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DC’s Legends Of Tomorrow 1×10 – 1×11 – Progeny – The Magnificent EightTEMPO DI LETTURA 11 min

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That’s not like as “progress” to me.

Al decimo episodio della serie arriviamo finalmente nel Futuro, luogo-simbolo per eccellenza di tutte le serie tv che si dicono sci-fi.
E poteva una serie supereroistica avente per tema i viaggi nel tempo non arrivare fino a questo momento fatale?
Dopo una serie di viaggi temporali i nostri eroi giungono nel 2147 (l’apice del mondo secondo le parole dello stesso Rip Hunter) alla ricerca di Vandal Savage che è diventato protettore e mentore del figlio di un imprenditore/dittatore del futuro, Tor Degaton, che ha instaurato un regime di terrore grazie alle corazze progettate nel passato (o dovremmo dire nel futuro?) dallo stesso Ray Palmer/Atom.
Le citazioni al Grande Fratello di orwelliana memoria e ad Aldous Huxley si sprecano in questo che appare come l’episodio più “filosofico” e moraleggiante della stagione, che sceglie di mostrare come anche la tecnologia migliore e più utile del mondo se usata male può rivelarsi fatale per i destini del mondo.
Certamente questo episodio si dimostra uno dei migliori finora visti a livello di scrittura e di regia e segna un punto fondamentale all’interno della storia delle nostre leggende. Questo perché, dopo l’ennesimo scontro andato a puttane finito male tra le Leggende e Savage, nel tentativo di fermare l’ascesa del futuro piccolo Hitler figlio di Tor, Per Degaton, che porterà alla quasi totale distruzione del genere umano grazie al virus Armageddon (nomen-omen o ennesima citazione cinematografica?), i nostri si trovano a fare i conti con una nuova minaccia per loro: i Cacciatori, una sorta di mercenari assoldati per fare fuori i nostri eroi. L’inserimento di nuovi “cattivi” all’interno della trama ha il merito di inserire una nuova linea narrativa all’interno di una trama che stava per diventare sempre più ripetitiva e di rendere così le storie meno Savage-centriche.
Tanto più che l’episodio riesce finalmente a togliere alle Leggende l’aurea di personaggi “irrimediabilmente buoni” (ma già il personaggio di Heat Wave, soprattutto nell’episodio precedente, si era rivelato interessante da questo punto di vista) e li pongono di fronte al fatto che anche le loro azioni possono portare a conseguenze negative, togliendoli perciò dalla sicurezza di essere nel giusto sempre e comunque. In questo senso l’episodio funge da spartiacque ideale per la stagione dividendo in due la narrazione: da un lato abbiamo la solita battaglia contro Vandal Savage ma, dall’altro lato, abbiamo una maggior introspezione dei personaggi con una narrazione a parte data dai flashback di Hawkgirl (che hanno anche il merito di reintrodurre il personaggio di Hawkman all’interno di essa, altrimenti destinato a fare da comparsa in questa serie) che rivelano ulteriori retroscena della sua storia (necessari anche per il fatto che finora il personaggio ha avuto raramente un ruolo preponderante nelle vicende) e, di riflesso, un’ulteriore approfondimento psicologico dei personaggi, nonché un riposizionamento delle storie anche rispetto al rapporto con le altre serie del Flarrowverse.
I diversi spazi temporali sono evidenziati dalla fotografia, diversa ogni volta che si passa da un piano temporale all’altro, che rappresenta un’accuratezza stilistica e registica finora mai dimostrata negli episodi precedenti.

Pare che gli sceneggiatori abbiano finalmente trovato l’ispirazione giusta per poter portare avanti tante linee narrative senza scadere nella banalità e nella ripetitività e che la serie proceda in direzioni positive che possono portare a sviluppi interessanti.

The Past is the Prologue.

A grande richiesta tornano, in questa puntata, i riferimenti cinematografici e iconografici nella serie tv che ha fatto innamorare i nerd gli appassionati della fantascienza e dei viaggi temporali di tutto il mondo.
L’episodio, infatti, si dimostra la classica puntata di raccordo che preannuncia però un ulteriore dispiegarsi della trama nel cliffhanger finale che fa da traino alla prossima puntata, il quale è nei fatti un’ulteriore e ovvia citazione cinematografica (di cui sarebbe meglio non parlare per non spoilerare troppo a chi non avesse ancora visto l’episodio a meno che non siate masochisti e vogliate cliccare qui).
E dopo il futuro mostrato in Progeny, come nella migliore tradizione di Back to the Future, i nostri eroi si ritrovano, per i capricci del Tempo e per istinto di sopravvivenza, in una Frammentazione, una sorta di varco spazio-temporale a improbabilità indefinita come recita la Guida Galattica per gli Autostoppisti, che li porta nel lontano 1871 a Salvation (Dakota) in piena epoca Far West. E qui abbiamo il tripudio di citazionismo estremo che rappresenta il vero fulcro di questa puntata, ben esemplificato nella pagina qui sotto dell’Angolo del Nerd. Già il titolo non può che rimandare all’epica del Lontano Ovest di Leone, Tarantino e compagnia bella. La sequenza che apre i titoli di coda con il rallenty dei nostri protagonisti in costumi western (vedi foto) e la colonna sonora morriconiana non può che emozionare lo spettatore appassionato (ma anche profano) di questo genere.
D’altra parte stiamo parlando di un’epoca che ha da sempre suscitato molto interesse per l’epica che ha generato intorno a sé.
Ma l’episodio non è solo un mero pretesto per battute citazionistiche. L’episodio ha il merito di portare avanti le relazioni e la psicologia dei personaggi che qui appaiono veramente a tutto tondo, rispetto agli inizi della stagione, e di rivelare importanti retroscena della loro storia (in particolare il perché dello strano look di Rip Hunter) senza però appesantire troppo la narrazione ma, anzi, mantenendo lo stile ironico e scanzonato tipico di questa serie. Inoltre, come già anticipato, mostra e anticipa l’evolversi della trama e l’apparizione dei primi “cattivi” degni di nota, ovvero i Cacciatori, finalmente mostrati e resi efficacemente anche se relegati nell’ultima scena.
La narrazione procede spedita con uno stile veloce e frammentato, giusto per farci assaporare ogni singola battuta e colpo di scena ma senza appesantire troppo lo spettatore. Anche a livello di regia e sceneggiatura, quindi, gli autori Greg Berlanti e Mark Guggenheim dimostrano di averci preso la mano e di essere riusciti a creare un buon amalgama tra le varie Leggende.
La fotografia e le musiche riescono a restituirci la sensazione di trovarci di fronte a un vero e proprio classico western così come credibili (nel limite del fantasy supereroistico) risultano le sparatorie e gli scontri (encomiabile la scena del momento-Mezzogiorno di Fuoco dove Rip Hunter sfodera tutta la sua abilità).
Menzione a parte va data anche al personaggio di Jonah Hex, colonna portante della DC Comics introdotto per la prima volta in questo episodio (ma non nel mondo del cinema dove era già stato oggetto di un omonimo film con Josh Brolin) caratterizzato molto bene da Johnathon Schaech con tutto l’alone di mistero ed epicità che connota il personaggio a fumetti (e molti già chiedono per un possibile spin-off)  al punto che viene da pensarlo come ulteriore possibile membro delle Leggende.
L’episodio dunque si inserisce nel solco della seconda parte di questa prima stagione che sta rivelando non poche sorprese dopo un inizio un po’ in sordina, soprattutto per lo spazio, di battute ma anche d’azione, che stanno avendo alcuni personaggi, e per la presenza di ulteriori nemici che hanno reso la narrazione meno Savage-centrica e quindi con più sfumature possibili. Le prossime puntate preannunciano un ulteriore sviluppo nella trama, perciò aspettiamo il prossimo salto nel vuoto nello spazio-tempo.

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELDMarvel’s Agent CarterGotham e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata. Per facilitare la spiegazione, suddividiamo fisicamente la raccolta dei riferimenti fumettistici in due categorie dedicate rispettivamente ai due episodi.

Easter Eggs in Progeny
  1. Ray usa l’alias fittizio di Hannibal Lecter, celebre protagonista di svariati romanzi, portato al cinema dall’attore Antony Hopkins.
  2. Anche nei comics Ray Palmer ha un fratello di nome Danny, deceduto però anni prima che diventasse Atom. A quanto pare, nel serial, è ancora vivo.
  3. Per Degaton (prima comparsa: All Star Comics # 35 del 1947) è un vecchio villain della DC Comics, avversario sopratutto della Justice Society Of America ossessionato col viaggio del tempo. Il duplicato temporale di Per Degaton possiede una limitata “visione temporale”, che gli permette di sapere cosa succederà nel futuro più prossimo. Inoltre egli è sfasato rispetto al tempo normale, e ciò lo rende intangibile.
Easter Eggs in The Magnificent Eight
  1. Il titolo dell’episodio è una citazione al film “I Magnifici Sette”.
  2. Ray usa l’alias fittizio di John Wayne, famoso attore che è figurato principalmente in film western e di guerra.
  3. A Salvation si può vedere un negozio con la scritta “Kubert’s Barbershop”. E’ una citazione alla famiglia di disegnatori composta da Joe, Adam e Andy Kubert.
  4. Hawkgirl incontra Kate Manser, la sua controparte nel vecchio west, la quale fa riferimento a Hawkman chiamandolo Hannibal Hawkes. Anche nel passato e nelle loro incarnazioni western, Kendra e Carter erano degli eroi e agivano con il nome di Nighthawk e Cinnamon.
  5. Dopo tante anticipazioni, in questo episodio debutta Jonah Hex, cacciatore di taglie le cui avventure si svolgono prevalentemente nel Vecchio West, negli anni successivi alla Guerra civile americana. Comparso per la prima volta su All-Star Western #10 del 1971, Jonah Hex subisce fin da piccolo le violenze fisiche e psicologiche di un padre violento e affetto da alcolismo; l’unica difesa contro i suoi soprusi era la madre, il quale lo abbandona però all’epoca di dieci anni. Nel 1851 Jonah e il padre partono per cercare l’oro, ma vengono attaccati dagli apache; per avere salva la pelle, Woodson Hex lascia alla tribù indiana il figlio come pegno promettendo di tornare entro sei mesi con l’oro. Passano due anni ma il padre ancora non si vede. Nel mentre Jonah, era stanco di aspettarlo, impara dalla tribù tecniche di sopravvivenza e combattimento. In età adulta si stacca poi dalla tribù e si unisce all’esercito e, quando torna per reclamare il suo onore, l’incontro viene truccato e Hex viene punito con disonore con il Marchio del Demone: una ferita inflitta su parte del volto da un’ascia ardente. Dopo il 1866, Jonah Hex diviene cacciatore di taglie e compie questo lavoro con freddezza e cinismo. La sua fama si diffonde rapidamente non solo grazie alle sue abilità ma alla sua inconfondibile immagine.
  6. Una cosa che ci teniamo a precisare sul personaggio. Jonah Hex è un personaggio che non possiede superpoteri e le cui avventure sono per lo più contestualizzate all’interno di un preciso periodo storico. La continuity del personaggio risulta quindi essere in parte già inquadrata sia a livello di contesto narrativo che biografico. Per esempio, si conosce già la data di morte e il modo in cui Hex verrà ucciso così come sono già fissati i momenti salienti della sua vita quali il modo in cui viene sfigurato e l’inizio della sua attività di cacciatore di taglie dopo la Guerra civile americana. Tutto questo però non annulla il potenziale narrativo del personaggio ma obbliga gli autori a rispettare i luoghi e il contesto storico nel quale si muove questo anti-eroe degli albi DC Comics.
  7. Martin Stein salva H.G. Wells, famoso scrittore di fantascienza celebre per diversi romanzi, tra cui “La Macchina del Tempo”.
  8. Comparso per la prima volta su Weird Western Tales #22 del 1974, Quentin Turnbull è un celebre antagonista di Jonah Hex, il quale ce l’ha con lui per essere stato responsabile della morte di suo figlio.
  9. Uno degli ex-colleghi di Heat Wave cita un personaggio di nome Pilgrim. Comparso per la prima volta su WildC.A.T.s #2 del 1992 è uno dei membri del black-ops team Wetworks. Originariamente, questo personaggio faceva parte della linea editoriale Wildstorm (sotto etichetta della DC Comics), ma dopo il reboot dei New52, venne accorpato alla linea originale della DC.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Citazioni cinematografiche e letterarie
  • Ottima regia e personaggi caratterizzati in maniera più complessa
  • Storie sempre meno Savage-centriche
  • Nuovi villain (i Cacciatori e la Pellegrina)
  • Scene nel Far West
  • Jonah Hex
  • Momento-Mezzogiorno di Fuoco di Rip Hunter
  • I flashback di Hawkgirl rischiano di diventare troppo ripetitivi
  • Troppo poco spazio a Snart e Jax che passano in secondo piano nella narrazione

 

Due puntate che segnano uno spartiacque preciso e un ulteriore salto in avanti nella narrazione di questa prima stagione di Dc’s Legends Of Tomorrow. L’aggiunta di nuovi villain, oltre al noto Vandal Savage, e il ritorno di Heat Wave, hanno scatenato nel gruppo numerose reazioni che l’hanno portato a interrogarsi su se stesso e sulle proprie azioni mettendo in primo piano il fatto che alcuni di loro presentano non pochi scheletri nell’armadio. Questo, oltre all’aggiunta dei flashback delle vite passate di Hawkgirl, aggiungono elementi nuovi alla trama e rendono i personaggi più complessi e sfaccettati. Può essere un punto di forza per una serie che rischiava di diventare troppo piatta e ripetitiva.

 

1.97 milioni – 0.7 rating
Progeny 1×10
1.88 milioni – 0.7 rating
The Magnificent Eight 1×11
1.98 milioni – 0.7 rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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