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Doctor Who 9×07 – The Zygon InvasionTEMPO DI LETTURA 7 min

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The Day Of The Doctor“: reprise
 
L’orizzontalità di questa stagione ci predispone assai positivamente al corrente capitolo dell’epopea whovian, oramai entrato nel vivo. La pesante eredità, portata sulle spalle dal Dottore di Peter Capaldi, aveva e ha nome e cognome: TheDayOf TheDoctor. Il 50esimo anniversario rivoluzionava la mitologia di questa nuova serie, aumentando aspettative e responsabilità.
Se da un lato vi è la consapevolezza che la risoluzione del tema Gallifrey andrà dosata e conservata, come una bottiglia di vino invecchiato, dall’altro, tale consapevolezza aumenta il nostro delirium tremens dovuto al bisogno di rimandi al passato, trame orizzontali, strizzate d’occhio. Questo era mancato nell’ottava stagione, questo, per lo stesso motivo, risulta ancora più netto, evidente e gradevole nella nona stagione.
Si era detto, in una recensione avvolta da delirio estatico di fan (un mea culpa come ulteriore rimando tra le due recensioni), di come “The Day Of The Doctor” fosse diviso a metà tra caso “filler” – l’invasione Zygon – e il sopra citato stravolgimento di mitologia. Eppure era ovvio che la storia degli Zygon non sarebbe finita lì: vi è una ricorrente Osgood a dimostrarcelo (la cui morte nello scorso season finale aveva dato adito a diverse ipotesi, teorie e – perché no – proteste); vi era una ritrovata e ringiovanita UNIT nella persona di Kate Stewart; vi era soprattutto una storica pace basata sulla convivenza tra Zygon e Terrestri. Svolta storica, questa, forse fatta passare inosservata dalla ancora più storica salvezza di Gallifrey.
 
Zygons, Peter Harness e la politica in Doctor Who 
 
E’ stata un’ottima intuizione quella degli Zygon. Utilizzati in un unico serial dell’epoca di Tom Baker (“Terror Of The Zygons”), sono la perfetta commistione tra alieni efficaci e innovativi dal punto di vista grafico, ma soprattutto utilissimi per un’impostazione narrativa classica come quella degli ultracorpi. “The Zygon Invasion”, in questo, regala un pericolo interno, nell’ambito di una minaccia aliena, quindi esterna per eccellenza.
Ma non solo ultracorpi, pericolo interno e scambi di persona. “The Zygon Invasion” ci regala particolarissime dinamiche politiche. E non è la prima volta. Nell’ambito fantasioso e spensierato di DW, non sono stati rari i riferimenti occulti a fatti storico-politici. Basti pensare come Terry Nation, più di cinquant’anni fa, aveva pensato i Dalek come versione aliena dei nazisti. Inutile fare riferimento alle guerre territoriali che hanno caratterizzato lo scorso e questo secolo. Allo stesso modo risulta accuratissima la descrizione della volontà degli Zygon, “costretti” da una pace mediata dal Dottore a vivere con forma non loro, in un pianeta non loro. E allora ecco che si palesano frange integraliste, ma soprattutto documentazioni video di ostaggi e di esecuzioni. Tutto molto – quasi troppo – stilizzato: nessun sottile richiamo, bensì somiglianza nettissima con moltissimi fatti di attualità.
La 9×07 è un episodio di costruzione e di attesa. La funzione di questa prima parte di (ennesimo) doppio episodio, a differenza dai precedenti, è proprio quello di descrivere e preparare a imprevedibili sviluppi il prossimo, forse trascendente la pura questione Zygon. Testimonianza di ciò, gli scrittori dei due episodi: mentre in questo vi era il solo Peter Harness alla tastiera, il prossimo vedrà un lavoro a quattro mani anche con Steven Moffat. A proposito di Peter Harness, interessante è il parallelo con la sua unica altra creatura realizzata per Doctor Who. “Kill The Moon“, la 8×07, era stato un episodio generalmente non apprezzatissimo (raccogliendo qua e là opinioni da parte del pubblico), soprattutto per alcune soluzioni estreme e fantasiose. In sede di recensione, non se ne parlò male. Soprattutto per un’atmosfera imponente, realizzata grazie ad una scrittura, anche in quel caso, riguardante momenti di svolta per l’umanità. La realizzazione fiabesca della Luna come gigantesco uovo (fatto evocato anche in “Before The Flood“) si collocava come momento fondamentale nell’avvio dell’esplorazione spaziale da parte dell’uomo. Il Dottore, in quel caso, si poneva come garante, figura imparziale e super partes, osservatore del progredire umano. Non è propriamente super partes nell’episodio odierno, tuttavia lo vediamo rivestire nuovamente un ruolo istituzionale, come era avvenuto in “Death In Heaven“: la sobria carica di President Of The World.
 
The Hybrid
 
Se gli episodi doppi (seppur con stili diversi) sono la caratteristica di questa nona stagione, allo stesso modo vi è un sottile trait d’union che collega tutte le stagioni del nuovo ciclo. Dei misteri erano stati introdotti (il testamento del Dottore, the Minister of War), eppure un tema è presente costantemente sin dal primo serial (classicamente, ci riferiremo così ad ogni coppia di episodi): il tema dell’ibrido. Storie con impostazione radicalmente diversa e con caratteri diversi ci portano ad osservare commistioni di razze interplanetarie. I Dalek/Time Lord, gli umani/”fantasmi“, la ragazza immortale con tecnologia Mire immessa e ora la coppia Uomo-Zygon, con caratteristiche genetiche mischiate: pensare sia un caso vuol dire aver visto questi episodi di Doctor Who con i neuroni in vacanza, senza conoscere le logiche che governano la serie inglese.
Ovviamente, in questo caso, non si può non intravedere in Osgood un’importanza che forse potrebbe andare al di là della semplice vicenda UNIT. Un personaggio che si è presentato una volta con la sciarpa, un’altra con il bow-tie, in questo caso con i punti interrogativi tipici del Settimo Dottore, un personaggio inserito con il contagocce come contorno negli episodi più recenti, reso protagonista di questa doppia avventura, proprio quando siamo nei pressi di un cambio di equipaggio nel Tardis: anche in questo, avanzare supposizioni è più che lecito.
 
Clara: una companion mancata, elogio a Jenna Coleman
 
Amy e Rory inserirono all’epoca una novità, nell’economia dei companion del Dottore. La presenza di uno o più umani a bordo del Tardis non era più fissa e continua. Esattamente come in certe relazioni sentimentali, il tutto prese una piega con meno impegno. Mentre nella serie classica certi companion erano quasi “forzati”, costretti nel Tardis senza la possibilità di tornare a casa, con il passare del tempo si arrivò a perdere continuità nei viaggi. Non ci era dato sapere, infatti, quanto tempo fosse passato tra un’avventura e l’altra. Come già detto, con Amy e Rory, l’invito sul Tardis stesso diviene un qualcosa di occasionale. Fino ad arrivare a Clara che, alle prime battute con Matt Smith, aveva addirittura l’appuntamento fisso una volta alla settimana.
Certo, in questo modo le si è potuto dare un’ulteriore importanza (motivata dalla sua particolare storia) senza costringere la Coleman a rimanere nel cast per troppi anni. Così, per noi, Clara è stata con il Dottore più di qualsiasi altro/a companion (considerando anche Trenzalore, sebbene lei fosse passata poche volte nell’arco del suo pranzo di Natale).
E ci troviamo sempre più vicini al suo addio. Crediamo poco a ciò che Bonnie ci dice a fine episodio, ma abbiamo ragione di credere che l’addio di Clara sia lì ad un passo. Certi difetti nella caratterizzazione del personaggio non devono togliere nulla all’interpretazione di Jenna Coleman che in questo episodio tocca altissime vette. Qualcuno potrà dire che era telefonato il colpo di scena sulla sua sostituzione Zygon, ma riguardando tutto l’episodio una seconda volta, sarà possibile osservare sfumature di carattere, leggere quanto virtuosistiche che rendono il “cambio” di personaggio evidente, tanto quanto la bravura dell’attrice.
Quando poi si parla di eventuali difetti nella caratterizzazione di Clara non bisogna dimenticare che, oltre allo schema di “occasionale” di cui si è già parlato, Clara arriva come quinta companion con caratteristiche più o meno simili a chi veniva prima di lei (con leggera eccezione di Donna). Anticamente vi erano Jo, Sarah Jane, Tegan o Peri, è vero, ma erano alternate da Jamie (terrestre, ma di altra epoca), Leela o Romana. Nell’economia di un ritorno al passato, ma anche di un cambio di ritmo, sarà utile poter vedere il Dottore viaggiare con continuità con qualcuno diverso dall’ennesima ragazza terrestre. Anche un ibrido potrebbe andare.
 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ritorno degli Zygon
  • Ripresa da “The Day Of The Doctor”
  • Interpretazione di Jenna Coleman
  • Attesa creata per il prossimo episodio
  • Tanti riferimenti al passato
  • The question marks
  • Alcune scelte un po’ forzate (perché Kate va assolutamente da sola? E perché il Dottore non viaggia con il Tardis, vista l’urgenza della questione?)
  • Alcune scene tirate un po’ per le lunghe (il soldato con la finta madre)

 

Non ci si faccia ingannare dal giudizio “inferiore” rispetto ai precedenti episodi. Non si tratta di una salvezza data con sufficienza. La diversa impostazione di questa prima parte, rispetto alle altre, crea un senso di sospensione ed attesa superiore ai precedenti che sapevano essere esaustivi con una loro identità (geografica, temporale, stilistica), pur senza essere completi dal punto di vista della storia. Ognuno, quindi, con la sua conclusione e con l’inizio della seconda parte, chiudeva una parentesi per aprirne un’altra. Non è questo il caso. Questo episodio ha aperto delle parentesi che solo la prossima settimana saranno chiuse (anche solo parzialmente). Chiuse bene o male, questo non lo possiamo decidere ora.

 

The Woman Who Lived 9×06 4.39 milioni – ND rating
The Zygon Invasion 9×07 3.87 milioni – ND rating

 

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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