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American Horror Story: Roanoke 6×03 – Chapter 3TEMPO DI LETTURA 4 min

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Questa terza puntata di American Horror Story riprende dal cliffhanger che ha salutato il finale del secondo episodio: la sparizione della piccola Flora.
La ricerca della bambina da parte di Lee, Shelby e Matt permette allo spettatore di addentrarsi nei dintorni di casa Miller e di scoprirne i segreti e le ombre nascoste. Finalmente è arrivato il momento in cui la vicenda dei protagonisti incrocia la storia di Roanoke e da ciò che si è visto sarà lei ad essere la protagonista dei prossimi episodi. L’arrivo del sensitivo Cricket (Leslie Jordan, già visto in Coven) e la seduta spiritica a cui partecipano tutti, spalancano le porte allo spirito di Thomasin, la moglie del capo colonia John White. È lei la donna dal volto insanguinato vista in “Chapter 2“, la Macellaia interpretata da Kathy Bates. La sua espressione torva e la ferocia con cui addenta il cuore pulsante di un suino ricordano inevitabilmente Madame LaLaurie, altro collegamento a Coven: questi richiami ad altre ambientazioni dello show fanno certamente parte del piano di Murphy e Falchuck di omaggiare, in modo spiccatamente autoreferenziale, le diverse stagioni della serie. Non è un caso quindi che vengano riproposti alcuni legami con il passato, ciò che importa è riuscire a non scadere nell’elogio di sè stessi danneggiando la storia e la narrazione esclusiva di Roanoke. In tal senso per ora il pericolo di provare quella sensazione di qualcosa di già visto sembra essere scampato perchè il fascino di una storia ancora poco chiara, di un linguaggio nuovo per raccontarla e di una continua esplorazione dei personaggi è ancora molto forte. Se inizialmente si temeva non accadesse in modo interessante e si ripetessero i tragici errori di Freak Show o Hotel, invece il tutto procede passo dopo passo con l’avanzare delle puntate.
Un elemento molto importante dell’episodio corrisponde alla rottura della “quarta parete” (qualcuno ha detto House Of Cards?). Nel momento in cui le riprese si interrompono, mentre Lee è emotivamente scossa, la scena viene ripresa da una diversa angolazione così da ricordare allo spettatore che ciò a cui assiste è finzione e non un vero documentario: questo è, per uno show televisivo in generale e per American Horror Story in particolare, una novità insolita che aggiunge curiosità ed interesse alla narrazione.
Viene quindi chiarito che oltre alla ricostruzione degli eventi, alle interviste dei “veri” Shelby e Matt, c’è un documentarista che probabilmente mostra solo una parte delle vicende e soltanto il tempo dirà se il racconto è stato mostrato interamente o se qualcosa non è stato svelato, celato appunto dall’occhio del documentarista ignoto, una sorta di deus ex machina.
Proseguendo nella visione dell’episodio e seguendo tra storia e leggenda la colonia Roanoke, si entra nel vivo di uno dei cardini della stagione e a cui si darà spazio (si spera) nelle prossime puntate. Nel momento in cui la Macellaia assapora della carne viva e vende la propria anima ad uno spirito primordiale (una irriconoscibile Lady Gaga), si ha uno scontro tra l’uomo che vuole imporre la propria supremazia in un mondo nuovo e forze mistiche ed ancestrali, legate a quella terra che l’essere umano vuole a tutti i costi conquistare. Thomasine accetta questo patto per vendicare ciò che le è accaduto e gli spiriti puniscono, attraverso lei, l’egoismo dell’uomo che non ha alcun rispetto per qualcosa di antico, da rispettare e preservare.
Da Murder House e da Coven, gli autori sembrano aver recuperato proprio questo, la dualità tra il vecchio e il nuovo, tra qualcosa che era ma che, nonostante gli sforzi, continua ad esserci anche dopo: così ecco il neonato con gli occhi di Satana della prima stagione e Papa Legba della terza, come a ricordare che non importa il tempo che scorre e il nuovo che avanza, si ritroverà sempre qualcosa di ancestrale, legato a forze passate. Resta da capire se nel bene o nel male.
È questo ciò che, a fronte di alcuni difetti, continua a convincere: la paura di qualcosa che non si conosce, che non si prevede ma che è parte del mondo fin dalla sua nascita, che suscita nel pubblico una fitta inquietudine che da un bel po’ non si provava guardando lo show.
“Chapter 3” si pone come puntata di rottura e apre la strada per i prossimi episodi, in attesa però di una svolta decisiva che ancora non è arrivata. Il terreno è pronto, serve solo il coraggio di balzare in avanti positivamente e non tornare indietro a meccanismi negativi già visti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Citazioni troppo autoreferenziali?
  • Ancora non c’è il vero salto di qaulità

 

Mistero, fatti svelati a poco a poco, tematiche legate a forze antiche e spaventose: American Horror Story sta dimostrando di avere delle buone idee e di avere a cuore storia ed atmosfera. Riuscirà a gestire il tutto, a non rendere pesante il suo nuovo linguaggio e a continuare a tenere lo spettatore incollato allo schermo? Gli ascolti restano abbastanza stazionari ma si attendono conferme per poter dichiarare che finalmente lo show è tornato a splendere. Nel dubbio noi lo “salviamo”.

 

Chapter 2 6×02 3.27 milioni – 1.8 rating
Chapter 3 6×03 3.07 milioni – 1.7 rating

 

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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