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The Blacklist 4×07 – 4×08 – Dr. Adrian Shaw (No. 98) Part I – Dr. Adrian Shaw (No. 98): ConclusionTEMPO DI LETTURA 5 min

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“You’re on the wrong side of eighties, sitting on a doughnut pillow. My sympathies to your significant other.”

La piccola Agnes è ora sicura e tranquilla nella sua culla, dopo tanto peregrinare. Tutti i suoi cari, quindi, sono sereni e pimpanti, come fa solo piacere vederli. Primo fra tutti, nonno Reddington: era un po’ che non lo si vedeva in una forma simile, pronto ad elargire storielle e battutine. La scena della foto ne è l’esempio migliore, con il bonus di mostrare anche una Samar tutta in ghingheri e pronta a non fare prigionieri. Mamma Lizzie addirittura ci mette solo pochi secondi a trovare la donna che la task force sta cercando, perché “gli umani sono creature abitudinarie”, quindi bisogna cercare fra gli insegnanti di latino chi ha studiato latino dalle suore. Deduzione degna di Sherlock Holmes.
Papà Tom, mentre si occupa di pannolini e biberon, trova il tempo di raccontare alla (quasi) moglie di aver conosciuto la madre (Susan Hargrave) e offre persino perle di saggezza sulla necessità di lasciarsi il passato alle spalle. Meraviglioso e in grande contrasto con la trama riguardante il blacklister di giornata. Qui si vedono scene da vero film dell’orrore, dovute agli esperimenti della dottoressa Adrian Shaw – Sonia Bloom, sulle cui tracce Red si era messo da un po’, più precisamente da quando aveva frugato fra i brevetti nell’episodio The Lindqvist Concern. Non consola e non giustifica l’addurre l’utilità “per tutta l’umanità” di tali esperimenti, condotti su povere cavie umane. Notare come il numero attribuitole, 98, la ponga accanto ai ricercatori sulle meduse di The Longevity Initiative (no. 97) e all’Alchimista (no. 101), capace di alterare i test del Dna.
Il Dna riveste un ruolo centrale nell’episodio. Lizzie, come era facilmente prevedibile, accetta infatti di fare da donatrice di midollo per l’oligarca russo. Si scopre che non lo può fare perché lui non è suo padre. Qui qualcuno avrà esultato come Nando Martellini quando urlò tre volte “Campioni del mondo!” l’11 luglio 1982, altri avranno accolto la notizia con un sorrisetto saputo, ma non di meno con sincero godimento. Solo un attimo, però, prima della conclusione della puntata con gli uomini di Kirk, capitanati dalla sua compagna Odette, pronti all’azione per farlo evadere, dopo essersi intrufolati con l’inganno nell’ospedale dove si trova anche Lizzie.
Nota tecnica: questo episodio segna un leggero rialzo negli ascolti, probabilmente dovuto alla conclusione della trama con neonato, trovata noiosa da molti telespettatori. Si parla di eventuale cancellazione della serie, anche se i risultati restano ancora confortevolmente al di sopra della soglia sotto la quale scatta la soppressione senza se e senza ma. Si parla anche di sostituzione della serie madre con lo spin off, però, a parte la fetta di pubblico riunita sotto il cartello “No James, no party“, quest’ultimo non ha ancora debuttato e pertanto tutto resta a livello di rumors.

Kirk: “Are you her father?”
Red: “Is that what you want me to say? Yes.”

Questo scambio di battute è uno dei principali centri di interesse della seconda parte. Dopo l’assalto degli uomini di Kirk all’ospedale (al ritmo di una canzone dei Massive Attack, coincidenza voluta), Mr. Reddington si consegna al nemico per salvare Lizzie. L’ammissione, da parte sua, di essere il padre della ragazza non soddisfa completamente l’ascoltatore, condita com’è da giri di parole sul fatto che per i primi anni della sua vita lei ha vissuto con il marito della madre, poi è stata affidata a Sam eccetera eccetera.
Ulrich Thomsen e James Spader fanno bene il loro lavoro nelle drammatiche sequenze dello scontro (finale?), ma qui si apre un problema enigmistico, una prova d’intelligenza. Abbiamo il “no” e la promessa di non mentirle mai fatta da Red a Lizzie, fin dal principio della serie. In contrapposizione, abbiamo questo sì. Bisogna stare attenti, inoltre, ai giochi di parole e semantici di cui si diletta il Concierge del crimine.
Per farla breve, il mistero da svelare è quali intrighi e manipolazioni siano avvenuti, tra spie della guerra fredda e non, per spingere Reddington a parlare solo per allusioni e mezze frasi riguardo alla storia della donna che sta proteggendo con la sua stessa vita. Altro momento degno del massimo interesse è la liberazione di Kate Kaplan; stavolta la sensazione è che la persona da cui ha ricevuto un passaggio sia una del giro delle sue conoscenze, se non proprio Dembé. Non sarebbe male vedere i due fondare il partito “Elizabeth merita di sapere la verità”, o cogliere l’occasione per approfondire come la “donna delle pulizie” conobbe il suo attuale datore di lavoro.
Questa parte della storia ha il pregio di essere aperta ad ogni sviluppo, quindi non causa i momenti di frustrazione della trama principale, nella quale ormai si è capito, almeno a grandi linee, dove sta il bandolo della matassa, ma non si riesce bene a identificarlo e dipanarlo. Qui possono venire in aiuto, almeno entro certi limiti, lo sceneggiatore della puntata, Daniel Cerone e lo showrunner Jon Bokenkamp. Il primo, via Twitter, fa sapere che non c’è stata alcuna retcon e invita ad avere pazienza, perché infine il mistero verrà svelato. Intanto le affermazioni di Reddington a Kirk vanno considerate come verità e ci si può godere il “coccole time col nonno”. Il secondo, in un’intervista, si dichiara convinto che “non rivedremo più Kirk” (anche qui, la semantica: Red ha definito l’oligarca russo “andato” ma non “morto”), mentre “rivedremo Kate Kaplan”. Dice inoltre di non poter rivelare cosa è stato detto da Reddington all’orecchio del rivale, perché altrimenti “la storia sarebbe finita”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Mr. Reddington in grande forma (nella prima parte)
  • La saggezza di Tom
  • Kirk non è il padre di Lizzie
  • Kate Kaplan si è liberata
  • Scontro Kirk – Reddington
  • Scene dell’orrore con le povere cavie umane degli esperimenti della dottoressa
  • Si continua a girare attorno alla verità, ma si resta sempre frustrati

 

Una prima parte più brillante bilancia la tensione dello scontro, forse decisivo, nella seconda. Due gioie (oligarca russo fuori gioco, almeno per ora, e Kaplan libera) e un po’ di frustrazione, bilancio dunque positivo. Arrivederci al 5 gennaio. Il promo parla di una talpa da identificare all’interno della task force, spunto che potrebbe regalare le sue soddisfazioni. A gennaio dovrebbe anche debuttare lo spin off, Blacklist: Redemption.

 

The Thrushes 4×06 5.52 milioni – 1.2 rating
Dr. Adrian Shaw  4×07 6.15 milioni – 1.3 rating
Dr. Adrian Shaw: Conclusion 4×08 5.87 milioni – 1.2 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

2 Comments

  1. Spero proprio non la cancellino. Anche io sono tra quelli che si è annoiato durante la trama del neonato, ma l'ho accettata perché è stata un incidente di percorso non previsto. Comunque il buon Red ha mantenuto godibili le puntante, ma mancavano, a mio parere, di quella forza che avevano durante la trama della Congrega. A proprosito di quest'ultima, che fine ha fatto? Non mi è proprio piacuto come hanno accantonato il tutto, Red afferma che c'è ancora molto da fare, diventa il capo e poi… bo, ci si dimentica di tutto e tutti.
    Spero che a gennaio torni in gran forma e che torni anche il pubblico.

    PS: trovo sempre molto ben fatte le tue recensioni (h)

  2. Personalmente, spero che sia tutta una strategia di voci messe in giro per conquistare pubblico allo spin off. Ryan Eggold – Tom Keen ha i suoi sostenitori, ma non credo proprio bastino. La Congrega sta sempre lì, con la Panabaker che ultimamente ha acquisito pure nuovi brevetti di invenzioni geniali, quindi anch'io l'aspetto a gennaio. Per il resto grazie. Sai com'è, amo James Spader profondamente, ma lui è altamente allergico ad Internet, Facebook, Twitter …il pensiero che, probabilmente, non saprà mai neanche che esisto mi è insopportabile, per cui da qualche parte mi devo sfogare. 🙂

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