenzione è svanita definitivamente nel nulla. E dunque, una volta sprofondato nell’abisso attraverso il crimine peggiore, l’omicidio della propria madre, Jax è pronto ad affrontare il suo final ride, confessando tutta la verità, pensando solo ai suoi compagni, al Club per il quale ha amato, odiato, lottato e perso tutto.
Just let me finish my pie“. Il tema dell’espiazione sopracitato trova la sua manifestazione più chiara nella storyline riservata a Juice. Il ragazzo in cuor suo ha sempre saputo di non avere alcuna chance di essere reintegrato e, in quest’ottica, l’intera esperienza all’interno del carcere per aiutare il Club assume i connotati di una vera e propria via crucis, fatta di pestaggi, sodomizzazioni e omicidi commissionati, al solo scopo di servire il proprio charter, senza una reale promessa di perdono. In seguito al colossale dialogo tra lui e Jax visto in Suits Of Woe, ogni speranza è stata definitivamente archiviata e la morte che lui stesso “offre” nelle mani di Tully è il capitolo finale di una tragedia iniziata per un futile motivo e poi degenerata a causa di quella codardia che lui stesso ammise in faccia a Nero. Gli ultimi morsi a quella torta e i movimenti cadenzati di Tully e Juice, quasi a celebrare il momento, servono a creare uno dei momenti più belli della puntata, chiuso alla perfezione da quel “You went out good sweetheart“.
I can’t do that. This is all I got left“. La morte forse gestita peggio è quella di Wayne “L’immortale” Unser, resistito per sette stagioni ad un cancro terminale e morto da perfetto idiota in un modo che, diciamo la verità, non rende onore al suo personaggio e al ruolo che fin dall’inizio l’ex sceriffo ha ricoperto come tramite tra il Club e le autorità. L’amore verso Gemma lo ha portato alla fine che ogni suo “uomo” ha inevitabilmente incontrato. La sua testardaggine di fronte agli inviti di Jax a levarsi di torno può essere ricercata effettivamente nella sua frase d’uscita. Ma in tutta sincerità, mio caro Wayne, non è che a Gemma importasse più di tanto della tua triste figura, dunque perché fare questa fine ignobile per una donna che poi, visto il tuo cadavere sul pavimento, ha pensato bene di uscire immediatamente in giardino senza manco degnarti di uno sguardo o una lacrima? Mah. Si possono ricercare una marea di significati dietro alla sua dipartita ma, sinceramente, la giustificazione resta solo una: prima o poi il vecchio doveva schiattare.
It’s ok my baby boy. It’s time“. E infine è toccato anche a lei. Finalmente aggiungerei. La soddisfazione nel vedere le cervella di Gemma esplodere sulla telecamera naturalmente è stato qualcosa di indescrivibile. Nonostante la tensione non abbia raggiunto lo stesso apice di altri momenti quali la rivelazione di Abel o la confessione di Juice a Jax, la preparazione del momento, prima attraverso il dialogo con il padre e poi con il faccia a faccia con il suo baby boy, appare magistralmente costruita. L’amore di Gemma per i fiori e la scelta di finire i suoi giorni in giardino, come il riferimento al secondo emendamento e il ricordo lontano di quella bambina innocente, sono tutti piccoli particolari che hanno contribuito alla creazione di un momento che non può fare a meno di creare nello spettatore un dilemma morale. La morte di Gemma appare universalmente giusta, ma il fatto che arrivi per mano del suo stesso figlio, nonostante la scia di sangue procurata dalla matriarca di SAMCRO, non può non suscitare una sorta di conflitto interiore in coloro che assistono alla scena. Anche questa è una morte accettata, accompagnata da una sensazione di serenità. Per la prima volta Gemma non scappa, non oppone resistenza, anzi spinge Jax a premere il grilletto, convincendolo a compiere un gesto che inevitabilmente sancisce il suo fallimento come madre, portando il figlio a commettere il più bieco degli atti, vanificando ogni tentativo di salvezza per la sua anima oramai smarrita.
Un’ultima considerazione va fatta sulla zoppia iniziale di Jax. Trovando strana quella digressione sulla difficoltà a deambulare da parte del Pres, peraltro risoltasi in una manciata di secondi, abbiamo indagato sul possibile significato. Cercando un legame tra la zoppia, le iconiche scarpe bianche di Jax e il sangue di Gemma nella scena finale, abbiamo trovato una spiegazione (o forse no) a questa breve parentesi iniziale. Edipo in greco significa “uomo dai piedi gonfi” e il dolore di Jax potrebbe essere un segnale premonitore di ciò che avverrà, con un riferimento al complesso di Edipo, ovvero il processo di attrazione nei confronti del genitore di sesso opposto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le morti di Juice, Unser e Gemma chiudono perfettamente i percorsi che questi personaggi hanno portato avanti dall’inizio dello show
  • You went out good sweetheart
  • Quale sarà la tacita regola che Jax vuole abolire?
  • Il ritorno della Homeless Lady
  • Michael Chiklis nei panni di Milo
  • La zoppia di Jax e le scarpe sporche di sangue
  • I dialoghi tra Gemma e suo padre e tra Jax e Gemma
  • La tensione smorzata dall’inevitabilità di alcune vicende
  • Il coinvolgimento di Gemma nell’omicidio di JT non è uscito fuori
  • Wayne, lasciatelo dire, meritavi una fine meno ingloriosa

 

Il gran finale è alle porte. Il final ride sta per concludersi e con esso uno degli show più riusciti e controversi degli ultimi anni. Kurt Sutter è riuscito a creare una pulp fiction con personaggi di una complessità a dir poco disarmante, raggiungendo in questa ultima stagione dei picchi di tensione narrativa raramente visti in altre serie tv. Intrighi, alleanze, tradimenti, amore, violenza, il tutto inserito in un contesto subculturale americano e contornato da personaggi a dir poco monumentali. Il viaggio attraverso l’inesorabile declino dell’essere umano che Sutter ha dipinto in questo suo affresco della periferia americana, dai tratti marcatamente shakespeariani, è giunto finalmente alla sua naturale conclusione. Una conclusione che veicola un triste ma chiaro messaggio: l’incertezza pervade ineluttabilmente la vita umana e per quanto ci possiamo sforzare di prenderne il controllo, la possibilità di scegliere rimarrà sempre e solo una mera illusione.

 

Suits Of Woe 7×11 4.62 milioni – 2.4 rating
Red Rose 7×12 5.05 milioni – 2.6 rating

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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