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How To Get Away With Murder 2×10 – What Happened To You, Annalise?TEMPO DI LETTURA 5 min

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L’avevamo lasciata distrutta e ferita. La troviamo provata, zoppicante, instabile fisicamente e psicologicamente. Annalise Keating torna a casa  “dopo” (la sparatoria, l’ospedale) ed è questo “dopo” il protagonista indiscusso della decima puntata, intitolata “What Happened To You, Annalise?”. E’ il caos, la forza che ha spesso governato questa serie, così pensata – tra flashback e flashforward – che, forse, a lungo andare risulta pesante e pedante. How To Get Away With Murder ci appare come un caleidoscopio dai molti colori, ma bisogna vedere se stanno bene gli uni con gli altri e se le novità che in ogni puntata vengono inserite hanno un senso all’interno della serie.
“You knew my mother, didn’t you?” chiederà Wes alla donna che più ha odiato e a cui ha voluto più bene ed è la domanda che ci facciamo anche noi. Che rapporto c’è dunque tra la madre di Wes e Annalise? Che fine ha fatto il figlio che quest’ultima portava in grembo? Quel bambino che tormenta la mente già fragile di Annalise e che fa lo stesso anche con noi, porta con sé un numero infinito di possibilità, varianti che ancora non ci vengono neppure mostrate.
Depresso e sofferente, il personaggio, interpretato meravigliosamente da Viola Davis, si trascina tra passato e presente, tra ricordi e testimonianze, spaventata da tutto e da tutti – nella sequenza in cui incontra Wes si arma di una statuetta, non più quella della “Giustizia”. “I deserve to die” aveva detto nella scorsa puntata, quel “merito di morire” è ancora nel suo sguardo, il desiderio è intrappolato tra le ciglia di chi sa di aver sofferto tanto, ma di aver anche sbagliato tanto. Quel passato così ingombrante è ancora tatuato dentro di lei e fa male ancora e ancora; anche adesso, anche con questi presupposti, è sempre pronta a sacrificarsi, a mettersi in gioco.
In “What Happened To You, Annalise?” tutto, il dolore e il dramma, è venuto a galla, svestiti i panni dell’avvocato in carriera, dura e ligia al dovere, ora è in pigiama, sciatta, avvolta da bende che proteggono le ferite ancora aperte.
L’attrice, che interpreta il ruolo di una persona sempre più sola (tranne per Bonnie e Laurel) e disperata, esprime con piccoli gesti – si strofina le mani come per togliere lo “sporco” che la vita le ha “appiccicato” addosso (fa eco l’immagine shakespeariana di Lady Macbeth che si tormenta le mani per togliere il sangue) -, con movimenti anche impercettibili il disagio di qualcuno che si sente braccato e impaurito. Viola Davis dà alla sua Annalise quel senso di preoccupazione e angoscia per quella notte che rivive in continuazione; la sua recitazione è incentrata sul corpo che è veicolo dell’espressività, la carne è dolente, gli occhi improvvisamente si chiudono come se in un eterno ritorno il proiettile penetrasse nella carne.
Il filo conduttore della puntata è dunque Annalise, che dà senso alle cose, su di lei si srotola questo “What Happened To You, Annalise?”, metafora dell’intera stagione. Intorno al personaggio si costruisce un dramma su cui poi si aggrappano le altre storie (quella dei suoi allievi, quella relativa alla scorsa stagione, quella di Catherine Hapstall), intorno a lei si costruisce il sentimento della puntata, un saliscendi emotivo. E’ la lady di ferro quella che ordisce le trame, è lei che si mostra instabile (ha delle allucinazioni in cui vediamo un bambino? E’ Wes? E’ suo figlio?), insicura (troppe le voci nella sua testa) e poi appare forte nonostante le difficoltà (in tribunale compie volontariamente un errore professionale e riesce a far ammettere a Catheriene cose non vere per creare caos nel processo sparigliando le carte).
L’avvocatessa avrebbe bisogno del sostegno di qualcuno è evidente (Bonnie, sarà veramente in buona fede?), ma lei sembra non volerlo, ha la necessità di qualcosa, i superalcolici e il Vicodin, ma questo non calma i suoi deliri. Allucinazioni tormentose e tormentanti la accompagnano in questa puntata, il gioco è quello di renderle così vere da farci capire solo in seguito che esse sono solo allucinazioni (Bonnie tiene in braccio una coperta, non un bambino) e che hanno origine da avvenimenti che lei ha vissuto (l’incontro reale con la madre di Wes).
Verità e finzione – in senso lato – hanno giocato a carte passandosi di volta in volta la vittoria in How To Get Away With Murder in cui non ci si può fidare nessuno, nessuno è veramente sicuro, nessuno si mostra per quello che veramente è.
Lungo tutto l’episodio ci chiediamo “What Happened To You, Annalise?”, e la risposta è chiara, sicuramente non è più la stessa. Il suo personaggio è affaticato – nel fisico e sopratutto nella mente -, spaventato – da carnefice (pensiamo a tutte le volte in cui la donna si è dipinta come scaturigine dei mali di tutti gli altri) è diventata vittima (la sequenza con Wes ne è chiara testimonianza) -, e si mostra provata, come non aveva mai fatto prima. La puntata è costruita per portarci all’interno della mente di Annalise e per mostrarci la dimensione psicologica di chi ha subito un trauma. Ci fa vedere il gruppo disgregato e unito, distrutto e forte e a capo di tutto c’è l’avvocatessa. Gli altri tentano di salvare e salvarsi, di nascondere la verità – non per il bene che si prova, ma per paura -, di risollevarsi e tra carte, finte testimonianze e udienze, l’episodio scorre e riprende le fila lasciate indietro. Così mentre Annalise si contorce e si disgrega sul palco dei testimoni, Oliver e Connor stanno vicini a Asher, convinto che il padre non si sia suicidato, ma sia stato ucciso, Laurel sostiene e si prende cura di Wes, vinto dal senso di colpa, ma anche dalla rabbia che ancora nutre per Annalise.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Annalise
  • Le allucinazioni in cui vediamo un bambino
  • Il momento in cui Bonnie ci mostra che non c’è un bambino tra le braccia di Annalise
  • Il tribunale
  • Troppo caos
  • Troppe storie

 

“What Happened To You, Annalise?” è un Frankenstein di flashback, dove i piani si alternano in una sorta di grande gioco della narrazione, in cui ciò che si vede vale più di ciò che si dice. E’ impossibile non analizzare questo episodio all’interno di una seconda stagione deludente sotto molti punti di vista, è giusto quindi, nonostante alcuni momenti di stanca e di noia addirittura – strano perché di carne al fuoco ce ne è molta, forse troppa – farlo rientrare in un discorso più ampio, notando un miglioramento che avevamo già riscontrato nel penultimo episodio.

 

What Did We Do? 2×09 7.19 milioni – 1.9 rating
What Happened To You, Annalise? 2×10 5.79 milioni – 1.8 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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