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Girls 4×02 – TriggeringTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il punto di forza di Girls è il suo essere una serie “personale”, “intima”, come il temperamento delle sue quattro protagoniste. Si segue Girls infatti anche e soprattutto portandosi dietro la propria esperienza, i propri sbagli e le proprie storie, d’altro canto Hannah, Jessa, Marnie e Shoshanna sono personaggi con spigoli, inclinazioni particolari, vuoti d’aria e fragilità spesso odiose per chi le guarda e quindi solo un’affinità esistenziale potrebbe scusare molti dei loro atteggiamenti. Poco le sopporti, le odi addirittura, alle volte vorresti sbatterle al muro, urlare, in realtà, nel profondo, le ami, come quell’amica con cui spesso litighi, ma di cui non puoi fare a meno.
Le quattro ragazze sono pesanti, pedanti e inconcludenti e appena le vediamo raggiungere qualche traguardo una parte di noi si chiede perché, le preferiamo sul filo del rasoio tra il disastro più totale e la depressione, tra la rabbia e l’orgoglio, tra il silenzio e l’odio. Abbiamo visto le nostre amiche cercarsi, allontanarsi, buttarsi addosso tutto il proprio fastidio, sono rotolate da una parte all’altra, scivolate da un letto all’altro, da un corpo all’altro, ci hanno insegnato, come novelle femministe, che con il loro corpo fanno ciò che vogliono, dimostrandoci il loro punto di vista. Si sono aggrappate al mondo che è spesso loro nemico, afferrandosi alle altre, pur non sopportandosi, agli uomini, credendosene innamorate o essendolo veramente.
Nelle precedenti tre stagioni Lena Dunham ha dimostrato di non temere nulla, portando sullo schermo la paura di crescere, il disagio di trovare il proprio posto nel mondo e la voglia dell’altro (molte le scene di sesso), raccontando delle donne spesso fragili, fastidiose e poco empatiche. Sicuramente Hannah è il punto focale della serie, non bellissima, tatuata, ingabbiata in un corpo infarcito di cibo e di disturbo ossessivo-compulsivo, ma è proprio in relazione alle altre che esplode, perché è concrezione di tutti i problemi, le paure, ma anche delle potenzialità della serie stessa. Cosa può succedere se prelevi Hannah e la immergi in un altro ambiente? Che ne sarà delle altre? Se già nel primo episodio, “Iowa“, qualcosa non funziona, qui, in “Triggering”, il problema è ancora più grande. Hannah sembra la pallida immagine di sè stessa, della donna piena di dramma e apatia a cui siamo abituati. Si rotola nel letto, sola, disperata, con la mancanza di Adam addosso (“The plan is not to have a plan“) e un’atavica noia, che è attaccata tra le pieghe del corpo e i tatuaggi, la vince. Ma qui non si nasconde sotto il piumone, Adam non la raggiunge correndo, lei non ripete gesti e parole all’infinito in una dolorosa coazione a ripetere, non si infila un cotton fioc nell’orecchio fino a farlo sanguinare, si muove meccanicamente in bicicletta dalla casa che ha comprato alla scuola, sicura di sé e di ciò che scrive. Si sta avverando il suo sogno, ma sembra che la sua adrenalina – che l’aveva fatta sorridere nello scorso finale di stagione nonostante i problemi col fidanzato – si stia affievolendo, cosa succede se ti criticano proprio in ciò che vorresti fare nella vita? Il problema è tuo, che credi di aver scritto un capolavoro, o degli altri che non lo capiscono? Hannah si presenta alla prima lezione non pronta ai giudizi che la aspettano. Quella che è incastrata tra le righe è Hannah – e i suoi compagni non sanno come criticare qualcosa che non è solo pura narrativa, ma è anche racconto del sé -, il punto di vista è estremamente femminile – e per i suoi compagni è sbagliato -, eliminando quello maschile, e ciò che racconta è talmente tanto sbagliato da non aver alcuna nota positiva. Quelle poche parole non smuovono nulla, solo il fastidio che scaturisce da una narrazione che sembra non un amplesso ma uno stupro che sembra blasfemicamente “consenziente”.
Hannah reagisce trovando delle scusanti e andando a ballare con l’amico Elijah; in questo possiamo scorgere la vecchia Hannah, quella che abbiamo imparato a conoscere, quella che scappa dalle cose ed è convinta di essere nel giusto. Balla, si scatena, combatte in una minuscola piscina piena di colore, ma anche in questo caso non apprezziamo totalmente la cinica, pungente, ironica Hannah.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Hannah mentre guarda le foto di Adam
  • Hannah che balla con Elijah
  • Il dialogo tra Hannah e i suoi genitori
  • La lezione di scrittura
  • La bolla di sapone in cui Hannah sembra essere catapultata
  • La presenza inutile di Jessa, Marnie e Shoshanna
“Triggering” non coinvolge completamente, restando in superficie e non dimostrando pienamente le potenzialità di una serie tv che ci ha abituati a ben altro. È giusto che “Triggering” abbia al centro Hannah, ed è normale che le altre facciano da contorno, quasi inesistente, ma è proprio la statura del personaggio di Hannah a crollare perché sembra restare un passo indietro; la amiamo proprio quando è eccessiva, sarcastica ed esagerata. Speriamo che Girls carburi e ci dia maggiori soddisfazioni.
Iowa 4×01 0.68 milioni – 0.40 rating
Triggering 4×02 0.80 milioni – 0.40 rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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