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Fear The Walking Dead 2×09 – Los MuertosTEMPO DI LETTURA 10 min

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Quanto segue è frutto di una elucubrazione mentale che ha portato il recensore a drogarsi pesantemente al termine della visione del suddetto episodio e ad immaginare una conversazione con il suo peluche preferito di Spider-Man. 
Il tutto è stato poi riconvertito e steso come un estratto di un romanzo, depauperato di quel senso di offuscamento provocato da droghe, alcol e chissà cos’altro.
La Redazione di Recenserie non si prende alcuna responsabilità circa il linguaggio utilizzato e sottolinea che ogni riferimento a telefilm, cose o persone che possono ricondurre a vicende realmente accadute, é puramente casuale e viene fatto in tono non diffamante.<Che cazzo fai?> disse il peluche dell’Uomo Ragno mentre prendevo la sua testa con forza per sottrarlo allo scaffale sollevando un gran quantitativo di polvere.

<Vieni, Spaidi. Devo fare una recensione. E tu, mi aiuterai> replicai spavaldo puntandogli il dito davanti alla faccia. Spaidi (soprannome che gli diedi scritto proprio come si dice perché a sei anni non sapevo ancora l’inglese) si mise a ridere. Ma non fu una di quelle risate di gusto, più una alternativa al pianto isterico.
<Lo sai che hai una certa età, vero? Cosa penseranno i lettori di RecenSerie quanto leggeranno questa cosa? Se te la faranno pubblicare ovviamente…> facendola sembrare una frecciata.
<Che sono un nerd senza amici con il bisogno di parlare con qualcuno per scrivere una difficile recensione.>
<Licenziati e facciamola finita, voglio tornare sullo scaffale. Ammetti di aver raggiunto la senilità. Se davvero pubblicheranno ‘sta roba vuol dire che avete toccato il fondo!>
<Magari per qualcun altro potrà essere qualcosa di particolare e innovativo.>
<Quel qualcuno si droga.>
<La tua controparte dei fumetti è più simpatica.>
Spaidi si animò all’improvviso, agitando le braccia come se sentisse un dolore lancinante. Con entrambe le mani si toccò il cuore <Oh mio dio, una frecciata! Come farò a resistere? Cooomeeee?!> continuò la pantomima facendo finta di piangere. Poi guardò la mia faccia seria e col sopracciglio alzato. Gli faceva capire che doveva assecondarmi se voleva che tutto tornasse come prima. Il suo pesante sospiro confermò la sua resa. <Va bene. Qual è il problema?>
<Io non capisco.>
<E fin qui…>
<Oh, senti, sta zitto!>
<Va bene. Sono un peluche, non mi verrà difficile.>
<No, non in quel senso. Nel senso di “piantala di dire stronzate”, è una cosa seria.
Vedi, in tutte le mie recensioni sono abituato ad andare al nocciolo della questione. A capire qual è l’anima della puntata e da li parto a commentare. Solo che quando tocca a Fear The Walking Dead… Io mi perdo come Dante nella selva oscura. Io davvero non capisco dove voglia andare a parare questa serie…> dissi disperato.
<Deve per forza andare a parare da qualche parte?> replicò Spaidi in maniera supponente.
<Tutte le serie lo fanno. Cioè, devono farlo, altrimenti non avrebbero uno scopo di esistere. La trama orizzontale è l’essenza stessa di una serie, è quel qualcosa che anima la serie e i suoi personaggi in modo che ci si possa tuffare per svagarci rispetto alla routine della vita e a tutti i suoi problemi.>
<E se non servisse a niente? Insomma, se fosse solo e semplicemente… . Come tipo uno di quei prodotti al supermercato che sai che è li ma non lo comprerai mai perché non te ne può fregar de meno?>
<Ma è questo il problema.> dissi enfatizzando. <Quel prodotto è li ma sai perché è li. A te non frega niente, ma deve esserci un motivo per cui è li. Ma i telefilm sono un’altra cosa perché non sono solo dei prodotti. Servono per sfamarti l’anima ma questo spin-off ti fa venire voglia di digiunare a vita…> commentai affranto.
<Forse serve a quello, per farti venire fame di altro. Magari serve come specchietto per le allodole e far sembrare The Walking Dead più bello. O magari per fan-service. Per dare il contentino a chi considera The Walking Dead il Libro dei Mutamenti in chiave zombie,> controbatté Spaidi con sufficienza da snob.
<Forse. Anche. Si, magari un po’ l’uno e un po’ altro.> mi fermai a pensare, ma la risposta non mi consolò per nulla. Continuai <Però a me sembra una scusa del cazzo. Cioè, so che è vero che è anche come hai detto tu, però c’è qualcosa che non quadra. Prendi questa puntata, per esempio>
<È peggio della precedente?>
<No, è meglio. E fa pure dei numeri interessanti.> quando lo dissi Spaidi si girò verso di me e mosse gli occhi della maschera formando un espressione che diceva “ma non mi dire” tra il sarcastico e l’incuriosito. <Tipo che ci sono delle conversazioni molto taglienti e dei botta e risposta ben studiati. Battute da caserma di Strand a parte, s’intende. C’è un cliffhanger finale anche abbastanza carino. Certo telefonato, eh, si sapeva che era tutto infestato dagli zombie. Però l’hanno realizzata bene come cosa, l’hanno proprio reso un colpo di scena con conseguente interruzione in punto cruciale dell’episodio che ti fa dire: “adesso voglio proprio vedere cosa succederà dopo”, cosa che in Fear The Walking Dead è successa raramente, quindi ci rimani anche un po’ bene. Poi c’è la coralità della puntata, che tanto mancava in “Grotesque“, quindi hai dei cambi di punti di vista e l’episodio varia un po’.>
<E il vizietto di scopiazzare la serie madre?>
<Eh, c’è ancora… Qui Madison e Strand s’ubriacano e scimmiottano un po’ Daryl e Beth in quell’episodio dove anche loro si confessavano tipo amichette del cuore in uno sleep-over barbone.>
<Male.> disse Spaidi sentenzioso
<Già, molto.> confermai la sentenza.
Dopo ci fu un breve silenzio, come una pausa per riprendere fiato. Durò poco, Spaidi ricominciò spedito e vivace come se avesse sentito il gong che segnava l’inizio di un nuovo round.
<E quindi se ha anche delle cose buone, dov’è il problema?>
<Eh. Bella domanda>
Mentre parlavo, Spaidi scarabocchiava. Solo che, per errore, prese il blocknotes al contrario e vide tutti i suoi disegnini capovolti. Sobbalzò. Lentamente si girò verso di me e disse <Lo so io qual è il problema.>. Mi girai verso di lui e lo guardai in attesa di una risposta. <Il problema è che la guardi dal verso sbagliato.>
<Cioè?> dissi confuso.
<O meglio, il problema è che non è Stranger Things.>
<E fin qui…>
<Ma non in quel senso. Nel senso che…> poi s’interruppe e cambiò approccio, come se si fosse tolto ogni tipo di remora. Per sottolineare il fatto che stava per andarci giù pesante, scese dalla sedia e cominciò a muoversi e gesticolare, camminando avanti e indietro per la stanza <Ok, senti, sai che facciamo? Facciamo gli impopolari. Stranger Things non s’è inventato un cazzo, va bene? Ha soltanto preso qua e là e poi ha creato un collegamento per unire tutte le citazioni a tutti i film degli anni ’80.>
<Ma il bello è proprio questo!> disse difendendo a spada tratta quel piccolo capolavoro Netflix.
<No, è qui che ti sbagli. Il bello della serie è come si pone al proprio pubblico: senza la pretesa alcuna di sembrare qualcosa che non è. Stranger Things è fan-service puro per quelli che considerano gli anni ’80 una decade immortale.> continuò Spaidi infervorandosi come un politico durante qualche acceso dibattito. <E non pretende e non vuole essere visto come chissà cos’altro. Gli stessi creatori hanno fatto questa serie perché, e ci metto la mano sul fuoco, è quello che negli anni ’80 hanno sempre voluto vedere. Anche in termini di CGI e tutto il resto. Fear The Walking Dead è diverso. Fear The Walking Dead ha la pretesa e la presunzione di essere qualcosa di più, di essere una lezione universitaria di etica e filosofia, ma non lo è.>
<Si ritrova pure a scopiazzare la serie madre a volte.>
<Ecco, infatti. Per questo sei confuso, perché non ti spieghi come una serie dalla qualità mediocre riscuota così tanto successo che si può tranquillamente definire come mainstream. Il punto è che si dà le arie e questo fa parte dello show. La reputazione che si è creato, e che il pubblico ha contribuito a creargli vedendo in lui più di quanto realmente offre solo perchè farcito del titolo nobiliare “The Walking Dead”, fa parte di questo telefilm ed influenza tutto. Se fosse più come Stranger Things, nel porsi, sarebbe pure carino perché non pretende nient’altro che essere, appunto, un metodo per far sembrare The Walking Dead più bello o quel cazzo che ti pare.>
<E l’avremmo apprezzato per la cazzoneria.>
<E l’avremmo apprezzato per la cazzoneria, esatto! Sta tutto qui il problema. Certo, “Los Muertos” è meglio della precedente per le cose che hai detto. Ma il disagio che avverti è che la qualità che offre non è direttamente proporzionale ai suoi obiettivi. Insomma, gli standard che si pone sono troppo alti, però bisogna farsene una ragione che ormai Fear The Walking Dead è roba per hipst…> si fermò, come se finora avesse recitato a menadito un copione e si fosse fermato per ricordare la battuta. <No, non è da hipster ‘sta serie. E’… come la posso definire?>
<Una serie degna di uno scrittore polacco minimalista morto suicida giovanissimo che ha venduto solo due copie del suo romanzo?> intervenni per aiutarlo. Aprì le braccia come per dire “esatto, proprio così” e infatti lo disse.
Sorrisi per essere riuscito ad aiutarlo col monologo spiegone, però c’era ancora qualcosa che mi turbava. Forse erano solo troppe cose tutte assieme ed era solo questione di metabolizzarle.
Però più ci pensavo e più mi chiedevo come Spaidi avesse fatto a vedere Stranger Things.
Però più ci pensavo e più mi veniva in mente Toy Story.
Però più ci pensavo e più realizzavo che, non è che se sei un pupazzo non puoi avere i cazzi tuoi, quindi non ci pensai più e tornai al problema Fear The Walking Dead.
Andai a farmi una sigaretta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Piovono zombie
  • Non è “Grotesque”
  • Ottimo cliffhanger finale
  • Voglia di vedere come continua. Non tanta, eh. Però leggera la mette
  • Ottimi dialoghi
  • CGI nella scena dell’arrivo al hotel orripilante
  • Sempre il solito Fear
  • Si, bello il cliffhanger, ma telefonaterrimo
  • Non è che se Nick ha un passato da tossico moh ogni sua storyline c’ha qualcosa legato ad un medicinale per mostrare la sua utilità eh
  • Continui scopiazzi con la serie madre

 

Spaidi mi raggiunse sul terrazzo. Il cielo non era troppo trapuntato di stelle, ma lo era abbastanza per dare ancora quell’aria di estate. Mentre facevo gli ultimi tiri si alzò un vento che preannunciava pioggia. Il pupazzo s’arrampicò su di me, passando dalla schiena e mettendosi in spalletta.
<Allora? Che hai deciso alla fine?>
Feci un tiro. Buttai fuori il fumo e solo quasi alla fine dissi <Save Them All>.
<Come mai?> disse incuriosito.
<Alla fine hai ragione. La supponenza di questo telefilm ce la porteremo nella tomba. Meglio prenderlo per quello che è: una serie senza pretese ma con delle pretese e che, ogni giorno, spreca il suo potenziale. Per, appunto, fare il pretenzioso.>
<Già.>
Breve silenzio.
<Dai> disse Spaidi rompendo il silenzio <Almeno c’è Alicia. E quell’altra nuova gnocca col fucile.>. Mentre lo diceva, con gli occhi della maschera mimava la gestualità delle sopracciglie che andavano su e giù.
Sorrisi. Cioè, era una scena pietosa, ma faceva ridere. Come gli zombie che cadevano nell’episodio. Faceva ridere l’impegno che ci metteva nel tentativo di mimare l’espressione arrapata.
<Va beh> continuai scacciando il mozzicone come un insetto fastidioso e buttandolo giù dal balcone. <YouPorn.>
<Oh, mi cerchi la categoria furry?>
<Non esiste la categoria furry.>
<Daaaai! Come si fa?! Esiste quella delle nonne! Che ingiustizia…> disse affranto e deluso.
<Benvenuto.>
<In cosa?>
<Nel mondo degli uomini.>
<Fa schifo.>
<E fin qui…>

 

Grotesque 2×08 3.86 milioni – 1.6 rating
Los Muertos 2×09 3.66 milioni – 1.6 rating

 

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