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Documentary Now! 2×05 – Final TransmissionTEMPO DI LETTURA 3 min

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Documentary Now! si addentra nuovamente nel contesto musicale, mostrando uno stile e una comicità che, senza dubbio, ci riportano con la mente alla doppietta di episodi che l’anno scorso ha chiuso la prima stagione del telefilm. Non è dunque soltanto una questione di contesto, “Final Transmission” e “Gentle And Soft: The Story Of The Blue Jean Committee” risultano simili anche nelle intenzioni: entrambi, infatti, non si pongono come obiettivo la messa in scena di una comicità orientata alla cosiddetta risata “di pancia”. Di fatto si finisce per sorridere un paio di volte, principalmente in seguito a sequenze nonsense come quella mostrata dal frame qui sopra, oppure dopo gli interventi del povero Mark, da sempre all’ombra di Lee, ed evidentemente in disaccordo sullo scioglimento della band, a detta sua al culmine della popolarità. Ancora una volta non ci troviamo di fronte a una comicità “diretta”, elemento che magari ci si aspetterebbe da una (presunta) comedy, bensì ci scontriamo con una rappresentazione della realtà narrativa talmente assurda da essere essa stessa la linea comica dell’intero episodio.
E proprio come accadde nello scorso season finale, anche in questa occasione la caratterizzazione dei personaggi, e nello specifico il conflitto di fondo tra Lee e Mark, permette a una semplice parodia di un concerto di diventare qualcosa di più. Le dinamiche relazionali che emergono dalle interviste finiscono col penetrare sul palco, conferendo onestà alla narrazione e di conseguenza una maggior profondità alle vicende. E sebbene sia proprio questo elemento a fornire una forte ossatura all’episodio, arricchendo di particolari l’universo diegetico e smussando agli angoli delle personalità che altrimenti, in soli venti minuti, sarebbero risultate eccessivamente rigide nella loro caratterizzazione, “Final Transmission” trae ulteriore forza proprio dalla sua impostazione documentaristica. Un’impostazione che, ovviamente, si pone come obiettivo principale lo scimmiottamento del materiale originale, orientando, però, l’intera puntata, nella direzione di una messa in scena intelligente, dotata di una forte sensibilità storica e culturale nonostante l’elemento finzionale di fondo.
Ogni canzone appare inserita perfettamente all’interno della puntata, a suo agio, quasi si trattasse di una reale scaletta dei Talking Heads. Nella loro demenzialità, le nove tracce presentate, rappresentano perfettamente il momento musicale di riferimento, con le sue influenze e sperimentazioni, riproponendo anche lo stile, il suono e l’interpretazione dei Talking Heads. Questa settimana, proprio per questo motivo, ci sentiamo di consigliarvi spassionatamente la visione (almeno parziale) dell’opera originale, “Stop Making Sense“, non perché risulti necessaria alla comprensione dell’episodio o al pieno godimento di certe gag – anche se obiettivamente ogni puntata di DN! acquista un valore aggiuntivo se paragonato al suo materiale originale – ma più che altro per poter apprezzare al meglio il lavoro fatto dal trio del Saturday Night Live sull’aspetto prettamente scenico, curato in maniera maniacale, e in certi punti talmente veritiero da risultare più di una semplice parodia. Non stupitevi se dopo la visione cercherete disperati su Amazon la soundtrack originale (a quanto pare, prossimamente in uscita) del concerto, è perfettamente naturale. E nel qual caso i Test Pattern annunciassero un nuovo tour europeo, state pur certi che la redazione di Recenserie sarà la prima ad occuparsi della distribuzione dei biglietti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Art + Student = Poor
  • Lee che sposa telefoni, pappagalli e automobili
  • It just sounds like a dozen dumb doorbells
  • Messa in scena della parodia-concerto impeccabile
  • It’s about people moving around
  • La comicità molto particolare dello show non consentirà mai a DN! di uscire dalla sua piccola nicchia televisiva

 

Altro ottimo episodio di DN!, che per l’ennesima volta conferma la sua indubbia qualità, ingiustamente ammantata da un bacino spettatoriale ulteriormente in calo. Lo show del trio Meyers-Armisen-Hader si è ritagliato, in questi due anni, un piccolo posto nel panorama comedy contemporaneo, reinterpretando il genere mockumentary in maniera del tutto innovativa e sfruttando intelligentemente il potenziale comico nascosto di opere documentaristiche ben lontane dal voler regalare una risata. Una caratteristica che, oltre a rendere unica l’opera dei tre comici, porta lo spettatore ad interrogarsi sulla possibilità che vi sia tutto un universo al di fuori delle comedy classiche (The Big Bang What?), universo che, effettivamente, varrebbe la pena esplorare.

 

Globesman 2×04 0.14 milioni – ND rating
Final Transmission 2×05 0.12 milioni – ND rating

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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