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Game Of Thrones 5×10 – Mother’s MercyTEMPO DI LETTURA 6 min

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Una puntata ricca di avvenimenti emozionanti, alcuni discutibili, altri ancora sconvolgenti: il season finale della quinta, chiacchieratissima, stagione di Game Of Thrones segna la fine delle differenze tra spettatori lettori e non. Da questo momento in avanti, nessuno ha la minima idea di ciò che accadrà e le domande sollevate da “Mother’s Mercy” dovranno inevitabilmente attendere il prossimo anno.
Benioff e Weiss, sin da “The Wars To Come“, hanno cominciato a tracciare la strada della serie indipendentemente dagli scritti di Martin: ora il materiale cartaceo è finito e siamo tutti uguali davanti agli Dèi vecchi e nuovi.
L’episodio in questione, aveva l’urgenza di risolvere le diverse storyline aperte nelle puntate precedenti: questo ha senza dubbio influito sull’unione delle tematiche, costringendo gli sceneggiatori a presentare gli eventi, anche quelli più eclatanti, in modo affannoso. A fronte di episodi più lenti, quest’ultimo è zeppo di situazioni e svolte difficili da metabolizzare subito; con il senno di poi, alcune puntate meno esaltanti potevano essere sfruttate meglio per non arrivare a concentrare le parti più importanti tutte in sessanta minuti.
Analizzando ogni elemento della puntata rapportato al personaggio protagonista del momento, si ha una certezza: la conseguenza. Tutto ciò che accade qui, avrà inevitabilmente delle conseguenze future non solo nella vita dei personaggi ma anche in quella di chi gli sta attorno, complice il rompersi del fragilissimo equilibrio delle vicende.
Come si è già detto più volte nelle passate recensioni, una delle storie che meno ha convinto per come è stata realizzata è quella di Dorne: si è notato non solo il difetto di scrittura sulle Serpi delle Sabbie ma anche su Jaime, mai così banale e poco incisivo. Eppure, l’inaspettata confessione da parte sua a Myrcella, la morte di quest’ultima per bocca mano di Ellaria, ha dato un senso alla narrazione che porterà, probabilmente, Martell e Lannister ad uno scontro.
L’altro momento un po’ buttato lì si svolge a Mereen, dopo gli eventi di “The Dance Of Dragons“. Il tutto risulta veramente semplicistico, soprattutto il trio Tyrion, Verme Grigio e Missandei al governo, con annesso ritorno di Varys, spuntato chissà come e chissà da dove. Ammettiamo che vedere Tyrion al timone della nave non dispiace e potenzialmente il risvolto futuro potrebbe essere una bomba, ma è ancora troppo presto per dirlo. Il Folletto ha mostrato già in passato le sue doti di amministratore del regno: Mereen è un luogo del tutto diverso rispetto al Continente Occidentale e le trame che si ordiscono al suo interno sono anch’esse differenti. Tuttavia, la scaltrezza e l’intelligenza di Tyrion possono essere le armi vincenti per ristabilire l’ordine che a Dany non è del tutto riuscito.
A Nord, il destino è crudele per Stannis Baratheon, che ha subito sulla propria pelle l’effetto del cieco fanatismo, del voler essere “King Stannis” costi quel che costi. Il sacrificio della dolce Shireen ha segnato definitivamente il declino del padre come uomo e come regnante: lo sa Melisandre, che scappa appena capisce ciò che sta per accadere e forse lo comprende Stannis stesso davanti alla disfatta contro Bolton e la vendetta da parte di Brienne. Il maggiore dei Baratheon non ne esce bene da questa quinta stagione, risultando in alcune situazioni poco credibile, per non parlare delle sue discutibili decisioni.
La svolta arriva, finalmente, anche per Sansa e per Reek, che decidono di liberarsi dal giogo di Ramsay: se per la giovane Stark è l’impeto che si aspettava, improvvisa è la decisione del fu Theon. Per entrambi i giochi sono aperti, proprio come per il resto dei personaggi, e questa è una svolta che si sentiva come necessaria anche per dare a Sansa un minimo di rivalsa. La legittima erede di Grande Inverno è un personaggio che ha subito una lunga evoluzione: se si pensa a quanto fosse acerba e superficiale durante le prime stagioni, non si può che riconoscere la sua crescita, nonostante gli eventi la costringano a passare da un carnefice all’altro. Ciò che, però, ci si aspetta è un’ancor più forte presa di coscienza, così da poter prendere in mano il proprio destino e smetterla di essere una marionetta in balia degli eventi.
A proposito di scelte, Arya fa la sua accorciando la lista con l’omicidio di Ser Meryn, che riporta ad alcune scene intrise di pathos e ad una strepitosa interpretazione di Maisie Williams. Per tutti gli affezionati della famiglia Stark è corso un brivido lungo la schiena nel momento in cui si vede trionfare Arya, eppure sappiamo bene che la vendetta non è la vera giustizia. La ragazza subisce una punizione esemplare da parte del Dio dai Mille Volti: la giustizia è cieca, deve esserlo, e lei, che ha ceduto alla personale voglia di regolare i conti, perde la vista, quasi come se fosse la sua legge del contrappasso.
Nel susseguirsi di tutti questi avvenimenti, due in particolare sono i più succosi. Il primo, fulcro centrale dell’episodio, riguarda Cersei, uno dei personaggi più contorti e odiati di tutta la saga: la camminata della vergogna per espiare i peccati è straziante ed emotivamente coinvolgente, nonostante la protagonista sia proprio lei. Tutta Approdo del Re guarda alla pietà concessa dalla Madre, da quel Credo Militante estremo e pericoloso: Cersei è così umana nella sua umiliazione, nel dolore, eppure le lacrime, la nudità, l’ammissione di peccato non le cancellano la fierezza dagli occhi. Guardiamola bene quando rientra nella Fortezza Rossa, dopo le lacrime. La prova attoriale di Lena Hadey è straordinaria, potente, sconvolgente: è questo che rende Game Of Thrones una grande serie, anche con i suoi difetti.
Il secondo avvenimento cruciale tocca invece a Jon Snow, amato dal pubblico, molto meno dai suoi confratelli: cinque coltellate e il più giovane Comandante dei Guardiani della Notte ci lascia, tacciato di essere un traditore. “Kill the boy and let the man be born”, era questo il consiglio di Maestro Aemon per Jon: lui lo ha fatto, scegliendo di unire bruti e Guardiani per salvarsi da una guerra impossibile da vincere, quella contro gli Estranei, ed ora se ne è andato. Anche sulla Barriera tante sono le domande: cosa farà la Sacerdotessa Rossa? Cosa ne sarà dei Corvi e dei Bruti? E la più che reale minaccia di cui abbiamo avuto un assaggio in “Hardhome“?
Il finale ha regalato attimi intensi che verranno ricordati e che confermano Game Of Thrones un prodotto fortissimo sotto molti aspetti: riuscire a dirigere così tanti eventi primari in poco tempo non è facile, seppur con qualche pecca gli sceneggiatori ci sono riusciti, restituendo uno dei finali più apprezzati e controversi della serie, con un numero alto di cliffhanger che aumenteranno la già palpitante attesa per la prossima stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il cammino della vergogna e la prova di Lena Hadey
  • Un intenso finale per Arya
  • La scioccante fine di Jon Snow
  • Risoluzione interessante per la fiacca vicenda di Dorne
  • La buona gestione dei tanti avvenimenti in soli sessanta minuti
  • Dialoghi ed estetica si riconfermano ottimi
  • Il personaggio di Stannis risulta poco credibile e, alla luce di tutti gli avvenimenti, riscritto male
  • Difetto di scrittura anche per Jaime che risulta banalotto
  • A Mereen tutto troppo semplicistico insieme all’insensato ritorno di Varys

 

Si discuterà su questa puntata più a lungo di quanto si possa pensare dato che molto tempo ci separa dalla nuova stagione: via libera alle congetture, alle ipotesi più spinte, si è davanti ad un futuro nebuloso dove tutto può succedere, tenendo però sempre a mente che “when you play the Game of Thrones, you win or you die“.

 

The Dance Of Dragons 5×09 5.40 milioni – 2.5 rating
Mother’s Mercy 5×10 8.11 milioni – 4.1 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

2 Comments

  1. Pienamente d'accordo con l'analisi ben strutturata che ci hai fornito. Gli eventi di Dorne hanno acceso una prospettiva interessante riguardo una possibile dichiarazione di guerra da parte dei Lannister (sempre più deboli a parer mio). Cersei paga uno scotto pesantissimo e non vedo l'ora di sapere come proverà a vendicarsi e se ci riuscirà (spero che muoia tentandoci e in maniera atroce se possibile u.u). Vorrei anche sapere però che fine ha fatto la giovane Regina e il piccolo Tommen (che qualcuno gli stia facendo un bel lavaggio del cervello?). A Meeren per me non c'è stato nulla di strano e anzi mi piace l'idea di Tyrion al comando con l'ausilio di Varys che è da sempre uno dei miei personaggi preferiti; bisogna vedere anche cosa farà Danerys e se i selvaggi saranno ostici o se la riconosceranno nuovamente come khaleesi (sempre che sia lo stesso popolo guidato un tempo da Drogo). La vendetta di Arya è stata strepitosa *.* spero che il Dio dai mille volti possa perdonarla in qualche modo perchè perderla significherebbe avere un "buono" in meno per cui tifare e dato che i buoni nel corso delle stagioni sono crollati miseramente questo non è poco. In tutto questo……….ma Bran??? Speravo di vederlo almeno nell'ultima puntata e invece niente!!! Il che mi fa pensare (o meglio sperare) in una futura scena in cui appare sfoggiando le capacità acquisite in un intera stagione da "fantasma" (magari la sesta stagione si aprirà proprio con lui chi lo sa). E arriviamo a Stannis! Che paga personalmente la scelta fatta sulla figlia ma che non riesco a biasimare del tutto perchè seppur estrema è stato in qualche modo costretto dagli eventi a dare ragione a Melisandre (l'imboscata di Bolton è stata davvero una dura mazzata per lui e per i suoi piani di conquista di Winterfell) dunque dispiace tantissimo per come sia andata ma ho comunque apprezzato! E arriviamo al nostro Jon Snow! E qui apriti cielo!! Che scompaia dalla serie non ci credo finchè non lo vedo; il mio dubbio è: verrà salvato da Melisandre? DIventerà un estraneo? Verrà salvato da Bran magari?? Un colpo al cuore vedere la scritta "traitor" può solo essere ricompensato da un bel ritorno a sorpresa nella sesta! Ad ogni modo resta una delle serie più belle mai prodotte (e un racconto fenomenale di Martin che leggerò appena possibile). Ancora 10 lunghi mesi e sapremo!

  2. Grazie del complimento sulla recensione!
    Per quanto riguarda Bran, il personaggio non compare a questo punto della storia, nemmeno nel libro; l'attore infatti non è stato scritturato dagli sceneggiatori per la quinta stagione, speriamo nel suo ritorno e in un ruolo risolutivo e intrigante.

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