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Falling Skies 5×06 – RespiteTEMPO DI LETTURA 5 min

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La breve parentesi dedicata al tanto atteso conflitto tra Pope e il Divino Mason ci aveva temporaneamente convinto che Falling Skies potesse riemergere dall’abisso di noia e inutilità dentro il quale la serie sprofonda inesorabilmente da anni. Naturalmente gli autori hanno pensato bene di fare un poderoso passo indietro, riproponendoci tutte quelle chicche che hanno reso Cieli Cadenti il classico telefilm da sconsigliare categoricamente a chiunque si consideri un appassionato del genere fantascientifico. Guardando questo sesto episodio si ha come l’impressione di assistere ad una parodia di The Walking Dead – influenza che già avevamo fatto notare nella precedente recensione – , tra fattorie paradisiache estranee all’apocalisse, simil-Hershel Greene armati di fucile e scene mistiche di rasature davanti a uno specchio. Il risultato è una puntata quasi totalmente inutile, nella quale gli autori hanno cercato di focalizzarsi sull’introspezione, accantonando nuovamente la trama principale, offrendo così allo spettatore quaranta minuti di drammi adolescenziali, difficili decisioni genitoriali, baci rubati al chiaro di luna e sentite preghiere di fronte a una bella tavola imbandita.
A quattro puntate dalla fine sembra che Rodat & co. abbiano deciso di fregarsene bellamente dell’invasione aliena, progredendo a piccolissimi passi verso la prevedibile vittoria della II Mass e limitandosi a scoprire il dispositivo di comunicazione espheno (unico colpo di scena della puntata, magistralmente spoilerato dal teaser di settimana scorsa) grazie al nuovo schiavetto di Weaver, che d’ora in avanti chiameremo Creepy Marty per ovvie ragioni. Una decisione, quella di focalizzarsi sulla vita di perfetti sconosciuti incontrati per strada, assolutamente priva di senso. L’intenzione degli autori è certamente quella di fornire una panoramica delle diverse problematiche relative ad una società post-apocalittica, un’idea che di fondo sarebbe anche interessante, non fosse che le diverse situazioni messe in scena in questa stagione sono già state affrontate in tutte le salse dai protagonisti principali della serie nelle precedenti annate.
La totale inverosimilità della situazione, inoltre, non fa altro che confermare la mancanza di idee che ha contraddistinto questa stagione, e in generale l’intera serie. Tralasciando l’impossibilità di tenere totalmente nascosta un’invasione aliena su scala globale per tre anni, Kyle arriva a scoprire un MegaMech guarda caso nel giorno dell’arrivo di Tom Mason – questa volta letteralmente sceso dal cielo per divulgare la sua parola -, nel posto giusto al momento giusto per poter arruolare il ragazzino nella sua amata II Mass (naturalmente senza il minimo scrupolo morale, ma d’altronde sappiamo bene che se il tuo cognome non è Mason al Divino importa poco del tuo destino) pur essendo cosciente del fatto che il povero Kyle non riuscirebbe nemmeno a tenere un fucile in mano senza spararsi sui piedi. Eppure, solo per dimostrare che la sua filosofia pro-guerra è quella giusta, mentre nascondere amorevolmente ai propri cari l’orrore della guerra è decisamente un’idea barbara, arriva quasi a sfaldare l’ennesimo gruppo di persone trovato sulla sua strada. La madre del ragazzo, in un primo momento furiosa con Tom, stregata dalle parole del Divino, decide infine di lasciarlo partire in compagnia di un perfetto sconosciuto per una guerra contro un esercito di alieni conquistatori senza troppe resistenze (per giunta limonandoselo, per la somma gioia di Anne che tanto non lo scoprirà mai). Per fortuna l’arrivo di Hal (anche lui alle prese con feroci slinguazzamenti al chiaro di luna, tale padre tale figlio) placherà il temporaneo complesso del dio di suo padre, facendo emergere tra le altre cose un interrogativo molto importante: gli alieni non hanno trovato questa piccola oasi di pace in tre anni disponendo di navicelle spaziali e mezzi tecnologici sofisticati e Hal l’ha trovata in mezz’ora con un pick-up?
Nel frattempo al campo base Maggie rimuove gli spuntoni che Ben le aveva amorevolmente regalato tempo fa per impedirle di rimanere paralizzata a vita, gesto che il giovane Mason non riesce a mandare giù e che spegne quasi definitivamente le speranze del ragazzo di portarsi la giovane ragazza sotto le lenzuola. La fugace avventura di Hal certamente verrà a galla riaprendo i giochi, ma per il momento nemmeno una commovente dichiarazione d’amore da parte del ragazzo ha portato a dei risultati concreti. Dovremo aspettare la prossima sensazionale puntata di Falling Skies per scoprire come andrà a finire il triangolo amoroso meno interessante della storia televisiva.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritrovamento del dispositivo di comunicazione espheno
  • Il servizievole Creepy Marty
  • Tom Mason l’immortale salvato dal calabrone con un colpo di fucile
  • Quando finalmente grazie al conflitto Mason vs Pope la serie stava diventando interessante, gli autori tornano a trattare inutili storyline fini a se stesse
  • Preghiere a tavola e “La democrazia in America” di De Tocqueville
  • Tom Mason era quasi riuscito a sfaldare l’ennesimo gruppo di persone trovato sulla sua strada
  • I parenti di Kyle avrebbero permesso al primo sconosciuto arrivato in groppa a un calabrone gigante di portarlo via a combattere una guerra contro l’invasore alieno?

 

A quattro puntate dal series finale, Falling Skies torna ad offrirci un episodio quasi totalmente inutile ai fini della trama, sciorinando l’ennesima lista di lezioni di vita di cui onestamente non si sentiva il bisogno. Il teaser del prossimo episodio ci mostra Tom Mason alle prese con dei misteriosi soldati, ignorando nuovamente Pope, che a questo punto tornerà nel finale per pareggiare i conti con il Divino. Le possibilità di assistere a un finale scioccante sono davvero minime, ma giunti faticosamente a questo punto, la speranza è davvero l’ultima a morire.

 

Non-Essential Personnel 5×05 2.03 milioni – 0.5 rating
Respite 5×06 1.94 milioni – 0.5 rating

 

 
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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