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Il Buio Oltre La Serie #9 – Ghost Rider: Robbie Reys E Tutti Gli AltriTEMPO DI LETTURA 10 min

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Chi approda nel mondo Marvel seguendo la scia dei film, telefilm e cartoni animati si troverà sicuramente un po’ confuso nel vedere un Ghost Rider a bordo di quattro ruote motrici invece che due. Non lo siate, l’Universo Marvel è fatto così: a volte ci sono più uomini e donne che rivestono lo stesso ruolo e si fanno chiamare con lo stesso nome, creando ovviamente confusione tra i neofiti. Oggi siamo qui per diradare un po’ di nebbie terrigene della confusione.

 

In principio fu Carter Slade, personaggio creato da Gary Friedrich, Roy Thomas e Dick Ayers. La sua prima apparizione avviene in Ghost Rider #1 del 1967 e si presenta come eroico pistolero mascherato con poteri soprannaturali e uno spettrale costume bianco fosforescente. Si fa conoscere al pubblico come Ghost Rider, ma il suo nome subisce presto un cambiamento, prima in Night Rider, poi definitivamente in Phantom Rider, il tutto per due motivi. Il primo è perché Carter Slade è una copiatura ignobile di un personaggio omonimo creato da Ray Krank e Dick Ayers per la Magazine Enterprises su Tim Holt #11 del 1949. Il secondo è perché il termine “night rider” viene usato per indicare i membri del Ku Klux Klan e, siccome lui era vestito di bianco, si temeva una presa di posizione razzista: quindi Phantom Rider. Nonostante ciò, il personaggio non ha nessuna connessione con tutti gli altri Ghost Rider della Casa delle Idee (però se chiedete a Barbara Morse lei sì che se lo ricorda bene Slade) ma valeva la pena citare questo precedente storico riguardo al nome Ghost Rider.
Creato da Roy Thomas, Gary Friedrich e Mike Ploog, su Marvel Spotlight #5 del 1972 arriva il Ghost Rider che tutti conosciamo: Johnny Blaze, che il grande pubblico conosce per i due film in cui il personaggio era interpretato da Nicholas Cage (rabbrividiamo ancora al pensiero). Stuntman motociclista, Blaze viene legato allo Spirito della Vendetta chiamato Zarathos dopo aver fatto un accordo con Mefisto (il diavolo della Marvel Comics) per salvare la vita del padre adottivo, diventando il primo Ghost Rider editoriale con i poteri che conosciamo: moto fiammeggiante, catene senzienti, controllo del fuoco infernale e il famigerato Sguardo di Penitenza, potere che gli consente, appunto col solo sguardo, di lacerare l’anima facendole provare tutto il dolore che questi ha causato nel corso della sua vita alle altre persone. Bene o male, queste sono le origini viste anche al cinema, con l’omissione della presenza di Zarathos, demone sconfitto e sottomesso da Mefisto e costretto a ubbidire ciecamente agli ordini di quest’ultimo.
Negli anni successivi alla creazione di Johnny Blaze il personaggio sarà protagonista di varie testate personali o in cui comparirà come comprimario, come nella serie Campioni (non quei Campioni…), un supergruppo con protagonisti membri senza fissa dimora e che non partecipavano attivamente in nessuna serie come: Angelo, l’Uomo Ghiaccio, Ercole, la Vedova Nera e appunto lo stesso Ghost Rider/Johnny Blaze. In queste svariate serie, però, verrà approfondito il rapporto di amore/odio con Zarathos, dove entrambi cercheranno in maniere clamorose e azzardate di separarsi l’uno dall’altro, finendo a volte anche per riuscirci. Ovviamente, per motivi editoriali e anche per un discorso della dannazione che insegue Blaze come la nuvola segue Fantozzi, i due finiranno sempre per ricongiungersi controvoglia.
Dopo alcune apparizioni su mensili antologici, Ghost Rider ottiene una serie regolare personale nel 1973 che finisce però nel 1983 a seguito di scarsa qualità di idee che fecero infervorare Jim Shooter, l’editor in chief della Marvel di allora. Giusto per citarne una, Blaze avrebbe dovuto convertirsi al cristianesimo dopo l’incontro con una versione hippie di Gesù Cristo ma Shooter, ritenendo la cosa offensiva, impose un brusco mutamento sia nella sceneggiatura che nei disegni. L’interesse per il personaggio si perse da allora e ritornò in voga solo negli anni ’90: l’era dei personaggi gritty ‘n’ dark.
Creato da Howard Mackie e Javier Saltares su Ghost Rider #1 del 1990, fa il suo debutto Daniel “Danny” Ketch: successore di Johnny Blaze al ruolo di Ghost Rider, giovane corriere che ottiene i suoi poteri quando la sorella Barbara viene gravemente ferita durante un regolamento di conti mafioso tra le bande di Kingpin e Deadwatch. Danny, nascostosi in una discarica, incappa in una motocicletta nuova di zecca con uno strano medaglione incastonato nel cruscotto. Entrato a contatto col veicolo, Danny si trasforma nel nuovo Ghost Rider; presto verrà affiancato anche da Johnny Blaze (il quale si era ritirato a vita privata mettendo pure su famiglia) che gli farà parzialmente da mentore e assistente.
Le cose che differenziano Danny da Johnny sono due:
1) è in grado di trasformarsi nel motociclista fiammeggiante senza la necessità di essere legato a un demone come Zarathos;
2) Johnny si trasformava ogni volta che veniva versato sangue innocente, Danny invece sistematicamente ogni notte.
Essendo un figlio degli anni ’90, come la maggior parte dei personaggi nati in quell’epoca e nel periodo in cui il gritty ‘n’ dark andava di moda (e che ha dato alla luce altri personaggi come Spawn, Darkness e Witchblade) l’interesse per Ghost/Ketch si esaurisce sul finire degli anni ’90, più precisamente nel 1998 con una brusca chiusura della serie. Il numero conclusivo della saga di Ketch come Ghost Rider uscirà solo ben nove anni dopo per amor di completezza, chiudendo tutte le trame in attivo. Nel frattempo, Danny continua comunque a bazzicare come Ghost Rider in compagnia di Johnny, anch’egli tornato Ghost Rider.
Il terzo personaggio a vestire i panni del teschio fiammeggiante è Alejandra Jones. Creata da Rob Williams e Matthew Clark sulle pagine di Ghost Rider #1 del 2011, Alejandra è una ragazza nicaraguense addestrata sin dall’infanzia da un tale conosciuto solo come Adamo per divenire una Ghost Rider e purificare l’umanità dal peccato privandola del libero arbitrio. La ragazza, aiutata da Adamo, riesce a fondersi con Zarathos poiché il suo mentore riesce a stringere un patto con Blaze che lo priva del demone e parte per la sua missione. Dopo aver realizzato la malvagità di Adamo, viene brevemente presa da Johnny Blaze sotto la sua ala poiché lei, molto più di Johnny, riusciva a controllare e sfruttare le potenzialità di Zarathos: per esempio, riusciva a evocare e comandare a piacimento uno sciame di locuste, oppure trasformare ogni veicolo in uno fiammeggiante a “misura di Ghost Rider”. Questo finché Johnny non realizza che Alejandra si serve del potere solo per fini egoistici e riesce a riprendersi Zarathos tramite un incantesimo. Il “servizio” di Alejandra come Ghost Rider dura veramente poco, solo nove numeri, in quanto questo divertissement al femminile non era piaciuto ai lettori.
E arriviamo al quarto personaggio che ha vestito i panni di Ghost Rider, quello visto in questa quarta stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.: Robbie Reyes. Creato da Felipe Smith e Tradd Moore sulle pagine di All-New Ghost Rider #1 del 2014 è un ragazzo messicano-statunitense residente a Los Angeles assieme al fratello disabile, Gabe, e impiegato come meccanico in un officina. Robbie si iscrive a una gara clandestina per poter vincere i cinquantamila dollari in palio e andarsene dal pericoloso quartiere insieme al fratello ma, durante la competizione, viene assassinato da un gruppo di mercenari intenti a recuperare alcune pillole estratte dalla formula di Mister Hyde, dopodiché resuscita come creatura demoniaca con la testa infiammata e fugge a bordo della sua Dodge Charger nera, anch’essa infuocata. Si scopre poi che l’auto è legata ad uno spirito del passato di Reyes: suo zio Eli Morrow, responsabile di ben 37 morti. Fatto crollare l’impero criminale di Mister Hyde, Robbie lotta con Eli per il possesso del suo corpo decidendo infine di legarsi per sempre a lui ed accettando di saziare la sua sete di sangue uccidendo esclusivamente persone dall’animo malvagio.
Ci sarebbe poi anche una serie di Ghost Rider alternativi abitanti di universi paralleli della Marvel, ma la lista è così lunga che finiremmo per invischiarci in una questione più grande di noi. L’unico Ghost Rider alternativo che ci sentiamo di citare è Kenshiro “Zero” Cochrane, personaggio dell’Universo Marvel 2099 (scenario distopico a tema cyberpunk), qui privo di ogni inflessione mistica/demoniaca e più vicino a stilemi narrativi alla Blade Runner. Dopo essere stato ucciso per aver rubato informazioni a una potente corporazione, Zero sopravvive trasferendo la sua mente nel cyberspazio e scaricandola in un corpo robotico per poi dedicarsi alla propria vendetta divenendo noto come Ghost Rider a causa delle fattezze scheletriche del suo corpo robotico. Nonostante la breve durata per la chiusura della linea editoriale Marvel 2099, la serie fu apprezzata da critica e pubblico e, ancora oggi, è ricordata con molto affetto.
Come avete visto, però, ogni Ghost Rider (escluso Zero) è stato protagonista di possessioni piuttosto centralizzate e di svariate chiusure di serie che hanno portato a un interesse altalenante nei confronti della serie. Inoltre, nella loro tradizione, tanti punti sono stati lasciati in sospeso. Per esempio, molti lettori si sono sempre chiesti come fosse possibile per Daniel Ketch diventare Ghost Rider senza essere legato a nessun demone. Sentendo questa enorme perdita di interesse per la mitologia di Ghost Rider, nel 2009, la gestione del personaggio viene affidata a Jason Aaron, autore che ricostruisce daccapo tutto il suo mythos, ripartendo da un’enorme tradizione e una genesi piene di dettagli che ha ramificazioni addirittura all’alba dei tempi.
Nella sua gestione si scopre che il nome “Ghost Rider” è il termine moderno con cui si chiamano oggi gli Spiriti della Vendetta: entità benevole incaricate di punire i malvagi vendicando le ingiustizie in suo nome, create al tempo del Diluvio Universale da Dio e sotto la supervisione dell’Arcangelo Zadkiel; Aaron ha sempre descritto questa forza come “la black-op unit di Dio”. Nella serie si ha infatti modo di vedere una varietà Ghost Rider in praticamente tutti i periodi storici successivi al Diluvio, come dei Ghost Rider a tema indiano d’america che proteggevano le tribù dagli attacchi dei vichinghi. Tutti questi Ghost Rider sono senza nome e mostrati nella storia attraverso una veloce carrellata. Tutto continua così fino a circa un millennio prima dell’era moderna, dove il demone Zarathos li sconfigge tutti assoggettandoli alla sua volontà in modo da costruirsi una schiera per spodestare Mefisto dal trono degli Inferi. Viene tuttavia sconfitto per poi essere schiavizzato e privato della memoria. Mefisto, nei secoli successivi, si serve di lui come suo personale Spirito della Vendetta intrappolandolo in vari esseri umani nel cui sangue alberga il “Fuoco Infernale” poiché discendenti di una dinastia legata all’artefatto mistico noto come “Medaglione del Potere”: il medaglione che permetteva a Danny di diventare Ghost Rider dove è imprigionato lo spirito di Noble Kale.
All’inizio del XVIII secolo, il giovane Noble Kale si innamora di una ragazza di colore di nome Magdalena che sposa nonostante i pregiudizi paterni. Qualche tempo dopo il matrimonio e la nascita di un figlio, la ragazza scopre tuttavia che il pastore Kale è in realtà un servitore di Mefisto e, per metterla a tacere, l’uomo l’accusa di stregoneria facendola condannare al rogo. Poco prima di morire, Magdelena lancia però una maledizione per vendicarsi, scatenando le Furie sulla città e sul pastore Kale che, terrorizzato, evoca il suo signore promettendogli l’anima del figlio in cambio della salvezza. Concluso l’accordo Noble viene trasformato nel Ghost Rider “originale” riuscendo a distruggere le Furie e venendo poi incitato dal pastore Kale a nutrirsi della carne del figlio avuto con Magdelena. Pur di non mangiare il neonato tuttavia, Noble si uccide. Quando però Mefisto tenta di reclamare l’anima del giovane come stipulato, l’arcangelo Uriel interviene per impedirglielo raggiungendo infine un compromesso. Lo spirito di Noble non sarebbe appartenuto né al Paradiso né all’Inferno ma posto a vagare in un limbo a meno che un suo discendente non lo avesse evocato. Per fare in modo che entrambi i regni rispettassero il patto è stato poi messo sulla discendenza dei Kale un incantesimo di protezione grazie a cui né angeli né demoni avrebbero potuto impadronirsi delle loro anime. Da tutto ciò ha avuto origine la leggenda e la maledizione di Ghost Rider. Va detto però che ogni Ghost Rider successivo è in qualche modo legato alla linea di sangue di Kale: anche Johnny Blaze e Daniel Ketch.

Nonostante chiunque abbia avuto a che fare con lo Spirito della Vendetta abbia sempre presunto che fosse di origine demoniaca, in realtà i Ghost Rider sono stati dunque voluti da Dio e, nel corso delle epoche, vi sono state diverse incarnazioni. Giusto per dirne una, durante la 1° Guerra Mondiale due innominati discendenti di Kale hanno combattuto in Germania come aviatori col nome di “Ghost Flyer”, una sorta di Barone Rosso a tema Ghost Rider.

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