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Marvel’s Daredevil 2×02 – Dogs To A GunfightTEMPO DI LETTURA 6 min

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The Punisher? I think he was inevitable. Maybe… maybe we created him. All of us. The moment that we let Daredevil, or the Devil of Hell’s Kitchen, or whatever it is… […] Daredevil practiced vigilante justice in our backyard and we applauded him for it. I know that I did. And we never stopped to think that maybe… his actions could open the door for men like this. Men… men with guns. Men who think that the law belongs to them. […] There’s something about this city that makes good people want to shoot their way out of bad situations. […] I’m just saying… he could be any one of us.

Quando il 21 Aprile dello scorso anno venne annunciato il rinnovo di Daredevil, la notizia fu accompagnata anche da un sorprendente (in senso negativo) cambio di showrunner. Se già la 1° stagione era stata tartassata dalle continue sostituzioni al timone, prima con l’abbandono di Drew Goddard (poi rimasto nelle vesti di produttore esecutivo) e poi con l’arrivo in corsa di Steven S. DeKnight, questa seconda annata non era nata sicuramente all’insegna della tranquillità. Premesso che non si ha alcun pregiudizio circa le qualità del duo Douglas Petrie e Marco Ramirez, veder cambiare tre “allenatori” in due anni non è proprio sinonimo di continuità e sicurezza, anzi. In tal senso ora è la sensazione che provano tutti i fan di House Of Cards con l’addio di Willimon. Nonostante questi cambi in corsa comunque la 1° stagione è stata quel capolavoro di cui ancora evochiamo il ricordo per scacciare quei momenti bui e tristi della nostra giornata, pertanto, e senza alcun pregiudizio, ci approcciamo alla versione di Daredevil guidata da Petrie e Ramirez, qui al secondo script consecutivo e con il sempre affidabilissimo Phil Abraham in regia.
“Dogs To A Gunfight” nasce come un “classico” 2° episodio, esattamente con l’obiettivo di far digerire quanto visto in “Bang“, ma termina in un modo altrettanto sorprendente ricreando un hype che non ci si aspetterebbe da un “classico” 2° episodio. L’approccio del duo di “allenatori” Petrie/Ramirez è quindi quello di un attacco costante, con un pressing assiduo ma crescente ed una fitta rete di trame portate avanti all’unisono senza perdere pezzi per strada. Lo stile, ovviamente diverso rispetto a quello di Goddard e DeKnight, si denota anche dal doppio scontro tra Daredevil e Punisher avvenuto sia in “Bang” che in questa puntata, esattamente quanto non ci si sarebbe aspettato di vedere considerati i 13 episodi a disposizione. Per arrivare ad uno scontro fisico con Kingpin si è dovuto aspettare nove puntate e, solamente con “Speak Of The Devil“, si è arrivati al 1° vero combattimento tra i due. L’approccio utilizzato con Punisher è quindi totalmente diverso, apprezzabile per questo, detestabile per questo, ma sicuramente diverso. L’anticlimax qui regna sovrano.
L’anno scorso la “creazione” di Kingpin come big bad è stata complessa, ha richiesto tempo ma è stata totalmente funzionale alla migliore realizzazione della storyline che ci si era prefissati, con il risultato davanti agli occhi di tutti. In questa seconda stagione la scelta di accelerare subito la “conoscenza” di Punisher ha i suoi lati positivi sia dal mero aspetto pratico (che garantisce azione e sorprese), sia dal più oggettivo lato ludico dell’intrattenimento. Non ci si può lamentare infatti dei continui scontri tra Daredevil e Punisher, sempre ben costruiti a livello di mosse, effetti e riprese, semplicemente non si può.
Pur nella loro adrenalinicità, tuttavia ci sono dei difetti che emergono a livello di sceneggiatura e credibilità, soprattutto nello scontro sul tetto di questo episodio. Nello specifico infatti ci si potrebbe domandare come materialmente sia possibile che il Punitore si trovi sopra la cisterna quando, solo pochi istanti prima a rigor di logica, ha legato e indirizzato un camion contro la polizia. Allo stesso modo ci si potrebbe domandare come Daredevil arrivi magicamente dall’alto sempre sulla cisterna, oppure come Frank Castle non subisca alcun danno fisico mentre cade dalla cisterna e sbatte la schiena contro lo spigolo del muro, oppure ancora come la polizia (con cecchini) non riesca a colpire nessuno (ma solo un braccio) durante lo scontro sul tetto tra i due. Il realismo è tutto in questo genere di scontri urban, quindi vedere certe scene senza constatare il binomio causa-effetto fa storcere il naso e, se per il pubblico ludibrio sono ben più che giustificate, non lo sono però per un occhio critico. In questo genere di cose il fine non giustifica i mezzi, soprattutto se l’approccio della serie è quello più verosimile alla realtà.
In tutto ciò va sottolineato anche come, quelli che ora sembrano solo postumi di una scazzottata pesante, in realtà potrebbero essere qualcosa di più grande. Matt, completamente stordito dopo il combattimento con Punisher, viene riportato a casa da Foggy e qui comincia ad accusare dei sintomi (perdita di udito, riflessi rallentati, rumori acuti) che ai lettori del fumetto non risultano nuovi. Nascosti dietro l’hangover di pugni si potrebbe celare una perdita temporanea dei poteri che vanno e vengono a momenti alterni senza una giustificazione scientifica. Matt infatti è rinvenuto più volte nella scorsa stagione ma non ha mai accusato questo genere di deficit, motivo per il quale, quanto visto in questa occasione, fa accendere il senso di ragno.

 

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action del difensore di Hell’s Kitchen? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.Marvel’s Agent CarterThe FlashGotham e Marvel’s Jessica Jones eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.

  1. Mahoney fa una battuta riguardo al modo in cui il Punitore uccide i criminali, dicendo che gli uccide “in a Death Wish way“. Death Wish (in Italia, Il Giustiziere Della Notte) è il film che ritagliò attorno a Charles Bronson la fama di implacabile pistolero del cinema.
  2. Fa il suo ritorno (e, probabilmente, in una parte più importante) Samantha Reyes: procuratrice distrettuale vista per la prima volta in “AKA Smile” in Marvel’s Jessica Jones. È un personaggio inventato appositamente per i serial Marvel/Netflix.
  3. Fa il suo debutto nello show Blake Tower, avvocato e poi procuratore distrettuale, nonché grande alleato e amico di Devil. Compare per la prima volta su Daredevil #124 del 1975 attraverso un poster; la sua prima apparizione “in carne e ossa” la vedremo due numeri dopo, su Daredevil #126 del 1975. Oltre a Devil, Tower ha avuto a che fare con tanti altri supereroi come l’Uomo Ragno, She-Hulk (anche lei avvocato) e il Soldato D’Inverno, essendosi specializzato proprio in casi dove sono coinvolti entità con superpoteri e/o mascherate. Attualmente l’unica vera grande differenza tra i due personaggi è l’etnia: nei comics Blake è caucasico e biondo di capelli, mentre nel serial è di colore e coi capelli rasati e neri.
  4. La perdita temporanea dei superpoteri è una di quelle tappe che il supereroe deve affrontare. Anche a Devil successe nei fumetti, più precisamente, durante la celeberrima “Saga di Elektra” (Daredevil #168-169/174-182 del 1981)

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scontro tra Daredevil e Punisher
  • Regia estremamente curata che rende molto bene sia i postumi dello scontro sia le scene normali attraverso un ottimo uso di luci e ombre
  • Anticlimax everywhere
  • Inverosimilità dello scontro tra Daredevil e Punisher che mina, filosoficamente parlando, l’intera serie

 

Il gap con “Bang” c’è, ma c’è anche una certa voglia di ergersi rispetto alla massa dei “2° episodi”. Il problema fondamentalmente qui è solo uno: il realismo dello scontro. Essendo di fatto il momento clou dell’episodio, è indubbiamente apprezzabile lo sforzo recitativo e registico ma non lo è quanto accaduto. Sono troppe le distrazioni che pesano su quanto visto e, proprio per questo, non ci sentiamo di “ringraziare” ma solo di “salvare” l’episodio.

 

Bang 2×01 ND milioni – ND rating
Dogs To A Gunfight 2×02 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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