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Scandal 4×13 – 4×14 – 4×15 – No More Blood – The Lawn Chair – The Testimony Of Diego MunozTEMPO DI LETTURA 4 min

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Tre puntate, una sola recensione. Offrire un quadro generale del terzetto risulta alquanto difficile grazie (o a causa) delle peculiarità intrinseche di ogni episodio che, inevitabilmente, verrebbero messe in secondo piano o perse strada facendo. Per questo motivo, analizzare ciascuna puntata in modo a sé stante e indipendente forse risulta la scelta vincente. Secondo un ordine cronologico partiamo da “No More Blood” che prosegue quel filone narrativo sperimentale sviluppatosi nella decima puntata, cioè quello del rapimento di Olivia. La decisione di far durare tutto quattro puntate per alcuni è stata indovinata, per altri meno; ma il punto che ci preme sottolineare è che l’esperimento è riuscito in pieno facendo prendere consapevolezza a Shonda delle sue capacità e di come, nonostante i territori da lei poco esplorati, riesca comunque a mantenere il telefilm su un alto livello. Non a caso il tutto si è concluso in grande stile e con il grande ritorno di una nostra vecchia conoscenza… Stephen Finch vi ricorda qualcosa?
“No More Blood” oltre a chiudere il capitolo del rapimento costituisce una svolta importante nell’evoluzione dei personaggi: adesso si gira la pagina e si comincia a scrivere su un foglio completamente bianco avendo la possibilità di scegliere un nuovo colore, una grandezza e una scrittura diverse per ogni singola parola! Lo si può vedere in Olivia quando fa i conti con le sue fragilità e le sue paure; in Fitz quando decide di non intralciare e anzi supportare la moglie nella sua eventuale candidatura a Presidente degli Stati Uniti d’America; in Huck quando decide di uccidere cerebralmente (senza pezzettini di carne sparsi per la stanza) Andrew Nichols perché vuole continuare a far sì che Quinn sia la sua “puppy”; insomma questa puntata mette un enorme punto in grassetto.
La nuova pagina comincia a venir scritta nella puntata successiva, con “The Lawn Chair”, in cui la nuova scrittura non riguarda principalmente l’andamento vero e proprio della trama (praticamente inesistente o fine a sé stessa), quanto piuttosto l’elaborazione da parte di Olivia di ciò che è successo in quei giorni durante il rapimento. “The Lawn Chair” come tutti i casi di Scandal, rispecchia in pieno spicchi di vita reale e sociale che in America è storia. Similitudini si possono facilmente trovare, così come denunce contro il razzismo: Shonda non manda di certo a dire come la pensa su un determinato argomento, e queste forti prese di posizione hanno contribuito all’enorme successo di questo telefilm. Un’altra nota positiva è stata la scelta di aver voluto concedere un happy ending che nella storia reale non c’è, brava Shonda.
La scelta di proporre una quattordicesima puntata così “ordinaria” di certo non aiuta il recensore nell’esprimere un quadro generale e per questo il tutto viene analizzato puntata per puntata. Questo è un episodio che ci riporta nella vecchia Washington che tutti conosciamo, con una Olivia che torna alla routine quotidiana con l’animo straziato che Kerry interpreta alla perfezione con quel suo tremolio alle mani dopo essersi vista puntare addosso un fucile… again!
Tutto lo spaesamento lo ritroviamo anche nella quindicesima puntata quando la vediamo andarsene in giro per casa con un pistola sempre salda in una mano. “The Testimony Of Diego Munoz” non è però solo questo, è molto di più. E’ dolore, in tutte le sue forme. E’ dolore, presente in tutti i personaggi. Un filo conduttore, questo, che prende per mano la trama orizzontale e la porta con sé sviluppando tutti i suoi aspetti, anche quelli lasciati in sospeso per diverse (molte) puntate. Guardando il titolo, la prima domanda che sorge spontanea è: ma chi cavolo è Diego Munoz? Ce lo siamo domandati in tanti perché sicuramente qualche campanellino stava già suonando. Ritorna alla ribalta il B613 mentre i file che Huck (ora conosciamo il suo vero nome) aveva consegnato all’ex moglie non sono più un segreto. Huck torna ad essere Diego; Diego torna ad essere un uomo; l’uomo vuole giustizia. Il racconto dei giorni trascorsi nella botola trasuda un dolore che pochi potrebbero comprendere, e noi per empatia lo proviamo con lui. La guerra al B613 ricomincia, questa volta supportata dai file materiali.
L’unico appunto che si potrebbe fare a Shonda è quello di smettere di girare intorno all’argomento: è come far continuamente odorare un piatto succulento senza aver mai la possibilità di assaggiarlo perché non ci viene offerto. Sì Shonda, abbiamo l’acquolina in bocca… ora facci saziare con le tue prelibatezze!

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tre puntate, chi più e chi meno, sufficienti
  • Olivia che si confronta con le sue paure e fragilità
  • La guerra al B613 ricomincia
  •  E’ ormai arrivato il momento di intraprendere la guerra contro il B613 con o senza di Olivia
Tre puntate completamente diverse. Tre puntate, ognuna per diversi motivi, niente male. Questo è un esempio di come Scandal sappia reinventarsi nonostante, in alcuni momenti, paradossalmente non si discosti poi così tanto da situazioni abitudinarie. Due volti, ma sempre la stessa medaglia.
Gladiators Don’t Run 4×12 9.32 milioni – 3.1 rating
No More Blood 4×13 9.62 milioni – 3.3 rating
The Lawn Chair 4×14 9.57 milioni – 3.0 rating
The Testimony Of Diego Munoz 4×15 8.24 milioni – 2.7 rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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