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12 Monkeys 1×11 – 1×12 – Shonin – ParadoxTEMPO DI LETTURA 7 min

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Gli ascolti calano, ma il ritmo aumenta. Il season finale di 12 Monkeys è alle porte e, con “Shonin” e “Paradox”, gli autori srotolano finalmente il bandolo della matassa, svelandoci l’identità del “Testimone”, facendo luce sull’infanzia di Cole e su quel flashback misterioso che più di una volta turbò i suoi sogni, ma soprattutto mostrandoci come ogni mossa compiuta fino ad ora fosse in realtà parte di un disegno già tracciato. Una storia per nulla facile da comprendere, neppure per i protagonisti delle vicende, quasi fosse un libro scritto alla rinfusa.
Nel primo dei due episodi, interamente incentrato sulla trasformazione di Ramse, abbiamo la definitiva spaccatura tra quest’ultimo e il suo amico Cole, culminata con la coltellata nello stomaco sferrata sulla pista del White Dragon. E sarà proprio quello scontro fratricida a far sì che tutto quanto abbia inizio. Ci troviamo di fronte a un giovane Leland Goines, per nulla interessato a quel paziente 0 già visto in “The Night Room“, e paradossalmente convinto dallo stesso Cole ad acquistarlo in seguito ad un’agressione senza senso durante la quale il viaggiatore riesce anche a rivelare la reale importanza del cadavere. Che la discrezione non fosse il suo forte l’avevamo ampiamente appurato, ma da lì a diventare il promotore della piaga che sta cercando di estirpare…
L’autosabotaggio di Cole è comunque funzionale al successivo scontro con il suo amico, visibilmente angosciato nel momento dell’affondo nonostante la chiara risolutezza nel voler portare a termine il suo piano.
Lo scontro impartisce un duro colpo alla missione della dottoressa Jones, che per la prima volta si ritrova a non avere più il controllo sul suo viaggiatore ed è così costretta ad abbandonarsi a un atto di fede, catapultando Cole nel 2015 in un ultimo disperato tentativo di non mandare in fumo gli sforzi fatti finora. Perfino Whitley si ritrova a fare i conti con la dura realtà, tormentato dal peso delle azioni riprovevoli compiute in nome del progetto Splinter e finendo per abbandonare Katarina tra le rovine del suo lavoro.
Ma veniamo all’aspetto più interessante dell’episodio: la prigionia e la trasformazione di Ramse. Prima che in cella, il futuro Testimone si rende conto di essere intrappolato in un mondo che non gli appartiene. Nessuna identità, nessuna persona cara, nessun punto di riferimento. Ramse si rende conto di essere un fantasma. Suo figlio è solo un lontano ricordo del futuro e i continui atti di violenza subìti all’interno della prigione non fanno altro che rendere ulteriormente insopportabile il suo inferno. La perdita di speranza e il conseguente stato di vulnerabilità lo porteranno a cercare conforto in quelle lettere firmate da una certa Olivia, unico contatto con il mondo esterno e punto di partenza del percorso che lo porterà a diventare il Testimone. Inizia così la lunga attesa verso il momento in cui le interferenze da parte di Cole avranno fine, ma nel frattempo ogni cosa deve seguire il proprio corso, ogni pezzo deve incastrarsi alla perfezione, per fare sì che il flusso temporale che ha portato Ramse nel presente non venga interrotto.
E’ proprio questo elemento, l’inevitabilità degli eventi, a rendere unica questa serie. Il bello di episodi come “Paradox” sta nella curiosa capacità di sviluppare un numero incredibile di vicende, non cambiando assolutamente nulla per quanto concerne il susseguirsi di eventi precedentemente stabiliti. Abbiamo assistito a ogni genere di avvenimento, eppure siamo sempre a due passi dall’estinzione della razza umana e il percorso, se possibile, appare ancora più tortuoso che in principio.
La strana coppia Cassie/Young Katarina contro ogni previsione diverte ed emoziona. Tralasciando la mediocre interpretazione di Amanda Schull (nulla di nuovo), le interazioni tra i due personaggi funzionano e un plauso va sicuramente fatto ai truccatori che hanno reso Barbara Sukowa trent’anni più giovane in maniera decisamente credibile (cosa che di certo non può essere detta per Leland Goines e il suo parruccone anni ’80). Unica pecca la facilità con cui Cassie riesce a convincere prima Katarina e poi il padre di Cole a credere nella sua storia. Se nel caso della Jones la sua conoscenza nel campo può fornire una giustificazione, l’accettazione della realtà da parte di Matthew in tre secondi netti risulta un po’ forzata, anche in seguito all’accenno sulle 12 scimmie.
Nonostante non mi sia molto chiaro come l’iniezione di sangue e il successivo paradosso provochi prima un’onda d’urto e poi la totale nudità di Cole, la scena della sua levitazione con annessa luccicanza è stata indubbiamente – passatemi il termine non propriamente tecnico – una gran figata. Molto toccante la scena del sacrificio del padre davanti agli occhi del piccolo Cole e interessante la figura della madre del viaggiatore, a conoscenza dell’esercito delle 12 Scimmie e quindi in qualche modo collegata alle vicende. Speriamo che nel season finale ci venga data qualche spiegazione in proposito.
Due figure che meritano un po’ di spazio nonostante il poco tempo a loro dedicato sono sicuramente Jennifer e Aaron. Per l’ennesima volta Emily Hampshire dimostra di essere entrata perfettamente nel personaggio, mostrandoci, nei dialoghi con Leland e Olivia in “Shonin”, la malinconia di una ragazza abbandonata al proprio destino dallo stesso padre, e rendendosi protagonista di un divertente siparietto in “Paradox” a base di imprenditori fedifraghi, frustini e passioni per la categoria #ChubbyRedheads. La follia del personaggio di Jennifer Goines viene valorizzata sempre maggiormente, episodio dopo episodio, grazie alla straordinaria interpretazione della Hampshire, a cui purtroppo viene riservato sempre troppo poco spazio all’interno delle vicende. Aaron invece continua a mettere la sicurezza di Cassie davanti al bene dell’intera umanità, dimostrando come dietro ad un tentativo di gentilezza spesso si cerchi solo di nascondere un atto di egoismo. Il ragazzo parrebbe anche molto confuso, vista l’espressione sollevata nel vedere Cole moribondo con la bava alla bocca e il repentino salvataggio attuato un minuto più tardi. Eppure sarà proprio lui a condurre il Pallid Man dal viaggiatore a fine puntata causando perciò la morte di suo padre. Una confusione che naturalmente lo porterà a inimicarsi Cassie (anche se Aaron sembra seriamente convinto che consegnare Cole ai cattivi e poi trascinare a forza la sua ragazza verso più rosei orizzonti sia la mossa giusta per conquistarla) e gli varrà anche un bel cazzottone in mezzo agli occhi.
Nel finale Deacon fa il suo ritorno alla guida di un gruppo di strani individui pronti a fare irruzione nel centro della Jones per mettere le mani probabilmente sulla macchina del tempo. Con Cole bloccato definitivamente nel 2015 in seguito all’iniezione, a difendere il centro rimane solo Whitley, le cui uniche parole rivolte alla Jones sono “They’re coming” (e esaminando alcuni precedenti seriali, prima Jacob di Lost e poi September di Fringe, sappiamo bene che questa frase non è mai un preludio a qualcosa di buono). Non ci è dato di sapere chi sia questo gruppo di loschi “pallid man” incappucciati, ma certamente questo finale di stagione promette scintille.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ribaltamento del rapporto tra Cole e Ramse
  • La prigionia di Ramse
  • Ramse “The Witness”
  • Uno sguardo al passato di Cole e Katarina
  • Il sobrio siparietto messo su da Jennifer Goines durante la riunione del cda
  • La scena più volte sognata da Cole finalmente ha luogo davanti ai suoi occhi
  • Il ritorno di Deacon
  • Cole rivela stupidamente a Leland Goines la reale importanza del paziente 0
  • Sebbene Acevedo sia uno dei migliori, oggettivamente le lingue orientali non vanno a nozze con la sua voce profonda
  • Amanda Schull con la sua sterile performance recitativa non riesce a far uscire dall’anonimato il suo personaggio 
  • Cassie, pur non avendo un briciolo di carisma, riesce a convincere con estrema facilità prima Katarina e poi il padre di Cole riguardo la pratica del viaggio nel tempo

 

Con questi due episodi il terreno per il season finale è decisamente spianato. Gli autori sono riusciti nell’intento di tenere alti i ritmi e hanno raggiunto in pieno gli obiettivi che queste due puntate si proponevano di realizzare. Ora che il mosaico è finalmente completo non resta che scoprire quale personaggio trarrà maggiore forza dalle proprie motivazioni, decidendo così le sorti dell’umanità, al centro del perenne scontro tra la possibilità del libero arbitrio e l’ineluttabilità di un destino già scritto.

 

Divine Move 1×10 0.72 milioni – 0.2 rating
Shonin 1×11 0.67 milioni – 0.2 rating
Paradox 1×12 0.58 milioni – 0.2 rating

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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