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The Blacklist 2×13 – 2×14 – 2×15 – The Deer Hunter (No. 93) – T. Earl King VI (No. 94) – The Major (No. 75)TEMPO DI LETTURA 5 min

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Generalmente, quando ci si accinge a recensire, si guarda sempre la puntata con un occhio critico ed un occhio investigatore. Il primo serve a scovare pregi e difetti nascosti dal ritmo narrativo, il secondo va alla ricerca di possibili fotogrammi che rappresentino adeguatamente i 40 minuti visti. Al termine della visione di queste tre puntate di The Blacklist un occhio ha decisamente bisogno di riposo (il primo), l’altro invece è come se fosse stato chiuso per tutto il tempo. Scegliere le immagini di recap può sembrare un compito banale ma in realtà è la massima espressione di quanto visto e serve a far passare subito una prima impressione della puntata.
Come noterete, la prima immagine trasuda mestizia, la seconda è decisamente più interessante e particolare visto che coglie l’attimo di una scena non così comune, la terza è più che altro doverosa per render conto del ritorno dell’ex Mr. Keen. Pur essendo una recensione tripla, nessuno di questi episodi ha un elemento in comune con gli altri, nè per quanto riguarda i rispettivi pregi/difetti, nè per quanto riguarda il modo in cui si è deciso di tratteggiare le storyline dei tre numeri della “lista nera. Se “The Deer Hunter (No. 93)” fa salire la rabbia per la banalità e l’inutilità dei suoi 40 minuti, mentre “T. Earl King VI (No. 94)” sorprende positivamente per la freschezza dell’idea su cui viene redatto l’intero script, “The Major (No. 75)” è un concentrato di nulla cosmico farcito di replay inutili inframmezzati ogni tanto da sprazzi di interrogatorio.

Su “The Deer Hunter (No. 93)” c’è davvero poco da dire, è semplicemente un filler di cui nessuno sentiva la necessità, arrivato dopo un episodio in cui il Fulcrum sembrava la chiave di volta salvo poi finire completamente nel dimenticatoio. Si perchè The Blacklist ha un po’ la tendenza a lanciare il sasso in acqua per poi guardare da tutt’altra parte, ignorando completamente le onde di propagazione che invece dovrebbero rappresentare il punto cardine della narrazione. Il Fulcrum è un esempio lampante: un oggetto così piccolo ma così ricercato, e che (probabilmente) nasconde oscuri segreti di personaggi di spicco del popolo americano e non, viene lasciato a prender polvere.
Più che a prender polvere è meglio dire che viene abbandonato nel dimenticatoio, tanto la serie è così ricca di trame orizzontali da potersi permettere questo lusso. Si perchè, effettivamente, in questo momento c’è un turbinio di storie lasciate in sospeso, tante, troppe, impossibile ricordarsi quante e quali sono ma ci proveremo. C’è quella che non interessa a nessuno (la malattia di Harold Cooper),  quella che non interessa a nessuno ma che ricopre senza motivo un ruolo di spicco (Liz accusata di omicidio), infine c’è quella che proprio non interessa più a nessuno visto da quanto tempo si continua a girarci intorno (la possibile paternità di Red con Liz).
Si effettivamente la serie è “ricca” di spunti narrativi, nessuno di rilievo, tutti molto abbozzati e decisamente privi di quella verve che aveva invece un Berlin. Ovviamente l’unico elemento che potrebbe riattivare la scintilla è il Fulcrum, ovviamente inutilizzato per lasciar spazio ad altre storyline inutili.

Certo a volte, ed è il caso di “T. Earl King VI (No. 94)”, può nascere qualcosa di buono dal mare del nulla, è difficile ma c’è questa possibilità. Il pregio di “T. Earl King VI (No. 94)” è quello, estremamente facile visto l’andazzo, di creare qualcosa di nuovo, in questo caso una famiglia che di generazione in generazione porta avanti una casa d’aste internazionale dagli scopi criminali. Il rendere lo stesso Red una merce di scambio modifica finalmente la classica dinamica che regola ogni episodio della serie, infatti la puntata ne giova e noi tutti non possiamo non notare la differenza qualitativa che intercorre tra l’episodio in questione e gli altri due.
“The Major (No. 75)” ricorda per certi versi alcuni episodi de I Simpsons dove la riproposizione di svariate scene delle puntate già trasmesse funge da riempitivo, riuscendo nel complesso a sembrare uno di quegli speciali riassuntivi che ogni tanto viene mandato in onda come tappabuchi. Non basta il ritorno di Tom Keen per garantire un appeal più elevato alla serie, non basta perchè si vede che è stato fatto tornare solo perchè c’è veramente poco da dire, talmente poco che per creare profondità al personaggio viene mostrato un breve flashback che mostra le “origini” da spia, oltre che il suo vero nome: Jacob. Assistere ad un episodio scritto dallo stesso creatore e showrunner della serie dovrebbe garantire un certo appeal in più, oltre che un tenore più alto, invece per assurdo la penna di Bokenkamp affossa ancora di più i personaggi, la narrazione e la serie in generale.
La scelta di riprodurre scene già viste per tutto l’episodio, oltre che dilatare i tempi e far calare l’attenzione, è disturbante e simboleggia la pochezza delle trame inbastite dalla serie. I personaggi sono diventati delle marionette bidimensionali che si muovono e agiscono un po’ a casaccio, governati da azioni di quei pochi character che dimostrano una caratterizzazione tridimensionale e non solo.
The Blacklist è cambiato, in peggio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interessante spunto narrativo dato dalla creazione della stirpe dei King
  • Ritorno di Tom Keen
  • Utilizzo di scene già viste in “The Major (No. 75)”
  • Il ritorno di Tom Keen, inutile ai fini della trama che conta
  • Pochezza di trame e personaggi, sempre più svuotati di ogni caratterizzazione
  • Mancanza di una trama orizzontale forte che governi le azioni e dia un senso alla narrazione

 

Tre episodi concatenati eppure tre episodi così diversi. A salvarsi c’è solo “T. Earl King VI (No. 94)”, gli altri episodi sono da cassare completamente per stile e contenuti, e non è la prima volta che il ritorno di Bokenkamp alla scrittura si trasforma in tragedia. E’ il caso di farsi qualche domanda.

 

The Kenyon Family (No. 71) 2×12 7.71 milioni – 1.7 rating
The Deer Hunter (No. 93) 2×13 8.01 milioni – 1.9 rating
T. Earl King VI (No. 94) 2×14 8.23 milioni – 1.8 rating
The Major (No. 75) 2×15 7.49 milioni – 1.7 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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