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American Horror Story: Roanoke 6×06 – Chapter 6TEMPO DI LETTURA 3 min

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Dopo cinque episodi non proprio coinvolgenti, arriva finalmente la svolta da tempo preannunciata da Murphy in merito a questa stagione di per sé già anormale rispetto alle precedenti. In realtà ci sono due cose che saltano subito agli occhi: la prima riguarda il cambio netto di registro segnalato già ad inizio episodio. Lo spettatore viene informato di aver visto finora la prima stagione di un mockumentary (un finto documentario basato su fatti reali) che ha raccolto ascolti impensabili e ora si è deciso di replicare per una seconda stagione con due fini: quello ufficiale, più nobile, di mettere  alle strette Lee e farle confessare l’omicidio del marito; l’altro, ufficioso, di ripetere gli ascolti della passata stagione, anzi di superarli. Pertanto già con questa svolta Murphy e soci cercano di lavorare su un nuovo piano narrativo, mischiando la realtà dei fatti e la ricostruzione degli stessi, aggiungendo come variabile impazzita la possibilità di mischiarli insieme e vedere come queste stratificazioni interagiscono, ambientando il tutto nelle notte di luna rossa, lo stesso periodo dei fatti di sangue avvenuti nella famigerata area di Roanoke.
Non contenti di aver spaginato le carte introducendo quindi svariati piani di lettura e anche stili diversi derivanti dalle diverse storie dei personaggi/persone in gioco, gli autori ci informano a metà episodio delle seconda grossa svolta narrativa: i fatti che seguiranno non andranno mai in onda poiché tutti e sette i partecipanti al reality horror verranno uccisi tranne uno. In pratica viene anticipato il finale della seconda stagione che paradossalmente non verrà mai trasmesso. Ci si trova, come spettatori, davanti a qualcosa di imprevedibile sotto vari aspetti. Innanzitutto un uso inedito della già molto abusata metanarrazione e forse facendo un passo avanti quindi rispetto al postmodernismo. Cambiano quindi diverse prospettive e interpretazioni su quale sia il reale tema dalla stagione e chi ne sia il protagonista.
Potrebbe sembrare assurdo ma forse il produttore Sidney assumerà tale ruolo negli episodi successivi, quasi ad identificarsi con Murphy stesso, nel ruolo di Deus ex Machina vittima forse della sua stessa creatura che in sei stagioni ha fatto il bello e il cattivo tempo e di cui vuole in qualche modo ridirezionare le sorti e il successivo. Torna quindi la sua cifra stilistica fatta di eccessivi, di multi-personaggi, di stili diversi, stavolta più coerenti proprio per la natura eterogenea degli attori (della prima stagione) e delle persone reali coinvolte.
Tutto quello che sembrava in precedenza abbozzati, incompiuto, sfocato si capisce adesso essere voluto e necessario per iniziare un discorso nuovo proprio in questi episodio. E veniamo quindi al tema, o a quello che almeno sembra essere tale. Spesso negli scorsi episodi si lamentava la poca empatia provata nei confronti dei personaggi, semplici vittime di ripetuti abusi perpetrati da entità non meglio definiti e neanche tanto originali. Alla luce di quanto rivelato in questo episodio si può dire che si ci pone come spettatori televisivi di uno show di finzione basato su fatti di cronaca nera, tutto lo spettacolo visto non è altro che carne gettata in pasto per sopire il nostro appetito morboso, nutrito di giustizia sommaria, dolore gratuito e situazioni imbarazzanti da far subire a gente “inferiore” rispetto al proprio personale e soggettivo livello morale. D’altro canto, mettere in piedi questa squallida pantomima può rivelarsi molto più pericolosa di quello che sembra. Per tutti.
Ecco quindi la chiave horror che risulta essere giustificata. La strage annunciata è un giudizio implacabile su quanto si è messo in scena, in nome di un successo che spesso porta alla pazzia (si veda per esempio il personaggio di Kathy Bates che si “mischia” con la macellaia).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I due colpi di scena
  • Gli attori sempre molto bravi
  • Un nuovo punto di vista sulla metanarrazione
  • Nonostante i personaggi precedentemente abbozzati abbiano acquisito una nuova dimensione, si può fare di meglio

 

Finalmente la stagione decolla e quasi ci si sente di giustificare quanto visto in precedenza. La svolta c’è, l’attenzione è risalita e il tutto fa ben sperare in un buon, se non ottimo, proseguimento della stagione.

 

Chapter 5 6×05 2.82 milioni – 1.5 rating
Chapter 6 6×06 2.48 milioni – 1.3 rating
 
 
 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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