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Arrow 4×13 – Sins Of The FatherTEMPO DI LETTURA 4 min

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I thought of you as a son once, Oliver. I had more in common with you than my own blood, but that’s not the reason why I’m not going to kill you. Neither the fact that you are my daughter’s brother. The reason you get to live is because death would be a mercy compared to the debt I now owe you.

Era da tempo immemore (se si esclude il crossover con The Flash) che non si assisteva ad una puntata di Arrow priva di strafalcioni che oscurassero ogni lucido giudizio. Ma fughiamo fin da subito ogni dubbio: anche questo episodio non è esente da gaffe, semplicemente ci sono ma fanno ormai parte del contesto e della cialtronaggine ormai insita nelle riprese.
In questa sorta di Arrow 2.0 patinato e mistico (iniziato con “Green Arrow” ma in realtà in voga sin dalla morte di Oliver datata “The Climb“) si è sempre spesa molta più attenzione al mero lato superficiale delle storie, dimenticandosi spesso e volentieri che lo spettatore ha anche un cervello pensante e certe cose le nota e non le perdona. La santa trinità Berlanti-Guggenheim-Kreisberg, vuoi per gli impegni sempre più pressanti nelle altre due serie (The Flash e DC’s Legends Of Tomorrow), vuoi perché fare le cose come Cristo comanda costa fatica, si è sempre più votata al clamore suscitato da un plot-twist piuttosto che alla corretta realizzazione degli eventi. Almeno fino ad ora. “Sins Of The Father”, il cui titolo sembra sarcasticamente essere rivolto anche a loro, offre un’importante variazione sul genere riscoprendo le caratteristiche salienti che hanno fatto di Arrow un appuntamento fisso del mercoledì sera americano.
Dimenticandoci per qualche istante della mano mozzata di Malcolm da cui non esce neanche un centilitro di sangue, la puntata è un continuo susseguirsi di eventi, di plot-twist e di capovolgimenti di fronte che appaiono completamente credibili e realistici. Gli effetti scenici ovviamente non mancano ed enfatizzano (anche eccessivamente) ogni possibile inquadratura, a conferma che si dà sempre massima priorità all’aspetto estetico piuttosto che ai contenuti; tuttavia, per una volta, risultano funzionali allo sviluppo della trama. In ogni puntata di Arrow vengono gettati nel calderone bollente almeno 5-6 eventi, tanti e il più delle volte troppi per una serie che ha fatto del suo cavallo di battaglia il continuo voler stupire. La gestione di queste situazioni negli ultimi mesi ha spesso lasciato l’amaro in bocca per una evidente incapacità di caratterizzazione degli stessi, totalmente slegati l’uno dall’altro e spesso senza senso logico. Finalmente questo non accade in “Sins Of The Father” e, se accade, è ben mascherato.
Tralasciando domande lecite come “Ma perchè devono mettere a ferro e fuoco Starling City se la sede della League è in Asia?” o “Le elezioni stanno procedendo lo stesso?” o ancora “Che senso ha organizzare una battaglia mortale sul tetto di un grattacielo con tanto di fumogeni?”, a livello tecnico e strategico non si può che ammirare la maestria con la quale è stato elaborato lo scontro a tre Nyssa-Malcolm-Oliver. In un susseguirsi di tensione crescente e di strani legami di parentela, Arrow riesce a sciogliere più di qualche nodo facendo uscire, per la prima volta dopo tanto tempo, Oliver Queen vittorioso. L’altezzosità che trasuda da “Don’t you dare threaten me, Malcolm.” è imponente ma assolutamente non “out of character” considerando che, sia nei panni di Green Arrow sia in quelli di Oliver Queen, le cose non vanno affatto bene da mesi. Malcolm Merlyn è stata la prima vera minaccia della serie, un big boss che ha saputo riciclarsi più e più volte sorprendendo per la sua tenacità e la sua bravura nel risultare ancora così appetibile al pubblico, fino ad ora. La superiorità in battaglia di Oliver nei suoi confronti è un’arma a doppio taglio (battutona) perché se da un lato perde credibilità come villain, dall’altro la mantiene a livello “politico”, visto il ruolo che tuttora ricopre nella vita di Thea. È palese che Darhk sia il vero nemico da battere, però Malcolm è una serpe in seno che non può essere trascurata nonostante la mano in meno e la perdita di appeal: stiamo parlando sempre di un character che ha le ceneri di Vandal Savage e che è venuto subito a patti con Damien Darhk. Malcolm Merlyn insomma.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Crescendo costante della tensione
  • Buona commistione di intenti e di eventi
  • Scontro tra Oliver e Malcolm
  • Felicity e suo padre: gestita velocemente
  • Felicity e suo padre: gestita velocemente
  • WTF? comunque presenti più di qualche volta

 

Lo sapete che non ci siamo mai tirati indietro quando c’era da criticare Arrow, allo stesso modo siamo lieti anche di spendere parole mielose nel caso in cui si sfornino episodi come questo. In altre stagioni non si sarebbe mai arrivato ad un “Bless Them All” per “Sins Of The Father” ma le circostanze e soprattutto il livello sono deteriorati sensibilmente e, di conseguenza, anche la nostra votazione si è dovuta adattare. Questo è il massimo che ci si può aspettare da Arrow al momento. Godiamocelo finché possiamo.

 

Unchained 4×12 2.48 milioni – 0.9 rating
Sins Of The Father 4×13 2.44 milioni – 0.9 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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