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Glee 6×12 – 6×13 – 2009 – Dreams Come TrueTEMPO DI LETTURA 5 min

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Tutto è bene quel che finisce bene. Come le migliori favole, anche Glee ha avuto il suo happy ending. 

Irrealistico? Forse.
Un po’ buonista? Sicuramente.
Scontato? Non proprio.
Perchè tante cose possono essere dette di Glee, ma di certo questo telefilm non è così prevedibile come si potrebbe pensare. Quando andò in onda il pilot per la prima volta nel 2009, a prima vista poteva sembrare la solita comedy ambientata nel solito liceo di provincia, con i soliti scontri tra le solite cliques. La ricetta vincente di Glee poteva essere quella alla base di tanti telefilm che hanno accompagnato l’adolescenza di vecchie e nuove generazioni: nerd contro sportivi, sfigati contro popolari, con una tardiva, ma meritata rivincita personale e sociale dei primi sui secondi.
Glee è tutto questo, ma non solo. C’è molto di più.
Indubbiamente Glee è una storia di riscatto: quelli che venivano derisi e umiliati, sono coloro che hanno raggiunto i risultati più importanti, ma la scalata verso il successo non è stata così rapida e senza ostacoli come avviene nella classica commedia americana. Glee è anche e soprattutto una storia di lotte continue contro infiniti ostacoli di ogni genere: difficoltà economiche e fisiche, insicurezze e pregiudizi. In sei stagioni non c’è stato un solo personaggio che abbia avuto tutto facile e chi è arrivato più in alto è stato anche chi si è fatto più male cadendo. 
Glee è innanzitutto una storia di umanità: anche quando hanno raggiunto i successi più grandi, i personaggi sono rimasti profondamente umani e totalmente veri, coi loro sbagli, i loro dubbi e le loro insicurezze. Gli autori li hanno lasciati liberi di cambiare, migliorando o peggiorando, facendo ottime e pessime scelte: perchè in fondo crescere è anche sbagliare, migliorarsi, evolversi.
Si può dire che questi ragazzi siano letteralmente cresciuti sotto i nostri occhi (pensate a quanto è cambiato Chris!!) e solo un robot privo di sentimenti poteva essere in grado di non affezionarsi a loro, di non avere voglia di sgridarli, di incitarli, di consolarli e soprattutto di abbracciarli. Perchè, per quanto un amico possa cambiare e sbagliare, gli si vuole sempre bene. E in fondo, è proprio questo che è successo con i ragazzi delle New Direction (soprattutto con il gruppo originale), per quanto fittizi, ci hanno fatto ridere, piangere, stare in ansia per loro, si sono infiltrati permanentemente nel nostro cuore diventando nostri amici.

Per questo motivo, questo doppio finale non è stato affrontato a cuor leggero dai veri fans di Glee, ma come un vero e proprio addio, accompagnato da ansia, dispiacere e malinconia, ma anche dai tanti ricordi che ci hanno fatto innamorare di questa splendida serie.
Ho trovato “2009” una scelta particolarmente azzeccata. Tutto era perfetto: il contenuto, il tono, persino la scelta di inserirla come penultima puntata era geniale; un tuffo nel passato che ha ricordato ai fan da dov’erano partiti i personaggi, ma soprattutto da dove’erano partiti loro quando hanno iniziato a seguire Glee. Infatti, la scelta di mostrare fatti già noti ha ricreato nello spettatore le stesse sensazioni di quando si sfoglia un album di vecchie fotografie; l’emozione è doppia: mentre si rivivono i ricordi catturati nell’album, si prova anche un misto di nostalgia e tenerezza per ciò che è cambiato da allora e soprattutto per come siamo cambiati noi. Vedere gli enormi passi avanti di Rachel, Kurt, Mercedes, Tina, Artie e la totale dedizione di Will è già emozionante di per sè, ma gli autori hanno voluto farci scoppiare il cuore con le note della canzone che ha siglato la storia d’amore tra Glee e i suoi fans, quella che si può considerare il vero e proprio motto della serie: Don’t Stop Believing. Canzone che, per quanto abbinata a ricordi e a messaggi positivi, non può che intristirci un pochino, perchè ci ricorda una grande assenza, quella di Cory Monteith, che con la sua scomparsa ha addolorato tanti Gleeks, aprendo un vuoto che non potrà mai essere colmato se non dai ricordi che ha lasciato.
Il salto nel passato di “2009” prepara spiritualmente gli spettatori, accompagnandoli per mano a salutare uno per uno i personaggi più importanti della serie con un veloce, ma efficace salto in avanti di cinque anni. Cinque anni non sono poi tanti se messi a confronto con la durata media della vita, ma ai personaggi di Glee bastano per compiere cose straordinarie: Mercedes apre i concerti di Beyoncè, Sam diventa coach delle new Direction, Artie si rimette con Tina, Sue diventa vicepresidente, i Klaine diventano attori e cantanti di successo in attesa di un bambino portato in grembo da Rachel che nel frattempo è anche riuscita a sposare Jessie St. James e a vincere un Tony Award che dedica al suo più grande fan, nonchè mentore: il signor Shue. Il suo personaggio è stato messo in secondo piano molto spesso nelle ultime serie, ma nel finale gli viene finalmente riconosciuta la grande importanza che ha rivestito per il telefilm. Will è l’insegnante perfetto, il coach più incoraggiante e il padre migliore che si potrebbe avere e anche a lui è concesso un degno riscatto dopo le tante umiliazioni subite: ha una moglie adorabile, un figlio bellissimo e dirige una scuola d’arte continuando a ispirare le generazioni future e salvando milioni di persone.
Questo finale, per quanto un po’ irrealistico e eccessivamente buonista, si abbina perfettamente ai valori che la serie vuole trasmettere e di cui rappresenta un perfetto epilogo. Infatti, Glee ci ha insegnato tante cose, ha fatto passare importantissimi messaggi di amore e tolleranza, verso gli altri e verso se stessi, ma più di ogni altra cosa ci ha insegnato a non mollare mai, a credere sempre in noi stessi e nei nostri sogni, ignorando chi cerca di criticarci e di abbatterci facendoci sentire illusi, soli, inadatti, brutti, grassi o sfigati. Ognuno è speciale e ognuno ha un proprio talento che è solo in attesa di essere scoperto e se qualcosa va storto lungo il percorso, non dobbiamo farci abbattere perchè, se ci crediamo davvero, alla fine, i sogni si avverano.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Mr. Shue preside al McKinley
  • La stella di Rachel continua a brillare
  • I Klaine
  • Gli Arttina
  • La riappacificazione tra Becky e Sue
  • L’intera puntata 2009
  • La grande, infinita ed incolmabile mancanza di Cory/Finn

Un glorioso finale per una serie che ha illuminato le vite di tante persone, insegnandogli a non smettere mai di sognare e di credere in loro stessi.
We Built This Glee Club 6×11 2.02 milioni – 0.7 rating
2009 6×12 2.70 milioni – 0.8 rating
Dreams Come True 6×13 2.53 milioni – 0.7 rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

1 Comment

  1. Nessuno sembra rattristarsi del fatto che nel 2020 danno ampio spazio ai klaine ma nessuna dritta sulla vita o i successi delle brittana

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