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Community 6×13 – Emotional Consequences Of Broadcast TelevisionTEMPO DI LETTURA 5 min

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Community 6x13 - Emotional Consequences Of Broadcast Television

Credenti, atei, agnostici, satanisti che voi siate, vi sarete pur persi qualche volta a fantasticare e ad abbandonarvi verso derive mistiche. A ipotizzare mondi paralleli, universi creati per sbaglio. Noi stessi, forse, possiamo essere inconsapevolmente creatori di numerosi universi. Le serie TV, poi, potrebbero essere universi realmente esistenti a cui assistiamo impotenti, separati da una barriera che noi chiamiamo “finzione”. E in mezzo a questa marea di universi paralleli, perfettamente funzionanti e chiusi in loro stessi, forse ne esiste uno difettoso. Un universo dove, a causa di una falla che va crescendo sempre di più, la realtà sta entrando a contatto con altre realtà, magari proprio con la nostra. Gli abitanti di questo universo iniziano a non essere più tanto convinti del loro essere personaggi reali e inconsciamente si vedono per quello che sono: personaggi di una serie televisiva. Abitanti di un mondo dominato da una mente folle quanto geniale che è capace anche di generare un universo costituito solamente da un salotto e da una famiglia che gioca ad un gioco da tavolo con la stessa serie come tema.
Mi piace pensare che questo sia stato il vero finale di Community. Dietro i mai poco toccanti momenti da series finale, che in una comedy aumentano esponenzialmente il grado di commozione (Friends docet), si nascondono riflessioni metafisiche, finestre aperte sul futuro, creazione di ulteriori universi, idee per tanti Community paralleli. Alcuni “troppo concettuali per essere divertenti” altri “troppo divertenti per venire approfonditi”, come cita la voce finale.
Alla fine: Jeff e Abed. Ma anche: Jeff è Abed. Il primo arriva a non voler abbandonare un mondo assolutamente senza senso, è infatti l’ultimo a continuare con le fantasie su una probabile settima stagione; il secondo, cinicamente, arriva ad inseguire la realtà grazie al nuovo lavoro a Los Angeles. Le fantasie, la metatelevisione e i discorsi contorti di Abed diventano così obsoleti, si trasformano in un qualcosa di superato dal momento che tutti, Jeff più che mai, abbracciano la natura televisiva del loro essere. Le simpatiche gag del metronomo e del biliardo, trovate come al solito brillanti se non geniali, si fanno da parte per una riflessione sullo show stesso. “Come sarà la settima stagione?” è più una scusa per dire “come sono state queste sei stagioni?”. Questo finale “seduto”, questo finale pensieroso e malinconico ci fa un grande regalo: dona una coerenza e una linearità ad uno show che lineare non è mai stato. Erano state abbandonate le speranze su un linea orizzontale per questa sesta stagione (non che se ne sentisse il bisogno, anzi…) eppure, alla fine, è stato fatto di più. E’ stato reso visibile un unico grande filo che ha legato in una grande collana un insieme di perle: alcune brillanti, altre più opache. E questo filo è Jeff, E’ Jeff che non vuole crescere, un Jeff che, dal proposito della 1×01 di rimorchiare Britta, scopre un amore nascosto quanto proibito nei confronti di Annie. Amore così trasparente ma così visibile nell’arco delle sei stagioni. Annie rappresenta per Jeff, e per tutti noi spettatori, un rassicurante mondo chiuso, l’universo di cui si parlava all’inizio. Quel Community college che pochissime volte è stato valicato e da cui sia noi, sia Jeff, fatichiamo a distaccarci.
E la settima stagione? Qui casca l’asino, Secondo questo articolo Yahoo! avrebbe fiutato il successo non accettando di essere un semplice appoggio solo per il celebre progetto sixseasonandamovie. Allo stesso modo, “Emotional Consequences Of Broadcast Television” ci ha detto in maniera chiara e tonda una cosa: una settima stagione sarebbe impossibile. L’insieme di finestre aperte dai personaggi su realtà future parallele altro non ha fatto che indebolire l’ipotetica falla di cui parlavo ad inizio recensione. Questa sesta stagione ha superato frontiere di metatelevisione difficilmente conosciute prima. Realizzare una settima stagione significherebbe chiudere Harmon in uno sgabuzzino con un foglio bianco e dirgli: “tiè, inventa”. Così, senza filtro alcuno. La sesta stagione è stata un’enorme riflessione sullo scorrere della vita sotto forma di stagioni televisive, o se preferite a dimensione di serie TV. Oltretutto alla fine Abed e Annie partono. Una settima stagione apparirebbe sicuramente forzata, oltre a rendere vane le bellissime divagazioni mentali dei personaggi in questo episodio. Bellissime in quanto rappresentanti di realtà che mai saranno realizzate.
Ecco, il andamovie, quello sì, sarebbe giustificato. Avrebbe un senso. E’ vero che come dicevano Elio e Le storie Tese: “quando un telefilm di culto approda al grande schermo, solitamente è una ciofeca, tipo Sesso and the City 2”. Tuttavia sappiamo benissimo che a dimensione di Community non si potrebbe parlare di “grande schermo”. Un film sarebbe la coronazione del particolarissimo lavoro di Harmon in questi anni. Potrebbe essere una possibilità per rivedere vecchi personaggi (Troy manca tanto), così come un’occasione per abbandonarsi il più possibile ad un delirante esperimento meta, per non parlare poi della quantità industriale di parodie che Harmon ha dimostrato di saper dominare con maestria e brillantezza.
Series finale (?) particolare questo di Community. Sappiamo che in qualche modo li rivedremo, ma la malinconia latente di questo show riesce ad esplodere in mille direzioni facendo venire voglia anche a noi di unirci all’abbraccio finale e dire a Jeff che va tutto bene, che daremo vita ancora e ancora al loro universo difettoso tramite rewatch compulsivi di questa serie unica, con la speranza, se non certezza, di ritrovarli al più presto, settima stagione o film che sia… maybe.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ipotesi di settima stagione da parte dei personaggi
  • La sigla riproposta più volte
  • La settima stagione di Britta
  • La settima stagione generalista del Dean
  • Il discorso strappalacrime di Abed
  • Jeff che rivela la sua malinconia
  • Abed: il metronomo e la stecca da biliardo
  • Shirley!!!
  • #andamovie
  • La fantasia finale di Jeff, con tanto di rievocazione del discorso del primo episodio
  • Le scorregge di Chang e la battuta sulla quarta stagione
  • Episodio emozionante, eppure frammentato, senza un vero e proprio filo narrativo
  • Non sappiamo con certezza se sarà o no series finale con conseguenti timori qualitativi per un’eventuale settima stagione e la paura che la bellezza di questo episodio venga sprecata

 

I can’t count the reasons I should stay… one by one they all just fade away.

 

Wedding Videography 6×12 ND milioni – ND rating
Emotional Consequences Of Broadcast Television 6×13 ND milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

2 Comments

  1. My emotions! My emotions! La più bella recensione che abbia letto su Community…è difficile lasciare andare il passato e l'attaccamento a una serie televisiva a volte sfocia in una passione incontrollabile,da cui non vorresti più staccarti. Ma la cosa più importante sono le emozioni che ci ha lasciato durante il percorso.

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