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The Flash 1×09 – The Man In The Yellow SuitTEMPO DI LETTURA 9 min

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Se dovessimo tracciare una tematica ricorrente all’interno di questa prima metà della prima stagione di The Flash, questa sarebbe sicuramente quella che in inglese è chiamata “The Hero’s Journey”: “Il Viaggio dell’Eroe”. La sopravvivenza a questa esperienza unica e gratificante, ma anche pericolosa e insidiosa, non è scritta da nessuna parte, e per forza di cose, l’umanitaria e filantropica professione del supereroe deve essere fatta sul campo, senza la possibilità di seguire le istruzioni di un fantomatico (e inesistente) “Manuale degli aspiranti eroi” in caso di difficoltà. Tutti gli episodi precedenti del serial DC Comics, sono indubbiamente la prova inconfutabile di quanto sosteniamo; si sprecano, di fatti, i momenti dove l’inesperto alter-ego di Barry Allen viene malmenato dal villain di turno, perde i poteri, il costume e chissà quante altre sfighe “Peterparkeriane”. Proprio per questi motivi appena descritti, “The Man In The Yellow Suit”, prende la scusa del mid-season finale, per essere qualcosa di più.
Anche se non esiste un manuale che insegna il mestiere dell’eroe, il Velocista Scarlatto ne sta scrivendo uno suo, imparando l’arte e mettendola da parte, migliorando dai suoi errori ed esercitandosi affinché conosca meglio i suoi poteri (usandoli, di conseguenza, anche con più competenza); il mid-season finale si presenta, dunque, come una sorta di “fine primo capitolo” di questa celeberrima guida, dove abbiamo non solo il sunto dei precedenti insegnamenti, ma anche un piccolo assaggio non del tutto rassicurante di quello che verrà.
Di certo Barry Allen è nuovo a questa vita, come magari gli spettatori che seguono solo The Flash, o che con The Flash hanno scoperto i supereroi. Ma chi, invece, ha già esperienza grazie ai vari cinecomics e ad Arrow (show gemello del Velocista), sa benissimo che la vita dell’eroe è sopratutto una vita di eterno ed estremo sacrificio fisico, morale, sentimentale, professionale, personale, e più di quanto si è disposti ad ammettere, anche etico. Se un personaggio come Freccia Verde può (forse) “vantarsi” del fatto che ci sia ormai abituato, per uno come la Cometa Rossa (e i suoi spettatori) si prospetta all’orizzonte un bel frontale contro l’altra faccia dell’essere eroe: precisamente, la parte non divertente, quella dove i tuoi cari muoiono, per esempio. Uno schianto duro e impietoso, come l’impatto contro l’asfalto. Ovviamente, tutto questi avvenimenti non si sono mostrati e si dimostrano (per il momento) semplici previsioni ben lungi da venire in The Flash, ma è comunque fatto intuire allo spettatore grazie ad una trama corposa e piena di piccoli e grandi progressi e sviluppi narrativi.
Una volta che la produzione indica a Flash in che direzione andare, “The Man In The Yellow Suit” si presenta come un mid-season finale armato di tutto quello che serve all’episodio per meritarsi questo nome. Non c’è un momento di noia in questo nono episodio della prima stagione, la cui trama viene farcita di molteplici sviluppi narrativi, tutti trattati con la giusta importanza e alternati a dovere tra un momento e l’altro, dove (in questo grande affresco narrativo) solo il tanto anticipato ritorno di Ronnie Raymond appare forzato, quasi inserito all’ultimo momento. In puntate ricche di svariati procedimenti di svariate storyline, capita che possa esserci qualche sviluppo più interessante dell’altro, ma appare palese che il debutto di Firestorm fosse un salto nel vuoto, il classico “o la va, o la spacca”, giusto per mettere la ciliegina su questa dolcissima torta; e in fatti ha spaccato, ma non in senso positivo. Per il resto, tutto si incastra perfettamente e la produzione riesce a rendere interessante, oltre che importante per gli sviluppi futuri, ogni plot e sub-plot; quelli che totalmente bucano lo schermo, rendendosi memorabili, sono il grande debutto di Reverse-Flash, e (purtroppo per lui) la friendzonata di Barry da parte di Iris West.
Quanti di voi, uomini e donne (ma forse più agli uomini) è capitata una situazione del genere? Non rispondete, è una domanda retorica. Ma fatto sta, che Barry Allen/Flash si conquista le simpatie del pubblico non solo per il suo animo da inguaribile personaggio buono e positivo, ma anche questo nuovo alone di adorabile, goffo e impacciato perdente, intrappolato in una situazione fin troppo comune, veritiera ed umana; forse qualcuno potrebbe dire che, il triangolo Barry/Eddie/Iris (giocato anche sul piano super tra Flash/Eddie/Iris) potrebbe essere eccessivamente da soap opera. Da una parte potrebbe avere ragione, ma non solo basta guardare un qualsiasi tg per convincersi che la realtà è ben più assurda e fantasiosa, ma aggiungerebbe anche più senso di sacrificio e solitudine alla figura dell’eroe.
E, a proposito di eroi: che eroe sarebbe Flash, senza la sua nemesi per eccellenza? Senza la sua antitesi? Senza il suo “Anti-Flash”? Anche se un po’ sottovoce, Reverse-Flash fa un debutto davvero coi fiocchi nel serial del Velocista Scarlatto, presentandosi in una veste a dir poco terribile; sfuggevole, pericoloso, potente, cattivo, misterioso e ancora in libertà: anche per tutti quelli che non conoscono la controparte cartacea, è bastato far trasparire queste cinque caratteristiche per far capire agli spettatori, che la vita di Flash diventerà piuttosto difficile da “The Man In The Yellow Suit”. Dopo tutto, la vita dell’eroe è fatta anche di questo: di nemici insospettabili, guardinghi, pianificatori, potenti ed estremamente malvagi. Anche se l’episodio fallisce nell’utilizzare l’esordio di Firestorm come ciliegina sulla torta, fortunatamente si rifà con la scena dopo i titoli di coda, che aggiunge un nuovo e agghiacciante tassello al mistero di Harrison Wells, riconfermandosi una delle migliori trame della serie.
I problemi dunque, sembrano molteplici e tutti ardui ostacoli. Ma il Velocista della DC Comics non si è mai tirato indietro ai problemi, anzi, gli è sempre corso incontro, alla velocità del suono.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELDGotham e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.

  1. L’avversario di Flash che compare in questo mid-season finale è il villain per eccellenza del Velocista, nonché sua arci-nemesi di sempre: l’Anti-Flash (in originale: “Reserve-Flash”). Chiamato anche The Rival, Zoom, Inertia e Professor Zoom, è difficile dire quale delle tante versioni del personaggio sia stato introdotto nel serial, ma questo non ci impedisce di fare una piccola lista nei nomi sotto la maschera finora conosciuti. The Rival è l’Anti-Flash della Golden Age e avversario di Jay Garrick/Flash (prima comparsa: Flash Comics #104 del 1949). Professor Zoom, o anche Reverse-Flash, è Eobard Thawne, l’Anti-Flash della Silver Age e avversario di Barry Allen/Flash (prima comparsa: The Flash #139 del 1963). Zoom è Hunter Zolomon, l’Anti-Flash della Modern Age e avversario di Wally West/Flash (prima comparsa: The Flash: Secret Files & Origins #3 del 2001 come Hunter Zolomon, e The Flash #197 del 2003 come Zoom). Inertia è Thaddeus Thawne, l’Anti-Flash della Bronze Age e avversario di Bart Allen/Impulse (prima comparsa: Impulse #51 del 1999).
  2. Nella lista qui sopra, non avete notato nulla di interessante? No? Peccato, perché l’Anti-Flash di Barry Allen si chiama Eobard Thawne, nel serial: Edward Thawne. Ora avete capito perché il Reverse Flash dell’episodio non gli torce un capello, vero?
  3. Comparsa per la prima volta su Flash #3 del 1987, Tina McGee era il supporto tecnico del Velocista Scarlatto dell’epoca (Wally West) e breve love-interest del personaggio. Dopo la separazione con il marito Jerry e l’insuccesso del fidanzamento con Wally, Tina ha dedicato la sua vita agli S.T.A.R. Labs e allo studio della Forza di Velocità. Nella serie tv anni ’90 di Flash, svolgeva una funzione simile a quella di Harrison Wells.
  4. E visto che l’abbiamo citata: si, nell’Universo DC esiste una forza aggiuntiva a fianco di quella di gravità et simila, quella di Velocità. E’ l’energia da cui tutti i metaumani dotati di poteri simili a quelli di Flash attingono il loro potere; nonostante non siano mai stati fatti studi completi, sembra che la fonte di questa forza sia inesauribile. La Forza di Velocità è una componente esclusiva del DC Comics Universe e, personaggi come Flash, in altri universi non avrebbero i loro poteri, se non grazie ad altri strumenti che possano garantirgliene; questa cosa, è stata del tutto provata nel crossover  fuori dalla continuità Vendicatori/JLA. Quando la Justice League viene a conoscenza dell’Universo Marvel, la squadra manda Flash/Wally West in avanscoperta, vibrando così forte da viaggiare dall’Universo DC, a quello Marvel; quando arriva, salva un giovane mutante da una folla che voleva linciarlo…ma quando tenta di scappare, inciampa, realizzando (a sue spese) di non avere potere in quella realtà.
  5. “The man in yellow might have killed his mom, but there was another speedster there that night”. Anche se, con tutta probabilità, non è un diretto riferimento, questa frase non può che ricondurre al crossover Flashpoint: evento che ha ricostruito e reboottato l’Universo DC e dato inizio ai New52. Il leitmotiv che da vita a tutta la storia è, infatti, legato alla morte di Nora Allen, la cui sopravvivenza (resa possibile a causa di un misterioso viaggiatore del tempo che l’ha impedita) ha dato vita ad una totale riscrittura della realtà, dove il mondo di Flashpoint si presenta dilaniato dalla guerra tra Aquaman e Wonder Woman e dove, sotto la maschera di molti supereroi, non si nasconde il solito alter-ego da tutti conosciuto.
  6. L’anello con il logo di Flash che Wells usa, è il classico anello in cui (nei fumetti) è contenuto il costume pressurizzato del Velocista. Il logo impresso sull’anello è apribile e, una volta scoperchiato, il costume esce da dove era contenuto e permette alla Cometa Rossa di cambiarsi, entrando in azione come Flash in ogni momento di grande bisogno.
  7. Fa il suo debutto Ronnie Raymond nei panni di Firestorm. Comparso per la prima volta su Firestorm The Nuclear Man #1 del 1978, lo studente liceale Ronald Raymond e il fisico vincitore di un Premio Nobel Martin Stein, vengono coinvolti in un incidente nucleare che permette loro di fondersi nell’ “uomo nucleare” Firestorm. Poiché Stein era svenuto durante l’incidente, è Raymond a controllare i movimenti di Firestorm, mentre Stein rimane come una voce assennata all’interno della sua mente. Il punzecchiamento tra i due è una caratteristica delle loro avventure.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il cammino dell’eroe
  • Una trama senza momenti morti
  • Triangolo Barry/Iris/Eddie
  • Reverse-Flash is in da house
  • Il mistero di Harrison Wells
  • Il debutto di Ronnie “Firestorm” Raymond

 

“The Man In The Yellow Suit” si presenta come un mid-season finale a regola d’arte, intrattenendo lo spettatore con una trama ricca di avvenimenti e l’introduzione di un nuovo, pericolosissimo avversario, che promette tanti momenti difficili per lo scarlatto protagonista: e quindi, tanti momenti di estremo e godibile intrattenimento per gli spettatori. Nonostante la velocità di Flash, qui nella vita reale il tempo non si può accelerare, e il 20 Gennaio 2015 (data della rimessa in onda dello show) è fin troppo lontana. Aspettiamo ansiosi e impazienti.

 

Flash VS Arrow 1×08 4.34 milioni – 1.6 rating
 The Man In The Yellow Suit 1×09 4.66 milioni – 1.5 rating

 

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