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American Horror Story: Hotel 5×08 – The Ten Commandments KillerTEMPO DI LETTURA 4 min

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A pochi episodi dalla fine di una stagione difficile da classificare, viene rivelata l’identità del killer dei dieci comandamenti. Purtroppo questa rivelazione non giunge inaspettata allo spettatore. Già dallo scorso episodio era evidente come molti personaggi sembrassero restii a dire all’ormai ex-detective John Lowe quale fosse questa verità, non si sa se per paura o per pietà nei suoi confronti, quasi per evitare di rompere quel labile equilibrio che ancora tiene in piedi la sua personalità praticamente devastata. Purtroppo, come già accennato prima, il colpo di scena era già telefonato da tempo e quindi si assiste alla ricostruzione dei fatti, non coinvolti come si dovrebbe.
Presumendo che fosse uno dei punti fondamentali di questa stagione, la conduzione di questa trama orizzontale appare debole e poco appassionante, nonché troppo complicata e mancante di una base solida che ne giustificasse le motivazioni. Perché proprio di questo manca la trama, di una motivazione nel progetto di March, un legame tra la sete di sangue e il concetto di peccato legato ai dieci comandamenti. Il suo intento di punire i peccatori si lega poco alla sua sete di sangue che lo ha sempre caratterizzato, scevra di giustificazioni soprattutto di tipo religioso. Sarebbe bastato motivare meglio il discorso sull’aura negativa (nera per la precisione) di Lowe che l’ha subito colpito non appena si erano conosciuti 5 anni prima. Sarebbe bastata quella.
Tramite il lungo flashback, infatti, scopriamo che Lowe era capitato per caso nell’hotel e aveva avuto modo di conoscere già tutti i suoi inquilini, qui non ancora pienamente coscienti della loro disperazione che si sarebbe manifestata concretamente solo nel presente. Presentato come personaggio con grandissimo potenziale omicida, March vede in lui il suo erede e lo formerà lentamente con una cura a base di filosofia vendicativa e ubriacature da assenzio. Talmente affascinato da lui, March arriverà a rinunciare alla sua tanto desiderata serata mensile con la Contessa, che qui sconta un minutaggio veramente esiguo ma comunque essenziale visto che sarà colei che porterà Lowe definitamente verso il male: il piccolo Holden verrà rapito da lei, come si era già visto, ma sotto indicazione di March, rendendo evidente come tutti gli inquilini dell’hotel siano stati partecipi, chi più chi meno, del piano di “caduta negli inferi” per il povero detective.
Tramite questo flashback si riescono a collegare elementi apparentemente casuali apparsi nelle precedenti puntate come filler (si veda per
esempio la cena dei serial killer), dimostrando una visione di insieme sicuramente più coerente rispetto alle precedenti stagioni di AHS. Ci sono ancora molti punti dolenti da segnalare e principalmente sono riconducibili ad una sensazione di scollegamento tra le varie storyline dei vari personaggi. Per la precisione, la frammentazione della narrazione. Se da un lato permette di variare il registro narrativo di episodio in episodio, aggiungendo tasselli nel grande puzzle creato dagli autori, dall’altro richiede una pazienza e un grado di attenzione tali che spesso si rischia di mettere in secondo piano i colpi di scena importanti perché ci si trova persi nella ricerca un filo conduttore agli eventi mostrati.
Essendo un episodio Lowe/March centrico, lo spazio dato agli altri inquilini risulta molto esiguo ma comunque apprezzabile. Ognuno di loro riesce, in poche battute, a risultare efficace e rispettoso della propria caratterizzazione, aggiungendo qualcosa in più sul proprio passato e sulle proprie motivazioni. Per esempio, sarà interessante capire quelle di Sally, soprattutto la natura dell’accordo che ha con March riguardo l’affidamento esclusivo di Lowe dopo la sua missione da serial killer.
Come spesso rilevato, molti altri personaggi mancano all’appello ormai da troppi episodi e ci si chiede che fine abbiano fatto. Si veda per esempio Ramona e la sua tremenda vendetta o la figlia dei Lowe ormai dimenticata da tutti, anche dagli spettatori. Per non parlare dell’orda di vampiri bambini che gira in città. E chissà quando se ne saprà qualcosa. Con la speranza che questi elementi vengano ripresi il più presto possibile in onore di una necessaria coerenza d’insieme della serie.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritorno di Sally e la sua tragicità
  • Allestimento delle scene sempre barocco, come da programma
  • Colpo di scena mancato
  • Troppi spiegoni tramite flashback

 

Per quanto i difetti e le mancanze risultano essere sempre evidenti e mai completamente ridimensionati, la visione di AHS Hotel rimane ancora piacevole. Il rischio è che, come nelle ultime stagioni, perda mordente non sfruttando appieno i colpi di scena costruiti, cadendo nei suoi soliti vizi: trame complicate e frammentarie.

 

Flicker 5×07 2.63 milioni – 1.4 rating
The Ten Commandments Killer 5×08 2.31 milioni – 1.2 rating

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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