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The Blacklist 2×11 – 2×12 – Ruslan Denisov (No. 67) – The Kenyon Family (No. 71)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Ogni volta che il telespettatore si accinge alla visione di The Blacklist è come se partisse per Disneyland Paris e salisse sulle montagne russe: un sali-scendi persistente e costante che continua a protrarsi per due stagioni. Un’affermazione volutamente esasperata e provocatoria che però cerca di rendere appieno l’idea della non completa soddisfazione che assale il pubblico. Anche se l’entrata nel giovedì sera risulta essere prepotente (non a caso si batte dignitosamente con serie che sono nate di giovedì vincendo anche qualche battaglia), continua a mancare quel quid che dia un senso all’intera serie. Ai più possiamo sembrare (o forse lo siamo) pedanti e ripetitivi, ma per onore della verità non possiamo esimerci dal sottolineare ciò che non va e che, eccetto qualche eccelsa puntata, non è mai andato.
Con questi due episodi si mette un freno all’evoluzione della trama orizzontale, ritornando ad un dosaggio estremo di informazioni e possibili risvolti di una storia ancora poco delineata. L’idea di basare due stagioni su un unico nodo da districare è una scelta che con il passar del tempo risulta riduttiva, anche perché inevitabilmente il brodo deve in qualche modo essere allungato e di conseguenza gli input sparsi qua e la vengono resi necessari e indispensabili per risvegliare, a cadenza regolare, il pubblico dal suo torpore: in qualche modo si deve pur ricordare a chi sta da due anni a vedere la serie il perché lo sta ancora facendo. Troppo pochi sviluppi e nodi di trame diluite all’infinito, la staticità è di casa.
Dopo una piccola risalita avuta con le ultime quattro puntate, e prontamente sottolineata, si ritorna a scendere mandando in onda le solite scene viste e riviste riguardanti gli ormai familiari bad della blacklist che vengono catturati grazie all’aiuto di Red. Anche se interessanti, questo non basta a mandare avanti una serie formata ormai da due stagione per un totale di una ventina di episodi fino a questo momento. Se dovessimo esprimere un parere esclusivamente sugli episodi guardati, senza inserirle in un contesto generale, ne risulterebbe che la visione è godibile e di conseguenza non possiamo esimerci dall’esprimere un giudizio positivo. Ma qui non ci troviamo davanti ad un telefilm caratterizzato da puntate a sè stanti e indipendenti tra di loro: una trama esiste, è flebile, ma esiste; il problema è che la visione generale dà al telespettatore una sensazione di disorientamento estremo. Troppe strade intraprese e poi abbandonate; troppi personaggi inseriti e non sviluppati; troppi buchi nell’acqua e fuochi di paglia.
Già con “Ruslan Denisov (No. 67)” e poi con “The Kenyon Family (No. 71)” possiamo dire addio alla prosecuzione della trama orizzontale; addio ai ricordi di Liz da bambina della notte dell’incendio; addio al Fulcrum… tutto ormai fa parte del passato o è un presente troppo centellinato. E qui si ritorna al problema di cui si parlò tempo fa, ossia la durata delle stagioni: 22 puntate sono un’eternità e facilmente si può cadere nei limiti delle numerose serie poliziesche, a maggior ragione se dall’altra parte non vengono sottolineati tutti i pregi e le potenzialità che invece The Blacklist ha.
Da come avrete notato, parlare di queste due puntate risulta alquanto difficile. Pochi, pochissimi gli elementi sui quali si potrebbe instaurare un vero e proprio discorso: come ad esempio le indagini del detective su Liz e la scoperta del cadavere, oppure il numero della cassaforte di Finch. 80 minuti per pochi secondi. Tutto questo ormai va anche ad inficiare la bellezza e la piacevolezza della visione di puntate obiettivamente sufficienti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Puntate da considerarsi ai limiti della sufficienza solo se prese indipendentemente e di conseguenza non inserite in un contesto più generale
  • Trama fittizia ed incerta
  • Il riproporre sempre lo stesso modus operandi

 

La ripetitività è di casa: The Blacklist con le sue puntate e noi con le nostre recensioni. Sarebbe bello poter vedere un cambiamento sostanziale e di conseguenza dilettarsi nell’elogiare una serie che in quanto a idea e cast non ha niente da invidiare. E’ necessario, arrivati a questo punto, sottolineare come The Blacklist stia velocemente perdendo terreno e pubblico: basti vedere il sostanziale calo che si ha con queste ultime due puntate. Molti danno la responsabilità alla concomitanza della messa in onda con Scandal, ma facendoci tutti un esame di coscienza, possiamo davvero pensare che sia questo il reale motivo?

 

Luther Braxton: Conclusione (No. 21) 2×10 10.11 milioni – 2.4 rating
Ruslan Denisov (No. 67) 2×11 8.12 milioni – 1.7 rating
The Kenyon Family (No. 71) 2×12 7.71 milioni – 1.7 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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