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How To Get Away With Murder 3×04 – Don’t Tell AnnaliseTEMPO DI LETTURA 3 min

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Prendete una vecchia storyline (che nessuno desiderava rivedere), un caso del giorno banale e un personaggio fastidioso a cui si cerca di dare più spessore. Mescolate il tutto e otterrete il quarto episodio di questa stagione di How To Get Away With Murder.

The past can hurt, but from the way I see it you can either run from it or learn from it. (cit. Rafiki, The Lion King).

Questa citazione si potrebbe applicare alla serie in generale, ma anche all’episodio in questione. Come già detto nelle precedenti recensioni, Nowalk ha cercato di correggere il tiro, imparando dai propri errori. In parte sembra esserci riuscito, in parte no. La questione che fa più storcere il naso in “Don’t Tell Annalise” è Eve. La sua storyline la si potrebbe definire come “maledetta”. Questo perché la svolta lesbo della Keating non era, sin dall’inizio, assolutamente necessaria ai fini della trama, è risultata più e più volte nonsense ed è stata inserita con il semplice scopo di complicare ulteriormente le carte in tavola, tanto per fare shock. Quando una storyline nasce in questo modo, per quanto si possa evolvere nel corso del tempo, si porterà sempre dietro questa etichetta. Il rapporto di Eve e Annalise vuole essere un rapporto complicato, ma in realtà non lo è. Eve è l’unica persona con la quale Annalise sembra essere se stessa, senza maschere e senza finzioni, l’unica persona con cui sente di potersi mostrare vulnerabile e fragile, l’unica a cui riesce a chiedere aiuto. La ama, ma non può stare con lei e si fatica a ricordarne il motivo, sempre se ce ne sia stato veramente uno eccetto quello di voler creare a tutti i costi un po’ di pathos. Anche per questo quindi, il loro saluto in questo episodio (sarà stato un addio?) non suscita quelle emozioni che avrebbe dovuto suscitare, perché non ci si può affezionare ad una coppia che non ha mai “bucato lo schermo”.
In questo episodio viene riportato a galla il passato. Si accenna vagamente a quello di Frank, che forse è l’unico non ancora del tutto esplorato e che meriterebbe di essere raccontato, ma quello che viene messo in luce è quello di Bonnie, che è tra i personaggi trattati peggio di tutta la serie. Torna in qualche modo protagonista la sua storia di abusi sessuali subiti da bambina grazie al caso legale del giorno di un liceale circuito dalla sua insegnante. Il caso di per sé è banale, la sua risoluzione piuttosto scontata e l’unico scopo era palesemente quello di puntare la lente di ingrandimento sulla psiche di Bonnie, cercando di far empatizzare il pubblico con lei.
Il resto dell’episodio non merita particolare attenzione, fatta sempre eccezione per i flashforward. Si può e si deve sorvolare sulle inutili scene di Wes e la sua inutile fidanzata, anche se non si può fare a meno di domandarsi se la ragazza avrà un suo ruolo nel corso degli episodi. Si sorvola anche sulla schiena sudata di un ansioso Asher, ma va fatta menzione al turbolento rapporto tra Nate e Annalise. Si tratta della coppia più scoppiata dello show, il loro continuo tira e molla (che va avanti dalla prima stagione) non solo non rappresenta più una novità, ma ha anche stufato.
Gli eventi del flashforward, come si diceva, sono quelli più meritevoli di attenzione. Mantengono ancora alta l’attenzione sulla serie e l’uso che se ne sta facendo in questa stagione sembra intelligente. Questo nuovo schema in cui ci vengono mostrati sempre nuovi dettagli (e sopravvissuti) funziona, ma, come nel caso dello scorso episodio, non basta a salvare un’intera puntata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il plot twist del flashforward
  • Frank
  • Eve
  • Tentativo fallito di creare empatia con Bonnie
  • La barbosa ragazza di Wes

 

Se si dovesse descrivere questo episodio usando solo una parola, questa parola sarebbe noia.
Non si è ancora arrivati al punto di perdere le speranze perché siamo a inizio stagione, ma rimane comunque una situazione da cartellino giallo.

 

Always Bet Black 3×03 4.40 milioni – 1.2 rating
Don’t Tell Annalise 3×04 4.01 milioni – 1.1 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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