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House Of Cards 3×09 – Chapter 35TEMPO DI LETTURA 5 min

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Si dice che il 3 sia il numero perfetto. Non è esattamente questo il caso. Rispettando la tabellina di suddetto numero, eccoci di fronte al terzo episodio incentrato sulla politica estera. E’ questione di poche battute prima di essere catapultati nel punto focale dell’episodio. Se inizialmente possiamo essere ingannati dalle festose ed esaltanti frasi di Francis in piena campagna elettorale, basta un’innocua scritta su un volantino, annunciante la morte di 8 militari russi, per far tornare tutto su un piano di maggiore gravità. Risulta lampante il dualismo cardine di tutto House Of Cards: come la figura politica vuole apparire/come la figura politica si muove in realtà. Frank indossa una sportiva giacca di pelle, urla slogan ed esalta la folla; nello stesso episodio lo vedremo però sofferente per l’alta quota – cercando di sbadigliare -, addormentato su una sedia, in preda di un sussulto quando attraverso la radio sente l’esecuzione di un soldato. Ma la differenza tra apparenza e realtà non si ferma qui, non si ferma a banali impulsi e apparenze. Frank, il Presidente, l’uomo che deve rappresentare una nazione ci mostra anche come si possa arrivare a reagire di fronte alla vista di una figura amica in preda a crisi. Non ci è dato sapere, tuttavia, se la sua minaccia estrema alla Dunbar sia frutto di una seria preoccupazione per il “fidato” Doug, oppure un semplice rigurgito d’orgoglio e di territorialità. Da questo punto di vista, tirati fuori alcuni scheletri dall’armadio, è possibile scorgere riflessi di un “antico” Francis Underwood; antico e pericoloso, verrebbe da dire.
Ma a proposito di Doug: che valenza ha il momento di estrema decadenza dell’ex braccio destro? Come si colloca questa storyline all’interno di “Chapter 35”? Sicuramente assume un duplice effetto: uno positivo, uno negativo. La definitiva caduta nel baratro dell’alcolismo assume senz’altro contorni toccanti e ben interpretati. La recitazione di Michael Kelly riesce a dipingere alla perfezione lo stato d’ansia e di claustrofobica solitudine in cui è precipitato. Positivo anche perché, grazie al tanto sospirato confronto con il suo ex-capo, lo spettatore ha la possibilità di veder tracciato un filo diretto con le precedenti stagioni. Ovviamente la diversa carica ricoperta dal protagonista in questa terza stagione deve per forza di cose mostrare uno stacco e un cambio di scenari rispetto all’avvicendamento capo di gabinetto – Vice Presidente (prima stagione – seconda stagione).
Non è tutta rose e fiori però la deriva di Doug. Il lato negativo di questa sequenza di avvenimenti sta nell’anticlimax che si viene a creare dopo tutti i precedenti episodi in cui l’accoppiata Doug/Gavin aveva garantito agli spettatori una buona parentesi colma di angoscia, ansia e oscurità. Allo stato attuale delle cose, con l’arrivo del fratello di Doug nel finale, viene posta in stand-by tutta la vicenda. Ovviamente speriamo di sbagliarci, ma l’impressione di una troncatura netta, almeno in questo episodio, c’è stata.
Tornando al terzo incontro estero, questa volta il confronto con Petrov viene relegato ad una breve parentesi. Una parentesi importante, è vero, visto il probabile stato di tensione bellica a cui si va incontro. A livello prettamente stilistico, quello che appare, però, è un tirare le somme riguardo i precedenti incontri: “Mi hai umiliato a Washington e a Mosca, e io ti ho attaccato il telefono in faccia”, “e allora te lo attacco anche io”. Questa può tranquillamente apparire come la sintesi del confronto tra i due in questo episodio. Seriamente parlando, l’impressione è che la corsa parallela tra campagna per le elezioni presidenziali e la politica estera vedranno, in questa stagione, una più immediata conclusione di quest’ultima, con dirette conseguenze per l’altra.
Da notare ed apprezzare come House Of Cards, dietro le titaniche figure di potere, dietro l’ambito spionistico e diplomatico, mantenga comunque una o due trame di natura esclusivamente umana e quotidiana. Francis e Claire hanno scelto di porre avanti al loro matrimonio l’ambizione ed il lavoro. Per questo motivo, è necessaria un’ancora che ricordi agli spettatori di star assistendo a vicende verosimilmente realistiche e soprattutto umane (pur con la stilizzazione fumettistica di cui si è già parlato). In questo episodio è interessante sentire le “voci fuori campo” della giornalista Kate e dello scrittore Tom, come inconsapevoli narratori, sui quali in certi momenti viene spostata la lente di ingrandimento. Lo sguardo intenerito della giornalista nei confronti del partner addormentato regala un momento di umanità raro e istantaneo, ma necessario a regalare una boccata d’ossigeno in uno show asettico come HOC. Meno riuscito è il confronto tra Jackie e Remy. Tutto il preambolo dell’eccesso di velocità, solo per confessare una mancanza di identità, confidandosi con l’ex-amante, trascina lo show in una dimensione vagamente soap-operistica (già anticipata qui e lì nei precedenti episodi): dimensione decisamente stonata con il clima generale, sebbene indubbiamente risulterà importante per gli sviluppi futuri.
Ovviamente si riesce nel finale a far tornare le cose nel loro giusto ordine, grazie all’impietosa lettera di Frank, diretta ai genitori del soldato ucciso. Impietosa non nella forma ma nella sostanza, a dimostrazione che in un mondo dove il potere è l’unico Dio, si è portati a compromessi morali impensabili. A dimostrazione, inoltre, che lo spessore umano ne perde tantissimo, Frank dorme come un bambino di fronte ad una bugia presidenziale firmata e controfirmata.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Anche se breve, ennesimo significativo confronto tra Frank e Petrov
  • Sviluppi intriganti in ambito estero
  • Kate e Tom
  • Recitazione di Michael Kelly
  • Torna un faccia a faccia tra Francis e Doug
  • Chiusura troppo immediata della società Doug&Gavin/Max?
  • Jackie e Remy

 

Questo episodio, la cui regia è firmata da Robin Wright, non è certamente il migliore. Tuttavia la sua importanza a livello di trama è determinante. Appare ovvio che la sua funzione sia quella di aprire a probabili eventi decisivi negli ultimi quattro capitoli di questa stagione.

 

Chapter 34 3×08 ND milioni – ND rating
Chapter 35 3×09 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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