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Blindspot 1×03 – Eight Slim GrinsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Quando, alla fine dello scorso episodio, già si prospettava la soluzione del mistero con cui la serie era iniziata, ovvero l’identità della sconosciuta protagonista, veniva lecito sperare che la rivelazione ufficiale del mistero sarebbe stata, almeno un pochino, rimandata nel tempo. Insomma, che il fascicolo Taylor Shaw fosse andato perso, la persona incaricata di portarlo a chi di dovere venisse molto opportunamente e lestamente assassinata o cose simili. In realtà l’omicidio di un personaggio, perpetrato proprio mentre sta per dare a Jane Doe importanti spiegazioni c’è, esattamente all’inizio della puntata. Non è però, quello che ci aspetteremmo e, forse, nemmeno quello più utile nell’economia della serie. La vittima è il Ruggedly Handsome Man, cioè il barbuto coprotagonista di quasi tutti i frammenti di memoria rimasti alla ragazza tatuata. Peccato davvero, era un personaggio dalle grandi potenzialità, basti vedere quanto filo da torcere sappia dare, nella lotta, a Jane, una capace di mettere sotto senza batter ciglio, in una volta sola, quattro o cinque omaccioni molto più grossi di lei. Lo rivedremo nei ricordi di lei? Non sarà comunque la stessa cosa.
Da qui possiamo andare direttamente al finale, perché tutto quello che sta in mezzo scorre compatto, biodegradabile e modernamente impaginato. La conferma arriva liscia e puntuale: la protagonista è, in effetti, Taylor Shaw. La porta la giovane analista Patterson, in camice bianco, mentre Kurt Weller e Jane Doe sono in mezzo ad una stanza trafficatissima, negli uffici dei federali. Praticamente lo stesso pathos di un fattorino che consegna le pizze.
Ora non si capisce l’autolesionismo di Martin Gero nel volersi liberare così in fretta di tutti gli elementi con cui ha attirato gli spettatori: l’interpretazione dei tatuaggi è stata affidata ad una rete di supercomputer, personaggi molto interessanti vengono eliminati e quello che doveva essere un grande segreto viene presto rivelato. Cosa resta ora? Una bella cena a casa Weller, dove avremo fronte a fronte un uomo che è stato accusato di aver rapito e ucciso una persona in realtà viva, il quale porta le conseguenze di ciò da 25 anni, la persona in questione, che non potrà dire nulla in quanto non ricorda il proprio passato e il figlio dell’uomo, cioè l’agente Kurt, il quale dovrà… chiedere scusa al genitore? “Scusa” va bene per quando muore il canarino, non quando si toglie il saluto al proprio padre per un quarto di secolo. C’è poco da scherzare: una simile cena, stando alle sinossi diffuse online, è in programma in uno dei prossimi episodi. Non che da questi spunti e dallo scoprire cosa abbia fatto la ragazza negli ultimi 25 anni non possa venire fuori una degna trama orizzontale, ma è un grosso ridimensionamento rispetto alle premesse iniziali.
Piccoli raggi di luce vengono dall’inclusione di Jane-Taylor nella squadra F.B.I. assegnata al suo stesso caso. A parte il disagio di dover imparare a chiamare una persona in un modo pochi istanti dopo aver imparato a chiamarla in un altro, a parte la bizzarria della procedura dal punto di vista logico, perché nessuno pare aver pensato a cosa succederebbe se la ragazza ricordasse tutto o se comunque le informazioni essenziali le tenesse per sé o le usasse contro il Bureau? Sono state considerate solo le sue innegabili doti fisiche ed atletiche, oltre che il bisogno di avere un caso del giorno ad episodio. Forse però, con questo escamotage, riusciremo a smetterla con gli “Stay safe” e “Stay in the car” che già hanno ammorbato a sufficienza.
Meglio ancora, si sta affermando piano piano il personaggio della signora Mayfair, direttrice dell’F.B.I. interpretata con piglio da Marianne Jean-Baptiste. Le sue scene, quando saltano fuori dossier secretati e segretissimi, sì che avvengono in separata sede e danno senso di mistero. La signora la sa lunga, forse troppo, ma questo darà solo smalto alla trama orizzontale, almeno si spera, nel frattempo Gero e soci giocano fin troppo con l’anticlimax.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Emerge il personaggio della signora Mayfair
  • A parte il brutto colpo iniziale e quello finale, il resto scorre compatto 
  • Viene subito ucciso l’Uomo Barbuto
  • Già rivelata la vera identità di Jane?!
  • La vogliamo smettere con i “Stay safe” e “Stay in the car“?
  • Sequenza della tentata fuga dall’ospedale completamente assurda

 

Bacchettate, bacchettate sulle dita degli sceneggiatori. Non hanno permesso al pubblico di giocare per un tempo sufficiente al gioco promesso, togliendogli subito il giocattolo dalle mani e sostituendolo con altro. Non si fa. Solo tre puntate e hanno già parecchio da farsi perdonare.

 

A Stray Howl 1×02 9.11 milioni – 2.6 rating
Eight Slim Grins 1×03 9.06 milioni – 2.4 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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