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House Of Cards 4×09 – Chapter 48TEMPO DI LETTURA 5 min

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Una scena in particolare ha reso celebre “Ecce Bombo”, secondo lungometraggio di Nanni Moretti, datato 1978. “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”: le convenzioni sociali, il narcisismo dilagante per ogni banale gesto del nostro quotidiano, il sottile calcolo che mina la spontaneità della nostra vita, magari per lanciare un minimo segnale che possa lontanamente modificare un particolare della nostra immagine. Tutti i giorni ci chiediamo se ci si nota di più se facciamo qualcosa piuttosto che se non ne facciamo un’altra.
House Of Cards – e in particolar modo il 48esimo capitolo – ne sono un’estremizzazione: l’insieme di pippe mentali convenzioni sociali preoccupano il nostro apparire, vengono amplificate nel mondo della politica, in particolar modo delle campagne elettorali. Ma, a voler dire la verità, già la serie di per sé nasce come un’estremizzazione della narrativa televisiva: romanzare la vita e il lavoro del pioniere della sessuologia, o di un losco e misconosciuto uomo pubblico degli anni ’20, non è la stessa cosa che romanzare la vita di chi risiede alla Casa Bianca. Detto questo, poniamoci quindi nella condizione di comprendere perché HoC e “Chapter 48” siano un’estremizzazione del dubbio amletico di Michele Apicella in “Ecce Bombo”. In questo episodio Francis e Claire iniziano a raccogliere i frutti di un machiavellico meccanismo che vorrebbe vedere Claire avere la meglio alle convention del PD dei Democratici. In poche parole, il proposito di inizio stagione della First Lady di diventare vicepresidente deve passare attraverso un inaspettato consenso.
Tale consenso però non deve derivare da un’azione politica, da un’esplicita candidatura. Protagonista inconsapevole è la stampa (implicitamente: l’immagine pubblica). La comunicazione diviene arma fondamentale per raggiungere scopi, amplificati da una fintissima reticenza. Come quando si nota una persona perché assente. E così basta una parola di un senatore in uno dei tanti stati (amplificata televisivamente) per suggerire il nome della signora Underwood. Certo poi la strategia di Doug e soci di mettere in giro la verità sulle dinamiche della trattativa con Petrov ha avuto certamente un suo ruolo importante.
A tal proposito, si era precedentemente fatto riferimento a come il guilty pleasure interno ad HoC consista proprio nel sapere dove si andrà a parare e apprezzare la serie proprio per quello. Ci sono poi le volte (come nella 4×04) dove qualcosa di estremamente inatteso avviene (e non è certamente la prima volta in HoC). Lampi improvvisi, utili soltanto a rendere ancora più chiara la strada verso un determinato obiettivo narrativo. In questo caso, senza timore di esagerare, possiamo tranquillamente dire che la temporanea assenza del Presidente, in coma, abbia costituito una vera e propria strategia solo per introdurre alcuni elementi. Che questi elementi poi siano (come sembra) una tresca tra Tom (amante ufficiale della coppia Underwood) e una guerra con la sempre maltrattata Durant, potrebbe forse far storcere il naso di fronte alla possibilità di una guerra elettorale senza esclusione di colpi con il Repubblicano Conway.
Un rapporto di amore e odio avvolge il vostro recensore (che tanto dovrebbe rimanere distaccato e imparziale) di fronte alla scena cardine dell’intero episodio: il confronto tra i due candidati alla presidenza. Confronto farsa, verrebbe da dire: risultato di un bluff reciproco dove ognuno cerca di provocare e stuzzicare l’altro. Perché amore? E perché odio?
Non si può negare il fascino di alcuni discorsi di natura politica tra i due. Non serve neanche essere statunitense per apprezzare (ed eventualmente reinterpretare in salsa nostrana) considerazioni espresse tra i due. Conway come Kennedy, Underwood come Nixon. Il giovane è repubblicano, il maturo è democratico. Il primo mette a nudo la sua vita privata, il secondo non ha una vita privata da mettere a nudo: nella famiglia Underwood tutto è finto e costruito in funzione dell’immagine che ne deve conseguire (Claire che studia una strategia per allontanarsi da lì – facendosi positivamente notare in funzione della propria assenza – utilizzando nuovamente la malattia della madre).
D’altro canto non si può neanche non considerare scontato e oltremodo teatrale il dialogo tra gentlemen che i due “acerrimi rivali” tengono in maniera superiore e leggera. Sotto certi aspetti è la scena che presto o tardi tutti si sarebbero aspettati di vedere. La politica diventa un gioco, fatto trasparire dallo scenario da palcoscenico allestito per il suggestivo dialogo (una stanza spoglia, uno schermo, un tavolo, delle sedie). Questo aspetto va interpretato a seconda di come si percepisca House Of Cards, nel suo complesso. Un romanzo di consumo, in cui la finzione è unica vera protagonista? Una innovativa serie televisiva che affonda gli artigli nella complessa realtà contemporanea? Nel primo caso è da applaudire l’incontro tra i due fino a spellarsi le mani, escludendo però quell’aspetto innovativo di cui sopra (e HoC diventa così l’ennesimo thriller politico di consumo). Nel secondo caso forse andrebbero limitati alcuni risvolti eccessivamente teatrali (per quanto affascinanti ed esteticamente sopraffini), riprendendo la tradizione iper-realista di lavori immortali targati soprattutto HBO (The Wire e The Sopranos, ad esempio).
Detto ciò, il capitolo 48 prosegue la scia positiva che questa quarta stagione sta regalando, puntando sì verso un traguardo che già dalla fine della precedente stagione si poteva sommariamente intuire, ma lasciandoci sempre e comunque la voglia di stupirci per le sorprese che ci attendono nel corso di questo cammino tracciato.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Appassionanti tutte le rumorose scene alla convention
  • Grottesco l’incontro di Francis con la famiglia del ragazzo suicida/donatore
  • Dialogo tra i due candidati
  • Svolta finale di Cathy Durant
  • Si tirano le somme delle strategie politiche degli ultimi episodi, in maniera fin troppo lineare (almeno per gran parte dell’episodio)
  • Claire e Tom?

 

Un episodio che con la sua quasi totale linearità ci mantiene in uno stato di sospensione perenne (poca frammentazione rispetto ad altri casi) ma ci pone anche nella condizione di vedere ora più che mai le varie tappe previste nel più o meno immediato futuro (nell’attesa di essere smentiti).

 

Chapter 47 4×08 ND milioni – ND rating
Chapter 48 4×09 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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