);

12 Monkeys 2×09 – HyenaTEMPO DI LETTURA 5 min

/
()

12 Monkeys si prepara a entrare nella fase conclusiva di questo suo secondo atto, e lo fa con “Hyena”, episodio ricco di colpi di scena e svolte narrative interessanti, ma anche di trovate discutibili e (per fortuna) brevi parentesi trash tranquillamente evitabili. Ora, prima di procedere alla disamina dei sopracitati pro e contro, riproponiamo, dopo due settimane di parziale stallo diegetico, una breve sinossi dell’episodio per evitare di perdere il filo della narrazione.
Anche in questa occasione, la narrazione si muove lungo due diverse timeline: nel 2044 Ramse e Cassie, alla ricerca del Testimone e del misterioso luogo chiamato Titan, finiscono per imbattersi in un uomo, il Custode (The Keeper), che si occupa di preservare il sapere pre-apocalisse, documentando inoltre gli eventi dal momento della “rinascita”. Grazie a lui otterranno indicazioni utili al ritrovamento del misterioso luogo chiamato Titan, mentre a noi verrà finalmente rivelata la vera ragione dell’odio reciproco provato dai due protagonisti. Nel 2016, invece, Cole raggiunge Jennifer per salvare l’ultimo Primario, ma per rintracciarlo occorre trovare il Pallid Man, l’unico che conosce la sua vera identità.
Lo Spilungone viene catturato con sospetta facilità, e infatti, la sua cattura si rivela una trappola: le “iene” rimangono uccise nell’esplosione dell’Hudson University Hospital, Cole e Jennifer si salvano e il Pallid Man riesce a fuggire. Nei minuti finali scopriamo, grazie al dr. Jones in persona, che dietro al nome Titan si cela un progetto monumentale per l’esercito delle 12 scimmie, chiamato in questo modo proprio per descriverne l’imponenza.

C:You know how this ends, don’t you?
J:A wise man once told me: «There are many endings, but the right one is the one you choose.».”

Come abbiamo detto a inizio recensione, “Hyena” è un episodio ricco di trovate quantomeno discutibili, a partire dalla sequenza introduttiva in stile Joker che vede Jennifer protagonista della “liberazione” delle sue iene. Sebbene la Hampshire dimostri una totale padronanza nella gestione del suo personaggio, l’intera sequenza appare un po’ troppo eccessiva, salvo poi rilasciare tutta la sua epicità sul finale, nei secondi precedenti alla sigla d’apertura.
Il continuo ping pong emotivo tra Cole e Cassie, secondo punto a sfavore dell’episodio e, in generale, della serie, riporta nuovamente i due protagonisti in direzione di un rapporto di tipo conflittuale, stavolta innescato dal desiderio di vendetta della ragazza nei confronti del Testimone. Visto in relazione al parziale riconciliamento mostratoci nello scorso episodio, questo ennesimo cambio di rotta non fa altro che evidenziare la volontà da parte degli autori di tirare la questione per le lunghe, decisamente troppo per lunghe. Stesso discorso può essere fatto per il rapporto tra Cassie e Ramse, arrivato qui a un punto di svolta grazie alla rivelazione strappata dal Custode grazie alla sua macchina della verità, evento che mette in evidenza la ripetitività di alcune dinamiche, in primis il ruolo del personaggio di Acevedo, al centro di un noioso tira e molla emotivo che dura ormai da troppo tempo.
A chiudere, quindi, il quadro degli elementi palesemente disastrosi non poteva che esserci Hannah, personaggio che, progressivamente, si sta trasformando in un deus ex machina narrativo vivente, pronto a cavare d’impaccio il comparto autoriale nei momenti narrativi più bui. Esaurita quindi la sua utilità primaria, la ragazza funge in questa occasione da espediente per fornire a Ramse e Cassie una destinazione da cui poter iniziare la ricerca del Testimone, espediente che, peraltro, appare estremamente forzato. Ora, prima di passare agli aspetti positivi, ci sembra giusto dimostrare la nostra solidarietà alla produzione, talmente a corto di fondi da non potersi permettere nemmeno due foto segnaletiche differenti del (per nulla) compianto Oliver Peters, creatore del virus, il quale, tra l’altro, presumiamo possegga quell’unico completo elegante.
Nonostante questa lunga serie di contro, “Hyena” è un episodio ugualmente ricco di punti positivi. L’accoppiata Cole-Jennifer conferma l’alchimia già mostrata in passato e ci offre il segmento narrativo più coinvolgente dell’episodio. La Hempshire, ormai calatasi interamente nel suo personaggio, riesce nell’intento di miscelare alla perfezione follia e umorismo, valorizzando dialoghi che, molte volte, non appaiono esattamente brillanti nella loro stesura. Molto ben girata la parte relativa allo scontro con il Pallid Man, in particolare l’interrogatorio condotto da Cole, che, da un lato, ci svela l’anno del paradosso finale, e dall’altro, conferma la superiorità del nemico, sempre un passo avanti rispetto ai nostri viaggiatori.
Meno coinvolgente, invece, la missione della strana coppia Cassie-Ramse. La figura del Custode parrebbe essere un personaggio “usa e getta”, funzionale unicamente alla ricerca di Titan e allo svelamento del motivo nascosto dietro l’astio reciproco provato dai due protagonisti. L’idea di un uomo autoproclamatosi custode del sapere passato è certamente un bello spunto se pensato in relazione al contesto post-apocalittico, ancora meglio se utile alla stabilizzazione del travagliato triangolo Cole-Cassie-Ramse, dinamica oramai stantia.
Infine, il dialogo finale tra il Pallid Man e un redivivo dr. Jones, rimescola ulteriormente le carte in tavola, alimentando tutta una serie di nuove teorie in merito all’identità del misterioso Testimone e innalzando una coltre di mistero intorno a questo grandioso progetto chiamato Titan. Che sia proprio lui a tendere la mano al piccolo Sam al termine di “Meltdown“? Giunti a questo punto, tutto è possibile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Coppia Cole-Jennifer
  • Figura del Custode
  • Ciclicità nelle parole di Jennifer e Cole
  • See you soon” / “Wow, you weren’t kidding” 
  • Sequenza finale col dr. Jones
  • Brevi svolte trash
  • Ping pong emotivo tra Cole e Cassie
  • Hannah
  • Serve una scossa per quanto riguarda il triangolo Cole-Cassie-Ramse
  • Una sola bodyguard per il Pallid Man?

 

Germania dell’Est, 1961 e un dottore che si chiama Kirschner. La prossima settimana la caccia al Testimone ripartirà proprio da questi tre indizi. Nel frattempo ci è stato anticipato un ritorno della coppia Cole-Jennifer nel 2016 e, grazie al Pallid Man, possiamo immaginare che l’azione, nelle ultime puntate stagionali, si svolgerà nel 1957, anno del paradosso finale. Gli ascolti della serie sono praticamente dimezzati rispetto al primo anno e, secondo una dichiarazione degli showrunner, la serie necessiterebbe di almeno quattro stagioni perché la storia possa concludersi compiutamente. La speranza, ora, è che arrivi almeno il rinnovo per la terza. Anche perché lasciare una serie del genere senza un finale appropriato costituirebbe un atto al limite della legalità.

 

Lullaby 2×08 0.43 milioni – 0.1 rating
Hyena 2×09 0.35 milioni – 0.1 rating

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

Rispondi

Precedente

Recenews – N°123

Prossima

Orange Is The New Black 4×01 – Work That Body For Me

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.