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Vinyl 1×04 – The RacketTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Please Help Me Find My Way Home”.

Mentre Otis Blackwell canta il suo dolore, Richie Finestra vive il suo dramma. Mentre si tiene il funerale di Buck Rogers, Richie partecipa alla sessione di terapia di coppia con la moglie Devon, profondamente stanca del marito. Mentre una “platea” vestita di nero e piangente dà l’estremo saluto ad un uomo in realtà odiato, Finestra in una stanza della sua casa picchia selvaggiamente un cuscino con una racchetta da tennis con la stessa forza con cui ha aperto il cranio del povero Buck.
Così inizia “The Racket”, il quarto episodio di Vinyl racconto di un’epoca e di un mondo tutto sesso, droga e rock’n roll. Le vicende personali e quelle lavorative del protagonista vanno di pari passo all’interno della serie e della puntata. Infatti in Vinyl la vita lavorativa di Richie che si è fatto da sé, che non sa cantare, ma che ha un gran fiuto, si lega perfettamente a quella dell’uomo e i due binari corrono parallelamente. L’opera mescola fragilità e bellezze dell’individuo con quelle del periodo in cui esso vive, inserisce la musica anni ’70, legando situazioni e musica (pensiamo all’urlo di Richie che si sovrappone all’acuto di Janis Joplin). La serie ha dalla sua la forza di un’opera che si immerge nella realtà, molti sono i personaggi effettivamente esistiti, qui ad esempio Robert Goulet con il suo disco natalizio e Donny Osmond con il suo disco poco riuscito.
Vinyl racconta la psichedelia di un periodo storico, fatto di acidi e di zampa d’elefante, sempre pronto a mostrare attraverso la musica la voglia di ribellione e cambiamento. Se la scorsa puntata era la dimostrazione della ricerca dell’equilibrio, qui è evidente che la crisi è ormai in corso. Nulla può salvare Richie e la sua American Century Records, nessuno può metterlo al riparo dagli attacchi degli altri – siano Donovan, Lester Grimes o la polizia.
Devon, depressa e stanca, è sola, triste e disperata, legata ai ricordi e in questo momento bloccata lì, tra passato e presente. Andy Warhol, Lou Reed sono solo un ricordo per la Devon di ora, moglie e madre, a cui il marito concede di tanto in tanto qualche “giocattolo”, ma a cui dà poco credito. Lei pensa di chiedere il divorzio al marito, rientrato nel tunnel della droga, ma c’è qualcosa che la trattiene. Richie non sembra rendersi conto della sofferenza della donna tanto che quando lei lo rende partecipe del possibile divorzio, lui le risponde dimostrando poca sensibilità e poco interesse. Vinyl è anche un racconto di distruzione e di autodistruzione, come Richie sta distruggendo il loro matrimonio e se stesso, così la donna, in un attimo di scoramento, fa a pezzi il vetro della finestra.
Lester Grimes, il bluesman con la carriera distrutta, il cui ruolo ha già di per sé un grande valore raccontando lo stretto rapporto tra musica blues e cultura black, è pronto a vendicarsi. E’ meravigliosa la scena in cui arrabbiato, deluso, dà fuoco alla Musica nello studio di Finestra. Quel fuoco che arde sta ad indicare il fallimento di una carriera. Così mentre Richie urla per la rabbia, un’infuocata Janis Joplin, aldilà del vetro, canta “Cry Baby”, con la sua voce sensuale, graffiante ed indimenticabile; ennesimo esempio di come vita e musica in Vinyl combacino.
Quello che Lester sta vivendo è un incubo di cui uno dei colpevoli è Richie che ha lasciato soccombere il suo artista. Il produttore ha giocato con la carriere del bluesman, carne da macello, povero cristo a cui è stato fatto credere che qualcosa di bello sarebbe potuto succedere, ora tocca a Lester giocare. Diventando il manager dei Nasty Bits il cantante vuole aiutarli, svela loro i misteri della discografia e soprattutto li mette in guardia da Finestra, mettendo in atto in questo modo la sua catarsi personale.
La polizia stringe le sue maglie intorno al buon vecchio Richie. Nel finale di “The Racket” siamo proprio in un film di Scorsese con tutte le caratteristiche che questo comporta: i due detective si presentano nell’ufficio di Richie per interrogarlo. Stupisce il fatto che per trovare un rifugio in questo turbine di crisi e fallimento Finestra corra dal padre che noi pensavamo morto. Nel dialogo tra padre e figlio, tra cui non corre buon sangue, si scontrano due diversi mondi musicali: il nuovo (Richie) e il vecchio (il padre).
“The Racket” narra come in Vinyl l’uomo è in balia della sorte e ne è emblema prima di tutto Finestra che è sempre più in crisi (per ciò che ha fatto), più inquieto, schiavo della cocaina e di se stesso. Gli stessi colleghi, il mondo della discografia, la stessa moglie lo guardano con sospetto, un po’ per le scelte compiute dall’uomo, un po’ per come è, poco equilibrato e sempre sopra le righe, diventando uno di cui non ci si può fidare. Ad un bivio Richie salta da una opportunità all’altra, il produttore vorrebbe trovare il suono del domani (il progetto sui Nasty Bits e la nascita del punk) ma deve prima di tutto risollevarsi dal debito che lo sta portando al fallimento. Il pubblico assiste alla corsa spasmodica di Finestra per aggiudicarsi Hannibal, una sorta di Jimi Hendrix.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il personaggio di Richie Finestra
  • L’urlo di Richie e l’acuto di Janis Joplin
  • Donovan
  • Lester Grimes e la sua Vendetta
  • Il rapporto tra Richie e Sal Finestra
  • Robert Goulet e Donny Osmond, personaggi realmente esistiti, danno un tocco di realtà alla serie, che strizza l’occhio al documentario
  • Forse continua ad essere fin troppo simile per costruzione ad un film per il cinema

 

Vinyl racconta il fallimento, la lacuna da riempire e lo fa con dei perdenti, in musica, una musica che dà il senso del tempo e dello spazio facendo respirare la storia, forse talvolta con un ritmo un po’ troppo lento. Il problema è che ogni puntata è più simile ad un film per il cinema che non ad un episodio per la tv.

 

Whispered Secrets 1×03 0.53 milioni – 0.2 rating
The Racket 1×04 0.58 milioni – 0.2 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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