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Blindspot 1×13 – Erase Weary YouthTEMPO DI LETTURA 4 min

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Deviando dai soliti schemi, Blindspot opta per una puntata tutta fatta di scene giustapposte, fin dalle prime inquadrature in cui si vedono la Patterson e Jane, mentre cercano di sfogarsi con un po’ di sana attività fisica per non pensare ai loro problemi. Merita una particolare citazione, in questo senso, la parte dedicata agli interrogatori di tutti i personaggi della squadra con la macchina della verità. Mantenere questo stile spezzettato per tutto l’episodio crea, paradossalmente, un piacevole effetto di omogeneità, tenendo il ritmo costante. La narrazione si dedica inoltre a riprendere molti elementi lasciati in sospeso negli episodi passati.
Già nello scorso episodio era emersa questa volontà di fermarsi un pochino, dopo aver passato il giro di boa della stagione, per raccogliere le idee, precisare alcuni punti e approfondire alcuni dettagli, in precedenza solo accennati. Ritornano così le spie russe viste in Evil Handmade Instruments, il ricordo di Jane riguardante la suora uccisa in chiesa, Saul Guerrero e l’operazione Daylight. Parte del merito è di Jonas Fischer, il quale, vien da dire purtroppo, è andato ad aggiungersi alla lunga lista di persone assassinate prima che possano parlare, o svelare importanti segreti, viste in questo telefilm (ben tre solo in questo episodio). In fondo, con le sue domande, ha messo in luce dettagli importanti delle varie figure coinvolte nell’indagine. Certo, in un modo a volte un po’ da scuole medie, ma questa non è colpa né del personaggio né del suo interprete. Ci mancherà quanto una vicina impicciona che spia dalla finestra e nota, quando usciamo, che ore sono, come siamo vestiti, da che parte andiamo e se c’è qualcuno con noi. Sia detto senza sarcasmo: un personaggio del genere può mancare moltissimo, quando non c’è più. Se non ci sarà una brusca sospensione della messa in onda a causa del continuo calo di ascolti, possiamo sperare in un recupero, mediante flashback, di figure interessanti come, appunto, Fischer e Guerrero?
Nel momento di tensione, nel gioco in cui tutti sospettano di tutti, emerge poi in modo particolarmente positivo Kurt Weller. Non solo grande professionista, come già sapevamo, ma uomo di gran cuore con Jane Taylor, con la sorella e in generale con tutti i colleghi, compresa la sua ex interpretata da Trieste Kelly Dunn. Ci si chiede solo per quanto tempo ancora quest’uomo potrà resistere, facendo fronte ai problemi che si moltiplicano e alle nubi nere che si addensano sempre più sul suo capo, soprattutto se al momento del bisogno non avrà accanto amici veri su cui contare. La puntata scorre così piacevolmente, anche se non ci dice niente di più rispetto a quanto già sapevamo: non ci si può fidare di nessuno, perché, a parte le spie, contro spie, agenti vari doppi e tripli, le lotte di potere fra le varie agenzie governative e, nel caso specifico, all’interno dello stesso Bureau complicano il tutto.
Ora dovremo anche vedere come, in futuro, influirà sui vari personaggi e sui loro rapporti il fatto di avere sospettato gli uni degli altri, anche se solo per pochi momenti. Tanto per dire, è stata messa a molti una pulce nell’orecchio in merito alla scomparsa del direttore della C.I.A., Carter. Osservazione conclusiva: ormai abbiamo capito due costanti di questo telefilm. La prima è la regola ferrea per cui Kurt e Jane non devono mai avere modo di parlare con calma a tu per tu. La seconda è che, evidentemente, i membri della squadra F.B.I. si trovano benissimo e percepiscono un grande senso di intimità quando si trovano in mezzo alla sala comune, tra gente che lavora. Infatti, è il loro scenario preferito per grandi annunci, sin da quando venne diffuso il risultato del primo test genetico per cui Jane risultava essere Taylor Shaw.
Adesso siamo ancora lì per il delicato momento in cui l’agente Reade annuncia al collega Weller la sua relazione con la di lui sorella. Voglia di testimoni caso l’altro l’avesse aggredito? Forse no. Dobbiamo aspettarci in un futuro, se così vorranno Gero e Berlanti, una dichiarazione di Kurt tipo: “Jane, o Taylor che tu sia, ti amo!” mentre i due si trovano in mezzo a tutto il personale degli uffici?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tentativo di riallacciare i fili col passato
  • Ritmo sussultorio da cui, paradossalmente, nasce l’omogeneità della puntata
  • Montaggio delle scene degli interrogatori
  • Agente Weller, cuore e acciaio
  • Il telefono, la tua croce: irrompe nella scena finale con Tasha Zapata
  • Il nipotino dell’agente Weller è il Male incarnato, non ci sono dubbi
  • Jonas Fischer ci mancherà, è stato intenso ma breve
  • Il telefono, la tua croce: pure lui ci si mette di sentinella perché Kurt non possa parlare con Jane

 

L’emorragia di ascolti continua. Non osiamo sperare in un intervento di Oscar per aiutare a interpretare i tatuaggi, dando al tutto un tocco di calore umano. Possiamo però legittimamente aspettarci, nella prossima puntata, di scoprire chi ha chiamato al telefono l’agente Zapata: saranno quelli che le hanno messo una microspia in casa o no? Di sicuro la ragazza si troverà nei guai e la sua squadra sarà impegnata nel salvataggio.

 

Scientist Hollow Fortune 1×12 6.59 milioni – 1.7 rating
Erase Wary Youth 1×13 6.25 milioni – 1.6 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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