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Orange Is The New Black 3×13 – Trust No BitchTEMPO DI LETTURA 7 min

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Come in ogni finale di stagione che si rispetti, anche in questo accadono molte cose e si dà spazio un po’ a tutti i personaggi, a volte per portare a termine le loro storylines, a volte per portare ad un cliffhanger.
Come nella prima puntata di questa stagione, non ci si concentra sul passato di un singolo, ma vediamo piccoli flashback di quasi tutti i personaggi. Se nella prima puntata i flashback ci raccontavano il rapporto delle detenute con le madri e la maternità, in questo episodio conclusivo vediamo principalmente il rapporto tra loro e la fede (Black Cindy che smette di pregare a tavola per mangiare e viene rimproverata dal padre, Healy che viene “aggredito” da un barbone all’entrata di una chiesa, la madre di Soso che le dice che non esistono inferno e paradiso). Maternità e fede, come dichiarato dalla creatrice Jenji Kohan, sono i temi portanti di questa stagione e ritornano, inevitabilmente, anche in questo finale.
Ma andiamo con ordine. Iniziamo con Piper, protagonista indiscussa della prima stagione ma che già a partire dalla scorsa ha visto ridimensionato il suo ruolo, cosa che continua anche in questa stagione ma con la differenza che quest’anno ha una migliore storyline. In questo episodio continua con la sua carriera da “spacciatrice” di mutande sporche (“I’m quite a gangsta“), scoprendo che Stella le ha rubato i soldi guadagnati e Piper si vendica facendola finire al carcere di massima sicurezza. Nonostante a molti non sia piaciuta l’evoluzione del personaggio di Piper in questa terza serie, è stata in realtà molto avvincente e ben realizzata perché da una lato ci fa vedere come il carcere possa cambiare un individuo costringendolo, invece che a riabilitarsi, a cadere sempre più a fondo alle attività criminali per sopravvivere e per sentirsi parte di qualcosa. Dall’altro lato, invece, vediamo come la sua evoluzione non sia altro che la conferma che Piper non è mai stata la persona innocente e buona che voleva apparire all’inizio della serie.
Opposta, invece, l’evoluzione di Alex, che per tutta la stagione abbiamo visto rassegnata alla miseria della sua vita dopo essere tornata in carcere e con una costante paranoia che Kubra avesse mandato qualcuno ad ucciderla. In questo episodio la sua paranoia diventa realtà scoprendo che uno degli scagnozzi di Kubra si è infiltrato tra le guardie ed è intenzionato ad ucciderla (primo cliffhanger della puntata). Quindi dopo un’Alex, nella prima stagione, sicura di sé e con una tendenza a manipolare le persone, adesso la vediamo vulnerabile e che riconsidera tutti gli errori passati. Anche in questo caso un’evoluzione ben riuscita.
Tra i personaggi di Alex e Piper, come abbiamo visto, si è insinuata nella seconda parte di stagione Stella, “friend with benefits” di Piper. Non abbiamo conosciuto molto di questo personaggio e sinceramente non è stato abbastanza interessante da farci chiedere quale sia il suo passato e cosa ne sarà di lei. Anche la recitazione non all’altezza di Ruby Rose ha contribuito a ciò.
Una delle parti migliori della puntata è sicuramente riservata a Black Cindy che, all’inizio determinata a convertirsi alla religione ebraica solo per poter avere i pasti Kosher, vediamo impegnata seriamente nella conversione tanto da dire al rabbino di volerlo fare perché questa nuova fede la fa sentire appartenente a qualcosa. Il suo monologo è intenso e molto bello e ci fa capire che anche un personaggio spesso relegato a fare battute da sassy black woman, abbia una crescita e profondità.
Il tema religioso in questo episodio viene toccato anche dalle scene che riguardano Norma, Soso e Poussey. Soso, che aveva tentato il suicidio nella scorsa puntata, viene salvata da Poussey (e compagne) e quest’ultima affronta Norma rimproverandole di aver trasformato un “culto” nato per stare insieme e basato su gentilezza, accettazione e comprensione, in una setta estremista che non ha saputo aiutare Soso nel momento di maggior bisogno (parabola, questa degenerazione, di ciò che accade un po’ in tutte le religioni). C’è molto potenziale nel rapporto tra Poussey e Soso: il loro avvicinamento, causato dalla solitudine di entrambe, potrà avere una bella crescita nella prossima stagione. Inoltre quest’amicizia ci dimostra ancora una volta che persona meravigliosa sia Poussey. Per quanto riguarda Soso, molto interessante è stato il suo percorso in questa stagione, esempio di come la vita in prigione possa distruggere l’animo umano. La recitazione di Kimiko Glenn, inoltre, ha conferito al personaggio una profondità che non ci saremmo mai aspettati nella seconda stagione.
Morello in questa stagione ha subito la perdita di Nicky in modo molto forte e l’abbiamo vista affrontare il “lutto” nel modo migliore che conosce: continuando a cercare l’amore (o quello che lei considera tale) per non sentirsi sola, mentendo senza vergogna ad ogni uomo incontrato. In questo ultimo episodio riesce addirittura a sposarne uno (Vince). Nessuna evoluzione, dunque, per Lorna, ma almeno abbiamo potuto capire quanto Nicky fosse importante per lei.
Storyline marginale quella di Red e Healy. In questo finale continua ad esserci una particolare intesa tra i due, ma è la stessa cosa che abbiamo potuto vedere nel resto degli episodi. Non accade nulla di nuovo neanche in questa puntata e il non approfondire questa relazione è sicuramente un’occasione sprecata di questa terza stagione.
Pennsatucky, grazie a Big Boo, decide di non voler più subire abusi da Donuts e si fa rimuovere dall’incarico di autista fingendo un attacco epilettico. Tanto bella e significativa quanto inaspettata l’amicizia che abbiamo visto svilupparsi tra Big Boo e Pennsatucky, la quale ha portato tutte e due ad aiutarsi, fidarsi reciprocamente e a riflettere sulle loro esperienze. E’ stato emozionante veder crescere questi personaggi e la loro storyline è stata senza dubbio la meglio realizzata della stagione.
La tematica della maternità viene affrontata con Daya e Aleida. Daya partorisce e Aleida mente alla madre di Mendez per non farle adottare la bambina, permettendo così di realizzare il desiderio della figlia di poter, un giorno, amare e crescere la neonata. In seguito però vediamo come il “patrigno” di Daya e della sua famiglia venga arrestato e la bambina venga portata via (secondo cliffhanger della puntata). La storia di Daya è stata interessante abbiamo potuto approfondire la conoscenza del suo rapporto con la madre, vedendo come Aleida non sia egoista e menefreghista come pensavamo (quest’ultima puntata ce lo dimostra grazie a quello che fa per la figlia).
Caputo in questo episodio si batte per far uscire Bursett dall’isolamento ma fallisce e, dopo il licenziamento di Danny, prende il suo posto nell’amministrazione. Caputo smette di comportarsi da brava persona e accetta un incarico solo per i suoi benefici, non preoccupandosi di farsi odiare dai suoi dipendenti. Egli capisce, dunque, come nella vita (almeno nella sua) fare del bene non porta soddisfazioni personali e che è arrivata l’ora di pensare a se stesso. Questo cambiamento è molto significativo, soprattutto nel farci vedere come nel lavoro a volte per sopravvivere si debba giocare più sporco degli altri.
A concludere degnamente quest’ultimo episodio c’è una bellissima scena finale dove vediamo le detenute assaggiare (momentaneamente) un po’ di libertà grazie a un buco della recinzione che permette alle detenute di raggiungere il lago dietro la prigione. Una perfetta scena corale, come corale è stata tutta questa stagione, che più delle precedenti ha dato spazio a tutti i personaggi e al loro approfondimento. Questa scena racchiude un importante messaggio che può anche essere il messaggio di questa season 3: il carcere può essere un’esperienza infernale e può portare a distruggere un individuo e peggiorarlo ma, a volte, se si riesce a trovare le persone giuste a cui appoggiarsi una speranza c’è ancora e si può persino cambiare in meglio. Insomma, in fondo al tunnel c’è un filo di luce e di speranza.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La conversione e il mikvah di Black Cindy
  • Piper definitivamente trasformata
  • Il bagno nel lago
  • Poussey e Soso
  • Red e Healy

 

Non ci resta che aspettare il prossimo anno per ritrovare le detenute di Litchfield con la speranza di ritrovare Nicky, la cui assenza si è fatta sentire parecchio (sarebbe stato divertente vederla nelle dinamiche riguardanti lo spaccio di mutande, per esempio).
Un’ottima stagione, con un’ottima scrittura e delle interpretazioni impeccabili, che non poteva chiudersi in modo più appropriato. Orange Is The New Black non ha deluso le aspettative neanche quest’anno nonostante un inizio un po’ sottotono.

 

Don’t Make Me Come Back There 3×12 ND milioni – ND rating
Trust No Bitch 3×13 ND milioni – ND rating

 

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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