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The Blacklist 2×09 – 2×10 – Luther Braxton (No. 21) – Luther Braxton: Conclusion (No. 21)TEMPO DI LETTURA 4 min

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A distanza di molti mesi da “The Decembrist (No. 12)” sembra sia passato lo stesso lasso di tempo anche nella serie di Bokenkamp. L’addio, sempre momentaneo, di Tom Keen ed il fuoco di paglia rappresentato per circa mezza stagione da Berlin sono ormai ricordi lontanissimi che non vengono nemmeno citati in questo doppio episodio, quasi a simboleggiare che la serie si ripresenta dopo la pausa invernale con nuovi segreti e nuovi big bad. Bisogna ammettere che, se l’idea di fondo è questa, a metterla in pratica ci vuole davvero poco e quanto appena detto rappresenta in toto l’obiettivo finale che questo doppio episodio di “superbowliana” memoria si è prefissato di raggiungere.
Piccola nota a margine prima di iniziare: essendo un episodio diviso in due parti, ma andato in onda in sere e settimane diverse, abbiamo preferito osservare l’intera storyline prima di apprestarci a dare un giudizio.
Da sempre il Superbowl è l’evento più seguito da tutti gli americani, che sia la finale del campionato di football poco importa, per tutti in realtà è un’enorme passerella per mostrare i nuovi trailer cinematografici, sfornare performance canore (quest’anno è stato il turno di Katy Perry), ed infine, per il network che a rotazione lo trasmette, pompare al massimo una serie per dare lustro e catturare nuovi fan. Se l’anno scorso andava in onda su FOX e a gioire per il lead-out c’era New Girl insieme a Prince, quest’anno è il turno della NBC che per l’occasione ha chiamato in causa come guest star Hellboy Ron Perlman per il ruolo del n°21 della lista di Red: Luther Braxton. Per l’occasione a scrivere l’episodio del Superbowl c’erano ben 8 mani (J. R. Orci, Lukas Reiter, John Eisendrath e lo showrunner Jon Bokenkamp) a cui poi se ne sono aggiunte altre 4 per scrivere il finale (Kristen Reidel e Vincent Angell), con un totale di 12 mani e 6 persone Luther Braxton aveva tutte le carte in regola per diventare il miglior doppio episodio della serie ma qualcosa è andato storto.

Innanzitutto va chiarito che i due episodi sono strutturati in maniera tale da dare più risalto alla prima parte, molto più dinamica, adrenalinica e scenica rispetto alla seconda, molto più psicologica e lenta. Ovviamente il motivo di tutto ciò è il Superbowl, neanche a doverlo dire.
L’introduzione scenica e la caratterizzazione del personaggio di Ron Perlman sono quanto di meglio si possa sperare di vedere su schermo, almeno nella prima parte, visto il risultato. Per fare un paragone cinematografico, vedere l’evoluzione di Luther Braxton è come assistere al cambio di status quo di Bane in The Dark Knight Rises: inizialmente potente, temibile sia fisicamente sia psicologicamente, perde completamente il suo valore pratico ed ideologico non appena si rivela essere una mera pedina. Senza contare il fatto che lo scontro finale è estremamente rapido ed indolore. Esattamente come il Bane di Tom Hardy, anche il Braxton di Ron Perlman soffre della medesima (d)evoluzione e, proprio per questo motivo, il valore iniziale che infondeva alla prima parte viene completamente meno nel secondo atto, affossando il tutto.
Con il calo di potere di Braxton si fa largo il focus su Liz e, in particolar modo, sul suo passato e sul suo futuro. Da sempre si è ipotizzato un collegamento padre-figlia tra lei e Reddington, collegamento in realtà mai smentito ufficialmente ma sempre rimasto vivo anche se con una flebile fiamma. Il doppio episodio è importante perché crea un duplice collegamento tra la trama orizzontale della serie ed il legame sconosciuto tra Liz e Red, un legame che ora non sembra più di tipo sanguineo ma bensì “commerciale”. Al solito viene utilizzato un escamotage per non chiudere definitivamente la trama padre-figlia che continua ad aleggiare in sottofondo e che, magari all’improvviso, potrebbe essere utilizzata: mai dire mai.
L’ideazione del Fulcrum come chiave di volta permette alla serie di spingersi oltre il classico numero della lista provando a creare qualcosa di nuovo, qualcosa che Berlin o Tom Keen non potevano permettere. Anche il capo del NCS viene presentato come diretta conseguenza del Fulcrum e, indirettamente, come il nuovo Berlin. Le carte per la seconda parte di stagione sono state schierate sul campo, bisogna vedere come verranno giocate.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Creazione di una “nuova” trama orizzontale e inserimento del Fulcrum come fine massimo
  • Finalmente dipanato qualche mistero sull’infanzia di Liz
  • Luther Braxton veramente ben realizzato nel primo episodio
  • Luther Braxton veramente mal realizzato nel secondo episodio
  • Nuovo big bad non così convincente
  • Regia del secondo episodio discutibile per stacchi e per realizzazione del sogno vivido di Liz

 

Il primo episodio merita sicuramente 4 Emmy ma il secondo, decisamente troppo psicologico e con una regia orripilante, si guadagna 3 Emmy. Dispiace constatare che pur con 12 mani al lavoro non si sia riusciti a creare qualcosa di epico ma solo di accettabile.

 

The Decembrist 2×08 9.75 milioni – 2.5 rating
Luther Braxton (No. 21) 2×09 25.72 milioni – 8.4 rating
Luther Braxton: Conclusion (No. 21) 2×10 10.11 milioni – 2.4 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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