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Doctor Who 9×08 – The Zygon InversionTEMPO DI LETTURA 7 min

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La storia
 
The Zygon Invasion“/”The Zygon Inversion” si pone in diretta continuità con episodi quali “The Rings Of Akhaten“. O se vogliamo, con un po’ di fantasia, anche con la doppia premiére della corrente stagione. Cosa hanno in comune questi episodi? Semplicemente che la storia serve da base per il singolo (o i singoli). Come le squadre di calcio, che hanno in rosa un fuoriclasse, costruiscono un gioco (o non-gioco) esclusivamente sulle sue capacità e invenzioni. Al contrario, esistono anche squadre che fanno del collettivo e del gioco di squadra il loro punto di forza, così esistono episodi di DW dove i personaggi sono al servizio dell’inventiva e dell’originalità della storia.
La struttura preparatoria di “The Zygon Invasion” era tale proprio per la molteplicità di situazioni presentate e per la dimensione mondiale dell’emergenza Zygon. Avevamo infatti denunciato alcune sequenze vagamente fini a se stesse, utili forse ad incrementare il minutaggio.
E’ lecito aspettarsi, da un episodio preparatorio, un seguito spumeggiante e colmo di azione su tutti i fronti. “The Zygon Inversion”, al contrario, riduce il parco personaggi, sposta la traiettoria della storia in una dimensione morale e ridisegna il tutto con tratti intimisti e verbali. Non si esagera nel dire che i punti di forza di tale episodio siano esclusivamente monologhi e dialoghi.
“The Rings Of Akhaten” aveva un suo culmine, rappresentato dallo struggente monologo di Matt Smith, con tanto di base musicale. Il suo plot, al contrario, non è certo passato alla storia per brillantezza. Ma proprio per quello, più passa inosservata la storia, più il palcoscenico sarà sgombro per le capriole e salti mortali che l’attore in questione effettuerà.
Più complesso è il paragone che corre con gli episodi 9×01 e 9×02: una storia più complessa ed originale, oltre che importante per la mitologia, fa strada ad un imponente dialogo tra due storici nemici. “The Rings Of Akhaten” preparava ad un determinato momento quindi, mentre “The Magician’s Apprentice” e “The Zygon Invasion” preparano ad un determinato episodio, costellato da un insieme di particolari momenti.
Come non poter definire, così, “The Zygon Inversion” come l’episodio del monologo del Dodicesimo Dottore e del dialogo di Clara con “se stessa”?
 
Clara
 
L’incipit della 9×08 ricorda vagamente l’inizio della 4×09 (“Forest Of The Dead”), in cui si interrompeva il climax del precedente episodio con un’apertura in un luogo e in una realtà differente. Infatti, in quel caso, Donna si risvegliava nel database dell’enorme biblioteca. Clara, in una iniziale sequenza particolarmente disturbante ed onirica, si ritrova all’interno della propria coscienza, dormendo nel bozzolo Zygon.
Sono due gli scopi primari della porzione di episodio riservato a Jenna Coleman (quindi a Clara e a Bonnie): ricordare per l’ennesima volta l’importanza di Clara e dimostrare per un’ulteriore ennesima volta la bravura di Jenna. Durante la visione, noi identifichiamo Clara, ma non riconosciamo Bonnie. Durante l’enorme predica del Dottore, necessitiamo di un ulteriore sforzo mentale per renderci conto che lui si stia rivolgendo alla stessa faccia con cui di solito viaggia. Per noi Clara è quella sotto la custodia dei due Zygon dall’altra parte della stanza (o forse il recensore non ha sufficiente cinismo e distacco per non immedesimarsi troppo in ciò che ha di fronte gli occhi).
Inutile ricordare nuovamente di come si percepisca l’imminenza della fine dell’attuale companion. Ogni volta abbiamo detto: “ci siamo”, “alla prossima se ne va”. E invece, a quanto pare assisteremo al doloroso distacco solo nelle ultime battute di stagione. Ciò non toglie, che piaccia o no, che Clara abbia segnato momenti fondamentali nel percorso del Dottore. Se ne ha l’esplicitazione finale proprio in questo episodio. The impossible girl è stata colei che ha smosso dalla mente del Dottore del tutto l’idea di sacrificio necessario (ed ecco un ennesimo legame con “The Day Of The Doctor“). Così come quello è stato il momento – a dire di Moffat – che ha segnato un cambio nell’epopea della nuova serie, possiamo così immaginare che l’addio di Clara segnerà un ulteriore cambio nell’approccio con il passeggero o i passeggeri del Tardis. E’ vero, ogni addio è stato doloroso e influente nel futuro atteggiamento del Dottore. Ciò a cui si fa riferimento sarà una necessaria diversa concezione creativa proprio nella scrittura. Esempio: con l’addio di Rose e Martha, si è sentito il bisogno di far evitare al Dottore coinvolgimenti sentimentali con la companion successiva, “approcciata” però allo stesso modo delle precedenti (con conseguente simpatica gag con Donna). Dopo Clara, non sarà il Dottore a dover cambiare atteggiamento, bensì le menti creative dietro di esso. Il cambio di approccio dovrebbe così essere totale. Con la quasi certezza di essere smentiti, staremo a vedere.
 
Osgood
 
Ennesima companion mancata. Ma come per O’Donnell qualche episodio fa, ci saremmo trovati di fronte ad un’altra figura che del Dottore tutto sapeva. Esattamente come Ashildr, si va invece a creare un personaggio ricorrente alla River o Jack.
Nella scorsa recensione avevamo parlato di Osgood (Petronella?) come ennesimo potenziale ibrido in questa stagione. Ciò è vero, ma un ulteriore aspetto emerge (oltretutto risulta più chiaro che le Osgood non sono/erano un mix tra le due razze, bensì semplicemente non si sapeva chi fosse chi). L’ulteriore aspetto che emerge è la creazione di un altro “alter ego” del Dottore. Forse ulteriore punto di unione tra gli episodi di questa stagione. Forse non porterà da nessuna parte, ma non si può fare a meno di notare come il tema fantasma della nona stagione sia la non unicità del Dottore, o meglio la sua estrema influenza negli ambienti visitati. Ognuno con delle variazioni, i tratti orbitano intorno alle caratteristiche base del protagonista.
Davros evidenzia le somiglianze tra i due, mentre i Dalek arrivano a potersi rigenerare; allo stesso modo Missy parla dell’amicizia (e somiglianza) millenaria tra i due; il King Fisher attira persone per poter creare un contatto con la sua patria lontana; Ashildr, immortale e autorigenerante, percorre la storia linearmente, con l’obiettivo di proteggere le persone, dopo aver sofferto inimmaginabili perdite; Osgood, anche lei, ha una missione ben precisa e risulta, a suo modo, “immortale”: situazione opposta alla rigenerazione, qualsiasi mutante può prendere il posto di un’eventuale Osgood venuta meno.
 
The Doctor
 
Ma torniamo all’incipit. Tutto sembra essere stato scritto per gravitare in un punto preciso: il monologo del Dottore. Vi erano stati in passato “assoli” di Peter Capaldi, ma mai come questo. Nel già citato “The Rings Of Akhaten”, il Dottore metteva su un vero e proprio sfogo, una pièce utile a distogliere un “Dio cattivo” dal suo proposito parassitario. Qui, invece, siamo di fronte ad una vera e propria predica. Tutti quanti, anche chi non ha colpa come Clara, abbassa gli occhi, esattamente come avviene quando qualcuno sta pesantemente sgridando qualcun altro e non si vuole assolutamente interferire con l’elettrico momento.
Quando Wilfred – il nonno di Donna – disse al Dottore che lui sicuramente vedeva tutti gli umani come formiche, il Dottore di Tennant rispose che in realtà per lui siamo giganti. Qui, un Dottore più esperto riconosce che, sì, siamo formiche e lui ci deve tenere d’occhio. Riallacciandoci con il paragrafo inerente alla storia, sappiamo così che non vi sarà la necessità di altri capitoli sugli Zygon perché ciò a cui assistiamo sta avvenendo per la quindicesima volta. Il Dottore ha posto su un bluff grande quasi quanto la salvezza di Gallifrey: nessuno deve farsi male, per nessun motivo. Se quindi piccoli particolari differenziano le differenti incarnazioni, allo stesso modo la filosofia e la morale rimangono inevitabilmente coerenti.
Temi come la pace e la non-violenza vengono, in questo modo, affrontati con estrema semplicità ma senza troppa retorica. In che modo? Grazie a delle battute scritte con sapienza e originalità, contorniate da un’interpretazione da applausi. Il Dottore che ad inizio episodio dà il via ad un insieme di veloci battute, con caratteristiche nonsense di gusto squisitamente british, lascia poi lo spazio alla gravità di un profondo monologo teatrale, il resto dei personaggi fermi ad ascoltarlo/ammirarlo.
Ma veramente abbiamo bisogno di metterci a parlare della prova offerta da Peter Capaldi?
 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il monologo del Dottore
  • Clara vs Bonnie
  • Osgood
  • “Any questions?” dopo l’atterraggio con il paracadute
  • Il Dottore che sorride in macchina
  • Clara conferma la sua importanza nella storia del Dottore
  • Altri riferimenti importanti al 50esimo e un riferimento all’ex companion Sullivan, dal quarto Dottore chiamato “imbecile”
  • Forse una storia troppo al servizio dei personaggi, bruciando così la continuità Zygon, con la dimostrazione che tutto quello era già avvenuto altre 14 volte 

 

Un episodio che non può che confermare il trend positivo di questa stagione. In favore di una poliedricità nella modalità di episodi (pur mantenendo linee comuni), ci troviamo questa volta in un episodio estremamente Dottore-centrico. Siamo alle ultime battute di Clara e ci rendiamo conto di come il personaggio sia stato tanto importante quanto, forse, mal sfruttato nella precedente stagione.
Ed ora vediamo cosa si inventa Mark Gatiss la prossima settimana.

 

The Zygon Invasion 9×07 3.87 milioni – ND rating
The Zygon Inversion 9×08 4.22 milioni – ND rating

 

 

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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