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The Vampire Diaries 6×21 – I’ll Wed You In The Golden SummertimeTEMPO DI LETTURA 6 min

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Facciamo finta che un attore cada e si rompa un dito. Che può fare la produzione se non ovviare alla cosa inserendo nella sceneggiatura la rottura effettiva del dito? Esempio più calzante: quando un’attrice è in dolce attesa. Gli stratagemmi abbondano da ogni lato, tra i quali, ovviamente, rendere incinta anche il personaggio (come Ginnifer Goodwin in Once Upon A Time). Cosa avviene quindi? La realtà va ad inquinare la fantasia. Si apre una spaccatura nel perfetto e immacolato mondo concepito in una sceneggiatura e confluisce nella (sempre) imperfetta realizzazione del girato. In The Vampire Diaries, addirittura, abbiamo la protagonista che se ne va. La Dobrev considerava chiuso il cerchio del suo personaggio, oppure, si potrebbe malignamente pensare, voleva abbandonare la nave che affonda. Fatto sta che la sceneggiatura ha dovuto fare i conti con questa clamorosa scelta. Potevano forse lasciarsi scoraggiare di fronte a tale macroscopica evenienza, sceneggiatori che hanno fatto dell’arte dell’improvvisazione dell’ultimo minuto una ragione di vita? Può mai nella Terra essere giustificato a livello narrativo il trattamento, ad esempio. del personaggio di Jeremy, tenuto per contratto in maniera inutile, salvo poi farlo andare via quando poteva avere un suo perché (il ritorno di Bonnie), scelta ovviamente pilotata dall’abbandono dell’attore? Discorso analogo ma inverso si può fare per Alaric, su cui sono state inventate intere storyline per giustificare una scelta o l’altra.
Non è quindi un mistero che il team creativo sia un maestro nel vivere alla giornata. E per questo motivo la gestione dell’abbandono di Nina Dobrev è stata, in questo episodio, arricchita di un capitolo ben gestito. Scelta vincente: non rendere Elena protagonista di questa storia, bensì Damon, ossia il più papabile a salire sul trono di protagonista della serie, nella prossima stagione. Il processo di deliberazione, pilotato da Stefan in versione “fantasma del Natale futuro”, si prende i suoi tempi nello svolgimento dell’episodio, senza mosse affrettate, arrivando alla fine ad una scelta meno scontata di quanto si potesse comprensibilmente immaginare. Tutto bene, tutto bello, se non fosse che noi sappiamo già come andrà a finire, per questo le complicazioni arrivate alla fine dell’episodio sono state una sorpresa trascurabile. Qui si presenta il grande dilemma: quanto si può apprezzare una narrativa così inquinata dalla realtà? Oppure: è possibile tener nascoste defezioni da parte del cast per salvare gli spettatori da sviluppi telefonati? Quando Damon decide comunque di diventare umano di fianco ad Elena, malgrado Stefan, abbiamo giustamente fatto tutti “ooooh!”. Ma quando vedremo che le cose non saranno così, tutti avremmo dovuto fare “OOOOOH!”, e invece faremo “vabbèccerto”. The Vampire Diaries si conferma così show impuro fino alla fine.
Come si capisce se una pietanza è mal riuscita? Quando non si sente il sapore della singola pietanza, bensì si distinguono i suoi ingredienti, causa sovrabbondanza di qualcuno o mancanza di qualcun altro. E certi ingredienti di TVD come show si percepiscono eccome, in questo che, tutto sommato è un episodio che si lascia guardare, se non altro per il coinvolgimento negli eventi che prende lo spettatore nelle battute finali.
Ingrediente n.1: Caroline. Estasiata dall’organizzazione del matrimonio, riprende in tutto e per tutto la sua mania del controllo, tornando quella che era sempre stata. Il chiarimento con Stefan ci fa capire come, dopo la morte della madre, il tutto poteva essere gestito in uno-due episodi. Invece è stata aggiunta la faccenda dell’umanità spenta. Cosa ha portato a livello di trama? Assolutamente niente. Qual è l’ingrediente che si percepisce alla grande? Il voler a tutti i costi riempire 22 episodi stagionali con storyline che alla fine della fiera non portano da nessuna parte. Non insultate l’intelligenza di chi guarda The Vampire Diaries perché fan affezionati allo show (e non perché vittima di una scommessa persa – ogni riferimento a fatti realmente accaduti al vostro recensore è puramente casuale): trame costruite meglio con meno episodi stagionali sarebbero capaci di soddisfarli meglio. Guardare TVD non significa non essere capaci di accorgersi dove si sta forzando la mano in qualche modo.
Ingrediente n.2: tutto il discorso sull’essere umani. Stefan traccia ben bene un profilo su cosa significhi essere umani e non vampiri super mega potenti immortali che curano tutti e bevono a qualsiasi ora. Ma non è forse questo un meraviglioso riferimento meta-televisivo? Convincere Damon della sua incompatibilità con l’essere umano, altro non è che rimarcare l’impossibilità di tornare indietro dal tracciato ricolmo di gratuite facilità che è la sovrannaturalità in TVD. Elena che dice quanto è bello sentirsi di nuovo umani è credibile quanto le pubblicità di McDonald. E infatti chi evidenzia il bello di essere umani sarà colei che vedrà i suoi piani andare in fumo, proprio a causa del suo alter-ego umano, che nel mondo popolato solo da umani ha deciso di abbandonare il cast.
In questo secondo ingrediente che si percepisce, una nota di merito va fatta al primo vero riferimento sull’alcolismo dilagante sdoganato nello show. Rendere alcolizzato l’ipotetico Damon umano è stata una onesta mossa nel far capire che effettivamente da sei stagioni a questa parte tutti bevono come ossessi. E che se sei un essere sovrannaturale puoi farlo, se sei un essere umano dopo un po’ ti gira la testa. Come poi deve succedere da un po’ di tempo a questa parte agli sceneggiatori.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il personaggio di Lily
  • Scena finale
  • Percorso nella decisione di Damon
  • Riferimento sull’alcolismo
  • Bruttissimi siparietti stereotipati sul matrimonio
  • Enzo in versione rappresentante di aspirapolveri: senza una fissa dimora, in ogni puntata va a trovare un personaggio ogni volta diverso
  • Uno può apprezzare la fattura dell’intreccio, ma non potrà mai rimanere sorpreso sugli sviluppi finali vista la scelta annunciata di Nina Dobrev
  • Il passaggio di Elena da vampira a umana è stato rappresentato come un cambio di pettinatura e niente più
Non guardare il minutaggio durante lo svolgimento dell’episodio è sinonimo di buona riuscita. La sensazione che tutto potesse crollare da un momento all’altro ha dato la giusta suspance, creando addirittura il giusto hype per il finale della prossima settimana. Ciò non toglie che ormai sappiamo di star assistendo ad uno show inquinatissimo da scelte esterne (si può dire che l’intera stagione sia stata scritta sulla volontà degli attori di tornare o di abbandonare – Alaric che torna e dà il via al personaggio di Jo, ergo ai Gemini; la mamma di Caroline che tira le cuoia, quindi altro attore che fa ciao ciao, ergo Caroline che sbrocca; Jeremy che… no quella ha determinato ben poco). Per continuare con la metafora culinaria: poco ci interessa che pietanza ci verrà servita, la nostra attenzione ormai sarà sempre più diretta verso la cucina per controllare gli ingredienti.
I’d Leave My Happy Home For You 6×20 1.22 milioni – 0.5 rating
I’ll Wed You In The Golden Summertime 6×21 1.32 milioni – 0.6 rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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